Tutelare la popolazione dalla presenza di cadmio negli alimenti, diminuendone ulteriormente la quantità. È questa la decisione a cui è giunta la Commissione Europea ancora qualche anno fa, in seguito a un parere emesso dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
I cibi sotto accusa sarebbero principalmente il cioccolato, il latte in polvere per i neonati e i baby food, tutti alimenti destinati alla parte della popolazione più vulnerabile con tracce più o meno evidenti di cadmio.
Bruxelles si era già espressa in merito al cadmio e al mercurio contenuti nelle batterie, decretando la messa al bando di questi prodotti, entro il 31 dicembre 2016. Ancora prima, questo metallo pesante era stato vietato nelle materie plastiche, nella produzione di gioielli e nelle saldature in ottone, ai sensi del regolamento Reach sulle sostanze chimiche.
La Ue nel Regolamento 488/2014 in vigore dal 2019 ha quindi fissato i limiti della presenza di questo metallo pesante negli alimenti in quanto l’esposizione al cadmio è principalmente di origine alimentare. Sul piombo invece non ci sono indicazioni di legge si fa fede come riferimento alla dose giornaliera americana 0,5 mcg/oncia, ovvero 0,017 mg/kg.
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Che cos’è il cadmio?
Il cadmio è una sostanza che si può trovare in natura, ma proviene anche da fonti agricole e industriali. Uno dei modi in cui può essere assimilato dall’organismo è attraverso l’alimentazione.
Il suo accumulo nel corpo, nel corso del tempo, può però portare a effetti nocivi per la salute, come l’insufficienza renale.
Il cadmio è un metallo pesante tossico presente in natura e utilizzato in diverse attività industriali. Il cadmio può contaminare l’ambiente, in particolare il suolo e l’acqua, e può quindi accumularsi nelle piante, nei pesci e negli animali che li consumano.
Il consumo di alimenti contaminati da cadmio può essere dannoso per la salute umana, in quanto il cadmio è un potenziale cancerogeno e può anche causare danni ai reni e all’apparato respiratorio.
Alcuni degli alimenti che possono contenere quantità significative di cadmio includono cioccolato fondente, alimenti per lattanti, molluschi, crostacei, alghe, cereali, semi, frutta secca e verdure a foglia verde. In particolare, i fumatori hanno maggiori probabilità di essere esposti al cadmio a causa della maggiore presenza del metallo nel tabacco.
Le autorità regolatorie di tutto il mondo monitorano regolarmente i livelli di cadmio negli alimenti e stabilizzano i limiti di tolleranza per garantire la sicurezza alimentare. Tuttavia, è importante per i consumatori scegliere alimenti a basso contenuto di cadmio e seguire una dieta equilibrata e varia per ridurre al minimo l’esposizione al metallo.
Già nel 2011, per questa ragione, l’Ue aveva stabilito dei limiti massimi da rispettare per una serie di prodotti alimentari.
Ora, sulla base delle recenti conclusioni dell’Efsa, la comunità europea ha deciso di rivedere questi limiti, abbassando ulteriormente le soglie, per tutelare soprattutto la salute dei più piccoli.
Nel caso di alimenti destinati a lattanti e bambini piccoli, le nuove disposizioni entreranno in vigore il primo gennaio del 2015; nel caso di prodotti a base di cioccolato e cacao, invece, i nuovi limiti saranno effettivi il primo gennaio 2019, per dare ai Paesi produttori di cacao e all’industria dolciaria il tempo sufficiente per adattarsi ai cambiamenti predisposti.
L’Esecutivo Ue richiama anche l’attenzione di agricoltori e operatori del settore alimentare per attenuare i livelli massimi di cadmio in cereali, ortaggi e patate.
Il cadmio, lo ricordiamo, è un metallo estremamente tossico che, se assimilato in grandi quantità, può provocare l’insorgenza di numerose patologie, come cancro, diabete e malattie cardiache. Si concentra soprattutto nei reni e nel fegato.
È molto utilizzato in agricoltura e, per questo, è considerato un importante contaminante ambientale. Si può trovare nei vegetali coltivati in suoli contaminati, nelle sigarette, nei cibi raffinati, persino nelle plastiche e nelle vernici.
Può essere assorbito per via cutanea, alimentare o tramite inalazione. L’assorbimento intestinale è nettamente più alto nei casi di carenza di zinco. L’inalazione avviene soprattutto nei fumatori.
Questo metallo influenza notevolmente il metabolismo, condizionando il rilascio di acetilcolina, dando luogo a osteoporosi e fragilità dentale e interferendo con la produzione di insulina.
Oltre che negli alimenti, questo metallo può entrare quotidianamente nelle nostre case, anche attraverso l’acqua potabile, come evidenziato da un recente dossier di Legambiente che vede le acque italiane, le più avvelenate da metalli pesanti d’Europa.
Cioccolato fondente e cadmio
Per molti di noi, il cioccolato è più di una semplice prelibatezza. È un sollevatore di umore, un booster di energia, una ricompensa dopo una giornata difficile, un regalo di vacanza preferito.
Le persone scelgono anche il cioccolato fondente in particolare per i suoi potenziali benefici per la salute, grazie a studi che suggeriscono che il suo ricco apporto di antiossidanti può migliorare la salute del cuore e altre condizioni, e per i suoi livelli relativamente bassi di zucchero. In effetti, più della metà delle persone in un recente sondaggio della National Confectioners Association ha descritto il cioccolato fondente come una caramella “migliore per te”.
Ma c’è un lato oscuro in questo cioccolato “più sano”. La ricerca ha scoperto che alcune barrette di cioccolato fondente contengono cadmio e piombo, due metalli pesanti legati a una serie di problemi di salute nei bambini e negli adulti.
L’esposizione costante e a lungo termine anche a piccole quantità di metalli pesanti può portare a una varietà di problemi di salute. Il pericolo è maggiore per le donne incinte e i bambini piccoli perché i metalli possono causare problemi di sviluppo , influenzare lo sviluppo del cervello e portare a un QI inferiore.