Con l’emergenza sanitaria causata da Coronavirus, la reclusione per i bambini si è spinta al massimo, tanto che, con tutto rispetto per i nostri amici a 4 zampe e per l’espletamento dei loro fisiologici bisogni, essi si ritrovano con meno diritti dei cani.
Si perché sembrano essere stati dimenticati in quanto i decreti non ne parlano.
Un po più fortunati coloro che vivono in case grandi, villette e ampi giardini, ma a soffrire sono soprattutto bambini e ragazzi costretti a stare in appartamenti molto piccoli, spesso condivisi con altri famigliari.
In tantissimi trascorrono intere giornate davanti a TV e videogiochi, mangiando junk food e sopportando il clima pesante e ansioso che si respira in molte famiglie di questi tempi.
Nessuna deroga neppure per bambini iperattivi, autistici, disabili, psichiatrici.
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L’Oms consiglia un’ora di attività fisica per i bambini
Se le famiglie fanno sempre più fatica, col passare dei giorni, nonostante tutta la loro buona volontà, a rispettare queste disposizioni durissime, principalmente per preservare un po di umanità, l’Oms, in tempi di Coronavirus, consiglia almeno mezz’ora di attività fisica al giorno per gli adulti e un’ora per i bambini, passeggiate e giri in bicicletta a distanza di sicurezza”.
Dello stesso parere scienziati farmacologi come Silvio Garattini e medici-biologici come il presidente del Comitato Scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale Ernesto Burgio.
Massimo Armanti, psicoanalista e neuropsichiatra infantile dice: “I bambini sono scomparsi dai decreti. Ma bisogna occuparsi anche di loro. Concediamoli un’ora d’aria al giorno, evitiamo che si sentano sequestrati. Creiamo degli sportelli online che siano di supporto ai genitori e agli adulti che ne hanno bisogno”, parlando delle ricadute psicologiche dell’emergenza Coronavirus sulle famiglie”. Armanti prosegue: “Dobbiamo attrezzarci perch abbiamo davanti una lunga traversata nel deserto. I bambini, che già all’interno dello sviluppo demografico italiano si riducono sempre di più, restano il nostro futuro. Abbiamo il dovere di valorizzarli anche all’interno di un momento così difficile in cui le preoccupazioni sembrano essere altre”.
La lettera aperta di associazioni, genitori, psicologi, insegnanti e antropologi al Governo per tutelare i bambini
Ovviamente associazioni, genitori, insegnanti, educatori, psicologi, antropologi non potevano stare in silenzio.
Pertanto hanno scritto una lettera aperta al Governo affinché ai bambini venga concessa una breve uscita al giorno, a piedi, di corsa, in bici o sul monopattino, accompagnati da un genitore che garantisca il rispetto delle distanze di sicurezza, senza nessun assembramento o stazionamento in parchi-gioco o giardini.
“In questo modo, scrivono, non verrebbero a contatto con nessuno, se non con il genitore, ma potrebbero prendere un po d’aria e sole e uscire per poco tempo da casa”.
“A noi adulti–proseguono-viene chiesto senso di responsabilità per non accalcarci ai supermercati o quanto manteniamo le distanze quando portiamo fuori il cane. Lo stesso senso di responsabilità verrebbe usato nel portare fuori i nostri figli a piedi in bici”.
Concludendo: “Chiediamo pertanto urgentemente che venga accolta questa richiesta e che si ricominci a parlare e a occuparsi dei bambini nei decreti ministeriali…. dobbiamo mantenere sano lo spirito e il corpo dei nostri bambini e ragazzi, per lunghi mesi a venire”.
L’appello ai Sindaci
Ha raccolto quasi 800 firme in un solo giorno la petizione lanciata da un gruppo di genitori di Milano che hanno chiesto al sindaco Sala “un protocollo di comportamenti che consenta alle famiglie di assicurare quotidianamente ai bambini un tempo minimo all’aria aperta”.
I genitori chiedono, tra le tante cose, il riconoscimento dell’esigenza dei più piccoli di poter fare attività fisica all’aperto, nel rispetto delle regole stabilite e in sicurezza e che sia consentito farli uscire per un tempo limitato al giorno, senza minimizzare la situazione o abbassare la soglia d’attenzione, coscienti del fatto che la loro zona è uno degli epicentri della pandemia.
A Firenze, invece, 130 genitori hanno scritto una lettera-petizione al sindaco Nardella, chiedendogli l’adozione di uno specifico protocollo di comportamento che consenta alle famiglie di assicurare un tempo minimo all’aria aperta per i bambini.
Ecco un estratto: “ Non siamo esperti e non vogliamo sostituirci a chi ha le competenze per dare le indicazioni necessarie in questo momento. Riteniamo sia discutibile, però, la raccomandazione di inibire ai bambini ogni possibilità di uscire di casa per fare una passeggiata all’aperto e non creare assembramenti”, proseguendo “Se deleghiamo alla responsabilità dei proprietari di cani un corretto comportamento, a maggior ragione la stessa responsabilità può essere prestata da, e accordata a, genitori di bambini che hanno tutto l’interessa a preservare la salute dei propri figli, la propria e l’altrui.
Proprio a Firenze, venerdì pomeriggio, è arrivata la prima multa: una sanzione di 400 euro a un babbo con il piccolo di 4 anni, entrambi in sella alla loro bici, per inottemperanza al divieto di spostamento.
Ma padre e figlioletto si trovavano a 150 metri di distanza, in linea d’area, dall’abitazione di famiglia.
Mentre Nardella, in controrisposta, si augura che il governo dia un’interpretazione chiara sul “punto minori”, per consentire a Prefetti e Sindaci di agire con coerenza, Biffoni, sindaco di Prato, è inamovibile: “Meglio avere bambini annoiati che malati di Coronavirus”.
Intanto la sofferenza dello stare in casa continua
Gli effetti dello stare in casa prolungato, più passano i giorni, e più si fanno sentire, tanto che è profonda la sofferenza di bambini e ragazzi, dettata dallo stato di isolamento.
Lontani dai loro amici, dallo sport, dai compagni di classe, da nonni e parenti ma anche da uno dei genitori (nel caso di genitori separati in comuni diversi), sono loro gli “innominati” dei decrreti.
Quali saranno davvero le conseguenze che dovranno affrontare lo scopriremo solo quando tutto questo sarà finito.