Gli zuccheri negli alimenti sono presenti anche naturalmente: lo sappiamo. Per esempio il fruttosio, lo zucchero della frutta, non è di per sé dannoso.
Il problema è l’eccesso, l’impiego che ne fa l’industria alimentare che rimpinza tutti i cibi (persino quelli salati) di zuccheri di varia estrazione e natura.
Si tratta di un problema grave e serio. Di certo per gli effetti dannosi sull’organismo di un eccesso di zuccheri. Ma anche perché è diventato impossibile rendersi conto di quanti ne assimiliamo. Già perché ormai sono tantissime le sigle utilizzate per ‘celare’ in qualche modo la presenza di edulcoranti, dolcificanti e altre sostanze che addolciscono i cibi che mangiamo.
Si finisce per ingurgitarne quantità industriali! Per questo è bene sempre prestare attenzione a tutte le sigle e alle diciture che troviamo in etichetta. Ne esistono decine.
Zuccheri negli alimenti: 40 sigle diverse
Secondo una recente indagine de Il Fatto Alimentare, sarebbero ben 40 le sostanze utilizzate dalle aziende per addolcire il cibo. Non avete letto male: sono proprio quaranta! E altrettante sono quindi le diciture in etichetta a cui prestare attenzione quando facciamo acquisti. Anche di prodotti salati. Già perché troviamo zuccheri negli alimenti anche più insospettabili: pane, salsa di pomodoro, cibi pronti e così via.
Il più noto e comune è il saccarosio, il cosiddetto zucchero da tavola. A cui vanno ad aggiungersi anche zucchero di canna o zucchero invertito, che appartengono alla stessa ‘famiglia’. Tra i più conosciuti abbiamo il fruttosio, presente nella frutta; il glucosio (o destrosio), presente anch’esso nella frutta o in altri vegetali, ma anche nel miele; il lattosio, lo zucchero di latte e derivati.
I derivati dell’amido
Ai primi zuccheri citati, dobbiamo poi aggiungere quelli derivati dell’amido. L’elenco è piuttosto lungo:
- Maltosio, che ritroviamo nella birra e nella produzione del pane;
- Maltodestrine, presenti in gelati e sorbetti, visto il loro potere addensante; presenti anche in prodotti confezionati (cibi pronti, liofilizzati) e negli integratori a uso sportivo;
- Destrine, che hanno usi simili a quelle delle Maltodestrine, possono finire anche nei farmaci, come eccipienti;
- Sciroppo di glucosio, usato particolarmente in pasticceria e gelateria, ma anche nei prodotti da forno;
- Sciroppo di fruttosio, sciroppo di fruttosio concentrato, sciroppo di glucosio-fruttosio, sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, sciroppo di amido con fruttosio: con queste sigle si indicano prodotti più o meno simili, che hanno uno scopo ben specifico. Sostituire cioè lo zucchero nelle bevande dolcificate
- Sciroppo di malto, considerato un dolcificante naturale, può essere di orzo, riso, mais o frumento
- Succo zucchero disidratato
- Succo zuccherato evaporato
Le alternative naturali
Secondo il Fatto Alimentare, bisogna stare poi attenti anche alle alternative considerate naturali, ma che “non sono migliori per la salute”. È pur sempre zucchero, spiegano dal Fatto, “anche se spesso i consumatori non se ne rendono conto”. Occhio quindi anche al consumo eccessivo di:
- Miele
- Succo di frutta concentrato
- Melassa
- Zucchero d’uva
- Succo di mele concentrato
- Succo di pera concentrato
- Sciroppo d’acero
- Sciroppo di riso
- Sciroppo di sorgo
- Sciroppo d’agave
- Zucchero di betulla
L’ultimo nell’elenco sarebbe il meno dannoso, secondo il Fatto, perché contiene meno caloriee “influenza solo marginalmente la glicemia”. Occhio invece asciroppo d’agave, miele e succo di pera concentrato, ricchi di fruttosio.
Zuccheri negli alimenti: i dolcificanti
L’ultima categoria da considerare sono i dolcificanti, naturali e artificiali. Tra i primi troviamo la stevia, la più nota dell’elenco, che viene presentata in etichetta anche come “glicosidi stevolioci” o “stevioside”. Per il Fatto, ha “un ottimo potere dolcificante e un apporto calorico pari a zero”.
Tra gli zuccheri derivati dal glucosio, ma con un potere calorico inferiore, troviamo poi:
- Sorbitolo, presente in diversi tipi di frutta, è utilizzato per caramelle e chewingum con la dicitura “senza zucchero”
- Xilitolo, anch’esso presente in natura in frutta e verdura, impiegato per caramelle e gomme da masticare
- Mannitolo, detto anche zucchero della manna, è presente nelle alghe marine e nei funghi e lo troviamo aggiunto nei prodotti da forno e pasticceria, così come negli alimenti dietetici;
- Isomalto, utilizzato nella pasticceria tradizionale e salata, anche per realizzare decorazioni
- Maltitolo
Quelli elencati sono considerati generalmente meno dannosi (perché hanno un tasso calorico meno elevato), ma prestiamo comunque attenzione all’effetto accumulo: vista la grande quantità di sigle con cui vengono nascosti gli zuccheri negli alimenti, rischiamo di superare i valori considerati sicuri senza nemmeno rendercene conto!
Ai dolcificanti, dobbiamo aggiungere anche quelli artificiali: la saccarina, il famigerato aspartame, l’acesulfame K, i ciclammati e il sucralosio.
Zuccheri negli alimenti: i limiti giornalieri consigliati
Ma quali sono i limiti giornalieri che dovremmo considerare, ogni giorno? Per l’Organizzazione mondiale della Sanità, dovremmo contenere l’assunzione di zuccheri aggiunti entro i 25 grammi giornalieri.
I limiti previsti dalla normativa italiana sono un po’ più larghi, anche perché considera non solo gli zuccheri aggiunti, ma anche quelli contenuti negli alimenti naturalmente. In questo caso, l’asticella è fissata sul 15% delle calorie assunte quotidianamente. In una dieta media da 2mila kcal, ciò vuol dire 75 grammi.
I rischi per l’organismo causati dagli zuccheri negli alimenti
I rischi dell’eccessiva assunzione di zuccheri sono noti. Ma è sempre bene fare un ripasso. È nota la correlazione tra la loro assunzione e i danni ai denti, in particolare per il fatto che provocano carie.
Gli zuccheri possono contribuire all’obesità, al sovrappeso e ad altri disturbi alimentari gravi come il diabete di tipo 2. Alcune ricerche hanno dimostrato che lo zucchero in eccesso contribuisce all’incremento delle masse tumorali. Anche il cuore risente del consumo eccedente: troppi zuccheri sono stati correlati con malattie cardiovascolari.
Anche per i bambini i rischi sono elevati: obesità infantile, predisposizione al diabete, rischi per il fegato, problemi cardiovascolari sono tra i problemi più diffusi. Da non sottovalutare inoltre i problemi psicologici (ansia e depressione in primis) correlati all’eccesso di zuccheri, così come i problemi per la memoria e l’apprendimento.
Insomma, quando parliamo di zuccheri aggiunti prestiamo il più possibile attenzione: ne va della salute, fisica e mentale, nostra e di chi ci sta intorno.
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