In questi ultimi anni, medici e proprietari di animali si sono spesso divisi sulla questione delle vaccinazioni contro le malattie più comuni. Accanto a chi afferma che le vaccinazioni siano essenziali per proteggere i nostri amici a quattro zampe, c’è chi invece sostiene che i richiami annuali siano inutili o addirittura pericolosi. Una dose di vaccino per animali , infatti, avrebbe una copertura minima di tre anni (periodo che varia in base al vaccino) e i continui richiami servirebbero soltanto ad alimentare un business florido e proficuo.
In particolare, si sta diffondendo la teoria che per i virus comuni come il parvovirus canino, cimurro, panleucopenia felina e anche la rabbia i richiami annuali non siano così indispensabili quanto si crede.
Una pratica che, secondo il Dr. Ronald Schultz è iniziata molti anni fa, senza validità o verifica scientifica. Schultz è presidente del dipartimento di Patobiologia presso la Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università del Wisconsin e autore del libro “Veterinary Vaccines and Diagnostics“.
Dopo di lui, anche altri professionisti del settore si sono schierati contro la pratica dei richiami annuali dei vaccini. La ragione è che non soltanto i vaccini effettuati in periodi di tempo così ravvicinati siano inutili, ma anche dannosi per la salute degli animali. In particolare, si teme l’esistenza di un’associazione tra alcuni vaccini per animali e la comparsa dell’anemia emolitica autoimmune o tra gli adiuvanti dei vaccini e la comparsa di sarcomi nei gatti, neoplasie dei tessuti molli, indotte da pratiche mediche.
Ad oggi, quindi, parte della comunità scientifica ha semplicemente smesso di raccomandare i richiami annuali ai vaccini per animali, laddove questi non siano necessari. Un cambiamento di panorama molto lento che, infatti, non è ancora stato recepito da tutti o su cui non tutti sono d’accordo e che trova notevole resistenza nel settore.
Dalla scoperta di una possibile correlazione tra la vaccinazione nei gatti e la comparsa di tumori maligni nel punto in cui viene effettuata la puntura, alcuni dei protocolli di vaccinazione sono cambiati, ma molti veterinari non si sono adeguati a queste nuove pratiche, come ad esempio cambiare il punto del corpo in cui inoculare il vaccino o ridurre al minimo le punture.
Il controllo annuale dell’animale domestico è una prassi importante, che consente di evidenziare eventuali sintomi di malattie non osservati dal proprietario e di intervenire in tempo per salvare il paziente. Secondo i più, la vaccinazione del cucciolo e un richiamo dopo 12 mesi sono necessari e sufficienti a sviluppare una protezione immunitaria efficace nella maggior parte dei casi. Molte malattie, pericolose nei cuccioli, però, lo sono molto meno nei cani adulti. Ciò che spesso non viene nemmeno detto è inoltre che esistono diversi tipi di vaccini: quelli necessari, quelli facoltativi e quelli inutili o dannosi.
Per i 4 più importanti vaccini, l’immunità è molto più lunga di un anno. Per il cimurro, ad esempio, si pensa che l’immunità possa andare da 5 a 10 anni in relazione al ceppo virale utilizzato, per l’adenovirus da 7 a 9 anni, per il parvovirus 7 anni, per la rabbia da 3 a 7 anni.
Il richiamo annuale di questi vaccini non aumenterebbe quindi la durata della risposta immunitaria e non la potenzierebbe, aumentando invece il rischio di effetti collaterali.
Le vaccinazioni necessarie per il cane sarebbero quelle che proteggono dal cimurro, dalla parvovirosi, dall’adenovirus e, ove è presente il rischio, dalla rabbia. Per il gatto, parvovirus felino, calicivirus e herpesvirus. Il richiamo dovrebbe essere di tre anni, se non di più. Le altre vaccinazioni potrebbero essere valutate caso per caso, in base ai fattori di rischio, al contesto in cui è inserito l’animale e alle sue caratteristiche individuali.
Esistono poi degli esami di laboratorio, test sierologici, atti a valutare la risposta immunitaria dell’animale a determinati virus. In base ai risultati si potrebbe decidere se effettuare o meno la vaccinazione, evitando così le reazioni avverse che in alcuni casi possono anche essere importanti.
Molti specialisti della comunità veterinaria olistica credono che fare così tanti vaccini agli animali possa cambiare la forma di alcune malattie da acute a croniche.
Ad esempio, i sintomi del virus della panleucopenia felina comprendono insorgenza intensa e rapida di vomito e diarrea. Il Parvovirus canino ha sintomi simili. Gli animali regolarmente vaccinati per entrambe queste malattie sarebbero soggetti a un aumento di episodi di malattia infiammatoria intestinale.
La cosa migliore da fare in questi casi è informarsi e discutere con un veterinario di fiducia sulla frequenza e la necessità dei vaccini da effettuare sul vostro animale domestico.
I vaccini dovrebbero essere fatti se:
- sono per malattie gravi;
- il vostro animale domestico ha un’alta percentuale di esposizione;
- il vaccino è considerato efficace e sicuro (oltre naturalmente che necessario).
Ricordate, come abbiamo accennato prima, che esistono test che forniscono informazioni sulla protezione immunologica del vostro animale. I livelli di anticorpi possono essere misurati con un semplice prelievo di sangue. Valutate inoltre con il vostro veterinario i pro e i contro di ogni vaccinazione e in merito ai vaccini per animali.
(Foto in evidenza: webcachorros; foto interna: animalzoo)
Salve quindi visto che il mio cane è scoperto da un anno di richiamo e nn è esposto a rischi posso farlo adesso tranquillamente?
Considerando che è un pastore belga di taglia grosso
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