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Indetto un nuovo sciopero dei medici e dei veterinari per salvare una sanità al collasso fatta di tagli, debiti e un monte ore lavorato sempre più alto
Nuovo sciopero dei medici veterinari e dirigenti del Servizio sanitario nazionale i prossimi 8 e 9 febbraio. Lo stop, che durerà per 48 ore, è una forma di protesta contro una sanità pubblica sempre più al collasso.
Sciopero dei medici: sanità ferma l’8 e il 9 febbraio prossimi
Dopo la giornata di manifestazione, che si è tenuta lo scorso 12 dicembre registrando circa l’80% delle adesioni, i medici si fermeranno nuovamente a febbraio. Tra le motivazioni, la richiesta di migliori condizioni di lavoro e sicurezza per i cittadini. La nuova manifestazione segue la mancata risposta da parte del governo all’appello lanciato a dicembre.
Sciopero dei medici: le motivazioni
La larga adesione del personale sanitario allo sciopero rappresenta una chiara denuncia delle responsabilità che stanno portando la sanità pubblica al collasso. È quanto affermato in una nota congiunta da ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA E VETERINARIA, in riferimento alla scorsa manifestazione.
«Non è stato facile decidere di non erogare centinaia di migliaia di prestazioni per un giorno – si legge nella nota – ma è stato necessario dare un segnale forte per tentare di evitare la chiusura per fallimento».
Sanità pubblica al collasso: le ragioni dello sciopero dei medici e dei veterinari
La sanità pubblica è in una situazione di emergenza. Il sistema è ormai abbandonato a sé stesso, con una politica sanitaria praticamente assente, e mancanza di interventi di ripresa economica e ormai sempre più al collasso. Le cure costano di più e sono sempre più appannaggio di pochi. Inoltre, “senza un chiaro mandato elettorale il Governo, le Regioni e i partiti, si stanno assumendo la pesante responsabilità politica di spingere il Paese verso una sanità duale, usando il welfare aziendale come grimaldello per abbattere l’universalismo del sistema sanitario pubblico. E l’imbuto formativo come strumento per assegnare il lavoro dei medici a segmenti produttivi meno costosi e più interessanti dal punto di vista elettorale“. È questa, in sintesi, la denuncia delle organizzazioni mediche.
Si tratta di una crisi, dicevamo, che penalizza non solo il settore, ma anche e soprattutto la qualità degli interventi. Il lavoro dei professionisti è sempre più svalutato, le ore lavorate crescono, così come cresce il debito contrattuale. Ci si trova dinanzi personale sempre più stanco e gravato da continui tagli, che peggiorano il servizio di assistenza offerto ai cittadini.
Sciopero dei medici: cosa ci si aspetta dal governo
Il governo, chiedono i medici, deve rispondere non solo con la solidarietà di un giorno, ma con un fattivo sostegno ai professionisti. Al Ministro della funzione pubblica è chiesto un intervento legislativo “che sblocchi le nostre risorse accessorie che il suo decreto ha congelato, impedendo, di fatto, ogni margine di sviluppo della carriera dei medici, veterinari e dirigenti sanitari”.
Se anche in questo caso il governo continuerà a mantenere la sua posizione di silenzio, saranno promosse altre iniziative di protesta e di sciopero.
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