Ricavare energia elettrica dai treni si può. Ciò è possibile attraverso il MMR-based Railroad Energy Harvester, un strumento che si può definire in italiano “raddrizzatore meccanico”.
Applicato ai binari, e attraverso una coppia di frizioni, il congegno è in grado di convertire il movimento oscillatorio prodotto dal passaggio di un convoglio ferroviario in un moto unidirezionale, che permette a un generatore collegato di ruotare, e dunque produrre energia elettrica in grandi quantità.
Un’invenzione sensazionale, quella realizzata da un gruppo di ricercatori della Stony Brook University, negli Stati Uniti. L’elettricità prodotta dal Railroad Energy Harvester potrebbe garantire risparmi notevoli per la gestione del sistema ferroviario americano, il più esteso e costoso del mondo.
Nel solo Stato di New York si calcolano minori spese annue fino a 10 milioni di dollari. Secondo Lei Zuo professore della University’s Department of Mechanical Engineering e inventore dell’Harvester “l’energia elettrica prodotta dai treni potrebbe alimentare tutti gli impianti delle stazioni periferiche, dei passaggi a livello, di biglietterie, segnalatori luminosi e vocali“.
Minori costi per la produzione di elettricità significherebbero ridurre la produzione di anidride carbonica (CO2), intorno alle 3 mila tonnellate all’anno in meno, e l’impatto ambientale. Anche l’ambiente, insomma, potrebbe trarre evidenti vantaggi dalla scoperta.
Non è un caso che gli scienziati della Stony Brook abbiano già raccolto il premio nazionale della Energy Harvesting. Il brevetto MMR, intanto, è già stato concesso in licenza a un costruttore del settore, ed ha raccolto il sostegno di diversi enti, tra cui l’U.S. Department of Transportation’s University Transportation Research Center (UTRC-II).
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su TuttoGreen