Non si placa la piaga dell’inquinamento, in diverse regioni del mondo. Malgrado gli allarmi, gli appelli e le conferenze globali (è in corso la COP22, lo ricordiamo), l’aria pulita è ancora un miraggio per molti. Di recente, New Delhi si è conquistata la palma della poco lusinghiera classifica delle città più inquinate al mondo. Battendo ogni record precedente.
Le città più inquinate del mondo
Le città più inquinate al mondo vengono classificate dal cosiddetto WAQI, in base alla loro qualità dell’aria. Dall’inglese, WAQI, World Air Quality Index, un indice numerico che misura la pericolosità dell’aria che respirano gli abitanti di una determinata città.
Consultando il sito web ufficiale (https://waqi.info/) è possibile utilizzare una mappa interattiva per scoprire le zone peggiori in cui respirare. A colpo d’occhio, le aree più inquinate risultano essere in Cina, in India e in America Centrale. Anche l’Europa dell’est non sembra essere messa bene:
A “guadagnarsi” la prima posizione, però c’è New Delhi che batte un record poco lusinghiero, raggiungendo il punteggio di 999. Per darvi un’idea dell’impatto di sulla salute umana, considerate che a partire da 300 in poi, l’indice WAQI considera i livelli di inquinamento ‘pericolosi’ (Hazardous). La tabella standard dell’indice finisce a 500.
Il livello record è stato registrato presso l’ambasciata statunitense di New Delhi. Al secondo posto mondiale, invece, c’è un’altra città indiana: Chandrapur, che arriva a 824.
Tra le altre città più inquinate, l’AQI registra Baoding, in Cina, a un livello di 298. È oggi considerata come la peggiore città cinese per qualità dell’aria. Pechino è invece a livello 30.
E in Italia quali sono le città più inquinate?
Ogni anno, Legambiente presenta il report ‘Mal’aria’, in cui vengono indicate le città più inquinate del nostro Paese. In attesa dei risultati 2016 – che dovrebbero uscire a inizio del prossimo anno – possiamo ricordare quelli dell’anno scorso.
Secondo l’ong ambientalista, sono state 48 le città italiane “fuorilegge con il livello di Pm10 alle stelle”. La situazione più critica è stata registrata nella Pianura Padana. La maglia nera, però, è stata assegnata a Frosinone Scalo, con 115 giorni di sforamento dei livelli di Pm10 (il limite di legge è a 35 giorni).
Secondo il report, su 90 città monitorate più della metà è risultata ‘fuori legge’: il 53% del totale, 48 Comuni.
Dopo Frosinone, gli sforamenti maggiori sono stati a Pavia (114), Vicenza (110), Milano (101) e Torino (99).
A peggiorare ulteriormente la situazione, ci si mettono anche le centraline per il rilevamento: in alcune città, i livelli di polveri sottili non vengono nemmeno registrati. È successo per esempio a Taranto.
I rischi per la salute
Secondo la rivista Nature, l’inquinamento atmosferico provoca ogni anno tre milioni di morti premature. Un bilancio che, entro il 2050, è destinato a raddoppiare, sfiorando i 7 milioni di casi annui.
Oltre ai danni che sappiamo, sul sistema respiratorio e cardiovascolare, le polveri sottili producono anche problemi meno evidenti, ma non per questo meno gravi. È il caso di quanto rivelato dall’Università di Lancaster. Una ricerca ha infatti dimostrato che l’aria inquinata provoca elevate concentrazioni di magnetite nel cervello. Le conseguenze? Malattie neurologiche, formazione di radicali liberi, malattia di Alzheimer.