Il periodo della gestazione è un’esperienza straordinaria per una donna. Un’esperienza che porta gioia, serenità, ma che può creare qualche piccolo fastidio come il prurito in gravidanza
Oltre alle nausee e ai bruciori di stomaco, infatti, le donne possono essere soggette a forte prurito in diverse parti del corpo.
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Prurito in gravidanza: cause e sintomi
Il prurito durante la gestazione è un fastidio che può avere diverse cause ma che, nelle forme più lievi, può essere attenuato attraverso piccoli accorgimenti.
Può accompagnare diversi periodi della gravidanza e interessare varie parti del corpo: dalla pancia, può estendersi al seno, ma anche alle gambe, alle braccia, alle mani e ai piedi.
In genere il prurito si manifesta nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. La sua incidenza varia a seconda dell’etnia: nella popolazione europea è stimata intorno allo 0,5-1,5%.
Nella maggior parte dei casi non è una condizione preoccupante, ma più avanti vedremo che può essere il sintomo di una problematica da non sottovalutare, come la colestasi gravidica.
Il prurito localizzato sulla pancia è un disturbo molto comune, soprattutto durante gli ultimi mesi della gravidanza. Una delle cause è da imputarsi all’aumento di volume che genera uno stress eccessivo della cute. Stirandosi al massimo, la pelle spesso si strappa, dando luogo alla formazione delle smagliature. La rottura può essere appunto preceduta dal prurito.
Altre cause possono essere la presenza di disturbi dermatologici o un indebolimento del sistema immunitario.
Dal sesto mese in poi, il prurito potrebbe anche essere causato da una sorta di intolleranza al progesterone. Infine, una causa assolutamente da non sottovalutare potrebbe essere l’insorgenza, a partire dal secondo trimestre della gravidanza, del diabete gestionale, una condizione patologica che deve essere assolutamente trattata per evitare complicanze e danni al feto.
In alcuni casi, il prurito può presentarsi durante i primi mesi di gravidanza. Qui, le cause possono essere delle intolleranze alimentari che si manifestano a causa dei cambiamenti fisici e ormonali in atto, ma anche malattie dermatologiche, come l’orticaria papulare.
Prurito in gravidanza: come alleviarlo con rimedi naturali
Se il prurito non è causato da particolari patologie, esiste tutta una serie di accorgimenti e rimedi naturali che possono aiutarci ad alleviare il fastidio.
Alcune lozioni possono, ad esempio, aiutare a rinfrescare e lenire la parte, come l’acqua di rose, o un bagno con qualche goccia di menta piperita.
Per evitare il prurito sulla pancia, causato dall’eccessivo stiramento dei tessuti, fin dai primi mesi è utile praticare dei massaggi con dell’olio di mandorle dolci, di germe di grano, oppure oli con vitamina E, in modo da garantire la corretta idratazione ed elasticità della pelle. Più la cute è secca: più causerà prurito.
Esistono poi degli impasti che possono essere applicati sulla parte interessata da prurito: la prima miscela è costituita da miele e polvere di cannella, la seconda, invece, da due tazze di farina d’avena e acqua calda, da passare sull’area in cui si avverte fastidio.
Se il prurito riguarda il cuoio capelluto, si può utilizzare uno shampoo all’argilla o applicare degli impacchi di decotto di bardana.
Anche l’alimentazione vuole la sua parte! Mangiare cibi sani, infatti, aiuta ad alleviare il prurito. Innanzitutto è necessario assumere il giusto quantitativo di acqua, poi, è buona abitudine eliminare le pietanze troppo condite, con troppo sale, piccanti, speziate o grasse.
Diverso, invece, il discorso che riguarda la presenza di colestasi gravidica. Il prurito alle gambe, ai piedi, o nelle mani, può essere causato dalla presenza di problemi epatici e quindi essere uno dei segni che può indicare la presenza di colestasi.
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Problematiche, monitoraggi e accertamenti necessari
Si pensa che le cause dipendano da diversi fattori e che questa problematica si manifesti in donne geneticamente predisposte e in seguito all’interazione con diversi fattori ambientali. Di certo, un ruolo principale nell’insorgenza della colestasi gravidica è ricoperto dagli ormoni. Tutti i sintomi si risolvono dopo il parto, quando i livelli ormonali tornano alla normalità.
Come dicevamo, il sintomo principale è costituito dal prurito, di solito localizzato nel palmo delle mani e nelle piante dei piedi. Il fastidio, poi, si può estendere anche a tutto il corpo ed è associato da lesioni causate dall’istinto delle future mamme a grattarsi per trovare sollievo.
Il prurito è accompagnato da un aumento della concentrazione sierica degli acidi biliari (>10 micromol/L). In alcuni casi, si possono riscontrare alterazioni anche nelle concentrazioni di aminotransferasi, bilirubina, fosfatasi alcalina e gamma-GT.
Se non trattata e associata a elevati livelli ematici di acidi biliari, la colestasi intraepatica può avere delle importanti conseguenze a danno del feto, tra cui distress fetale, morte endouterina, parto pretermine.
Ecco perché le gestanti a rischio di colestasi gravidica non devono assolutamente sottovalutare i sintomi ed essere strettamente monitorate durante la gravidanza.
(Foto in evidenza: Naturesnurtureblog – Foto di pubblico dominio Immagini da Pexels; foto interna: newkidscenter)