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Il petricore, il profumo di pioggia che bagna la terra, ha sempre avuto un fascino particolare per l’uomo. Gli studiosi ci spiegano perché e cosa lo causa
Proprio in questi giorni, finalmente, il caldo afoso sembra poter dar spazio a qualche acquazzone estivo. Avete mai sentito pronunciare la parola petricore? No? Eppure è qualcosa che conosciamo molto bene. Il petricore è infatti il profumo di pioggia appena caduta, quel tipico odore di terra bagnata che tanto piace a molte persone.
Pochi sanno che c’è una motivazione ben precisa per la quale questo odore è così persistente e ci attrae tanto. Cerchiamo di scoprire insieme qual è.
Profumo di pioggia: tutto merito della chimica
Il termine petricore, che sta ad indicare il profumo di pioggia che sale dal terreno, è stato coniato negli anni ’60 da due scienziati australiani, I. J. Bear and R. G. Thomas.
Bear e Thomas furono i primi a scoprire che il petricore era causato da un mix di sostanze di origine batterica e oli prodotti dalle piante, che si accumulano nel suolo, durante i periodi asciutti. Tuttavia, gli esperti non riuscivano ancora a spiegarsi perché questo particolare odore venisse sprigionato subito dopo le piogge leggere.
La scoperta del MIT
A dare una risposta a questa domanda sono stati i ricercatori del MIT.
Dopo oltre 600 esperimenti e aver simulato la caduta della pioggia su 28 diversi tipi di superfici, i ricercatori hanno scoperto che la caduta di una goccia di pioggia su un materiale poroso, quale può essere il terreno, forma delle microscopiche bolle d’aria che, scoppiando, rilasciano nell’atmosfera delle particelle di aerosol. Le stesse particelle che, disperdendosi, diffondono molecole aromatiche che riproducono il tipico profumo di pioggia.
Una quantità maggiore di aerosol viene diffusa a seguito di una caduta moderata di gocce d’acqua. Ecco perché è più facile sentire il profumo in caso di precipitazioni leggere e non con forti acquazzoni.
Una fragranza primitiva
Il petricore è stato a lungo inseguito dagli scienziati e persino dai produttori di profumo. Basti pensare che in India c’era chi cercava di catturare la molecola per riprodurre una fragranza da vendere. Eppure, si tratta semplicemente dell’azione di un certo tipo di batteri.
Ma perché ne siamo così affascinati?
La molecola, che prende il nome di geosmina, è prodotta dallo Streptomyces, un genere di Attinomiceti, batteri gram-positivi aerobi, presenti nella maggior parte dei terreni sani.
Gli esperti affermano che molti animali sono sensibili a questa molecola. A essere maggiormente colpiti, però, ne sono soprattutto gli esseri umani. Si tratta di un odore molto forte, che contiene in sé qualcosa di molto primitivo. Inoltre, anche quando viene diluito, le persone possono continuare a rilevarlo.
Secondo il prof. Nielsen, dell’università di Aalborg in Danimarca, la geosmina potrebbe essere correlata ai terpeni, la fonte del profumo in molte piante.
“Spesso le sostanze chimiche vegetali che producono i nostri profumi preferiti sono diffuse dalle foglie”, spiega Nielsen. La pioggia può danneggiare queste foglie, liberandone quindi i composti.
Anche i temporali hanno il loro ruolo nella magia del profumo di pioggia. A contribuire alla fragranza, infatti, contribuisce anche lo sprigionamento di ozono, pulito e pungente. La sua diffusione sarebbe causata dai fulmini e dalle altre cariche elettriche che scaricano in atmosfera.
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