Quanto è importante assumere probiotici in gravidanza? Quando incidono sulla salute del nascituro. Le risposte degli esperti.
L’uso di probiotici in gravidanza è veramente essenziale. Abbiamo visto, ad esempio, come questi alimenti contribuiscano a garantire la corretta assimilazione delle sostanze nutritive che vengono ingerite attraverso i cibi, fungano come supporto delle difese immunitarie e aiutino a prevenire il verificarsi di fastidiose infezioni vaginali.
Ma non è tutto. Assumere probiotici in gravidanza, e somministrarli al bambino durante il primo anno di età, può aiutare a ridurre addirittura del 50% l’incidenza di allergie nei neonati ad alto rischio.
A confermarlo sono la World Allergy Organization (Wao) e il dipartimento di Epidemiologia Clinica e Biostatistica della McMaster University (Ontario, Canada) che hanno divulgato una serie di linee guida internazionali sui probiotici per la prevenzione delle malattie atopiche e autoimmuni. Proprio di questo si è parlato all’interno di un incontro tenutosi a Roma lo scorso 2 febbraio
I probiotici fanno bene, è vero, eppure non sono così diffusi quanto dovrebbero essere tra le mamme.
Come spiega Paolo Scollo, presidente Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia: “L’uso specifico di alcuni probiotici, soprattutto durante la gravidanza è oggi fortemente raccomandato sia per il benessere della madre che per quello del nascituro. Nello specifico, alcuni ceppi probiotici influenzano l’ecosistema batterico vaginale e mantengono un livello di pH adeguati prevenendo infiammazioni e infezioni come le vaginosi batteriche e le vaginiti micotiche. Condizioni particolarmente pericolose perché aumentano in maniera importante il rischio di aborto, di parto pretermine e di complicanze post-partum come l’endometrite o possono incidere sul normale sviluppo del feto e determinare un peso ridotto del neonato alla nascita“.
Ma importante, come abbiamo visto, è anche il contributo che questi preziosi nutrienti possono dare alla salute dei bambini.
Lo sa bene Giovanni Corsello, presidente Sip Società italiana di pediatria, che spiega: “Fino a poco tempo fa, in ambito pediatrico i probiotici erano impiegati per prevenire e contrastare i principali disturbi gastro-intestinali che si registrano in età evolutiva. Oggi è stato dimostrato che intervenire precocemente sulla microflora intestinale, attraverso i probiotici in fase prenatale, contribuisce a proteggere il piccolo anche da numerose forme allergiche e autoimmuni come la dermatite atopica e la rinite allergica, che colpiscono più della metà dei bambini con allergia“.
La percentuale dei bambini italiani allergici è infatti più che triplicata negli ultimi 20 anni. Da 7% che erano nel 1995, i piccoli che soffrono di allergie sono diventati oggi il 25%. Le malattie più diffuse sono: rinite allergica, asma, allergie alimentari. Ma anche la dermatite atopica ha fatto registrare un’impennata di casi.
Le linee guida stabilite dalla World Allergy Organization (Wao) e dal dipartimento di Epidemiologia Clinica e Biostatistica della McMaster University confermano dunque che vi è un netto beneficio nell’assumere probiotici durante la gravidanza. Questo beneficio riguarda sia probiotici singoli, che miscele.
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