Le piante in quanto immobili, non sono così innocue: stiamo parlando delle piante carnivore. Infatti oltre ad aver elaborato vari meccanismi di difesa, possono anche attaccare. Esse vivono principalmente in terreni poveri di nutrienti e integrano la loro alimentazione con azoto mangiando insetti e altri piccoli artropodi.
Tale caratteristica è il risultato di un adattamento in ambienti come paludi, torbiere e rocce affioranti in cui il suolo è privo di nutrienti.
Il primo a coniare il termine di “pianta carnivora” fu Francis Llyod nel 1942, mentre prima venivano chiamate semplicemente piante insettivore. La biomassa radicale è poco complessa; le piante carnivore hanno corte radici, perché tutta l’energia della pianta è spesa per la costruzione delle trappole.
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Piante carnivore con trappole a scatto
La trappola più famosa presente nel mondo vegetale è la trappola a scatto. Formata da foglie modificate in due valve, esse si richiudono quando i peli sensoriali della pianta rilevano il movimento di un insetto.
La pianta carnivora per eccellenza entrata nell’immaginario comune grazie a numerosi film è la Venere pigliamosche, nome comune di Dionaea muscipula.
La pianta presenta all’estremità delle valve dei denti che tolgono all’insetto vie di fuga. Essendo abbastanza larghi gli spazi lasciati dai denti, questa pianta riesce a mangiare soprattutto mosche e altri insetti di quelle dimensioni.
Insetti più piccoli riescono a fuoriuscire!
Non appena le valve si richiudono, la pianta digerisce l’animale con enzimi acidi digestivi.
Piante carnivore con trappole ad ascidio
Presenti nelle Nepenthes miranda, queste trappole sono foglie modificate che si ripiegano su sé stesse in modo da formare un contenitore a forma di imbuto, chiamato ascidio.
All’interno dell’ascidio, l’animale scivola inconsapevolmente come se stesse precipitando in un profondo pozzo. L’apertura della trappola è nascosta da un opercolo, una piccola fogliolina che copre l’apertura di questo scivolo della morte.
Anche qui ci sono i medesimi enzimi digestivi che spezzano le proteine dell’animale ricavandone azoto.
Le appiccicose trappole adesive
Le trappole adesive sono foglie che presentano delle ghiandole mucillaginose, con la quale secrezione inglobano l’insetto incollandone le ali.
Un esempio di pianta carnivora con questo tipo di trappola è la Drosera aliciae, che presenta sulla superficie fogliare dei peli che terminano con una gocciolina appiccicosa all’estremità che intrappolano l’animale.
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Ed infine….. piante carnivore con trappola ad aspirazione
È la trappola più ingegnosa e complicata di tutte. Si trova soprattutto nelle piante acquatiche e funziona con un meccanismo ad utricolo.
L’utricolo è una camera piena d’aria presente all’interno della pianta; quando i piccoli animaletti acquatici vengono a posizionarsi al di sopra dell’ utricolo vengono aspirati.
Infatti vengono rilevati da peli sensoriali che permettono l’inizio del meccanismo ad aspirazione; l’animale viene aspirato con tutta l’acqua circostante fino al completo riempimento della camera. Piante acquatiche che presentano questo meccanismo sono le Utricularia vulgaris.