La passiflora è una pianta rampicante coltivata in molti Paesi a clima temperato caldo.Utilizzata per lo più a scopo decorativo, possiede innumerevoli proprietà benefiche da un punto di vista erboristico. Vediamo quali.
La passiflora è una pianta molto colorata che nasconde interessanti proprietà. La più conosciuta è il suo effetto calmante e antispasmodico.
Scoperta dagli esploratori in Perù durante il XIV secolo, oggi è molto nota, sia come pianta ornamentale, grazie ai suoi graziosi fiori color bianco, azzurro e porpora, che per aromatizzare diverse bevande. Sia i suoi fiori che i su frutti sono commestibili.
Quali sono i benefici della passiflora
I principali benefici attribuiti all’uso della passiflora sono collegati essenzialmente alla sua forte capacità calmante. Alla stregua di piante come la melissa, infatti, la passiflora è particolarmente indicata per placare gli stati di ansia, le palpitazioni e battiti del cuore irregolari.
Non solo, è sfruttata anche per trattare i problemi di insonnia, anche se per curare questa particolare condizione, sono necessarie dosi più elevate. La passiflora è usata anche in caso di affaticamento, stress, depressione ed eccitazione cerebrale
La passiflora come primizia nella medicina naturale
Le sue applicazioni sono, però, anche altre: in virtù del suo effetto antispasmodico e anticonvulsivante la passiflora viene infatti utilizzata anche in caso di Parkinson e asma. È inoltre una pianta dalle proprietà antinfiammatorie che possono tornare utili, ad esempio, in caso di scottature, dolori e gonfiori.
Secondo quanto si è appreso fino ad oggi, il componente a cui può essere attribuita la maggior parte dei benefici elencati è la crisina, un flavonoide dalle potenti azioni ansiolitiche, antiossidanti e antinfiammatorie.
È capace di agire, oltre che sulla mente, anche sulla muscolatura liscia, come quella gastrointestinale e bronchiale. Proprio per questo, può ritardare, ma non evitare, l’insorgenza di crisi asmatiche e ridurre gli spasmi gastrici e la sindrome da colon irritabile di origine nervosa.
È indicata anche per i disturbi che si presentano durante la menopausa. La cosa positiva è che induce un sonno quasi fisiologico, senza causare né stordimento al risveglio, né assuefazione.
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Quali parti della pianta sono utilizzate
Per la preparazione dei rimedi erboristici sono impiegate in genere le parti aeree della passiflora: steli, fiori, foglie e frutti.
Le sue componenti, le foglie ed i rami più giovani, vengono raccolti in piena estate. Non si devono però sottovalutare le proprietà dei suoi frutti. I frutti della passiflora sono infatti molto rinfrescanti e ricchi di vitamina C. Sono conosciuti con il nome di maracuja, se parliamo di Passiflora Edulis; la pianta comune e rustica che viene coltivata in molte zone d’Italia è invece la Passiflora Caerulea, con frutti ovoidali arancioni e i tipici semi supernutrienti all’interno.
Gli infusi di passiflora sono considerati molto efficaci perché hanno un’azione molto rapida. Per quanto riguarda la preparazione e le quantità d infuso da assumere è bene chiedere consiglio ad un erborista, che valuterà in base alle peculiarità di ognuno.
Il fiore della passione e della bellezza
Curare la propria pelle conferendone un aspetto gioviale e fresco è possibile grazie ad un rimedio del tutto naturale: la crema alla Passiflora dagli innumerevoli benefici.
La polpa di questo particolare fiore di origine sub-tropicale, abbinata ad altri estratti quali vitamina E ed elementi provenienti dalla soia, è in grado di conferire alla pelle un aspetto estremamente morbido, radioso e seducente, senza trascurare immediati effetti anti-age, grazie alla presenza dei due nobili oli presenti nei suoi fiori: quello di Cartamo ricco in acidi grassi Omega-6 e quello di semi di Passiflora che concentra acido linoleico ed un elisir di acidi grassi essenziali, fondamentali per rendere le cellule e i tessuti di tutta l’epidermide, tonici ed elastici.
Controindicazioni
L’assunzione di infusi o tisane a base di passiflora è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento.
Questo perché alcune delle molecole in essa contenute possono causare contrazioni uterine. Il suo utilizzo è inoltre sconsigliato nelle due settimane precedenti un eventuale intervento chirurgico, perché potrebbe interferire con l’anestesia e con altri farmaci che agiscono a livello cerebrale. La stessa cosa vale per i sedativi: combinarli potrebbe portare a una sonnolenza eccessiva. Infine, non deve essere associata alla caffeina, perché potrebbe provocare un innalzamento della pressione sanguigna.
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