Siamo in Veneto, nel Parco della Lessinia. Proprio quest’ultimo ha visto sfilare in questi giorni, lungo i suoi sentieri, 10 mila persone.
La marcia è giunta al culmine delle mobilitazioni seguite all’annuncio della giunta regionale di Luca Zaia di tagliare ampie porzioni dello storico parco.
Si parla del 18% della sua estensione, per un totale di oltre 1700 ettari.
Le opinioni dei politici e degli ambientalisti
Secondo la giunta di Centrodestra, supportata da cacciatori, allevatori, malgari e alcuni amministratori locali, l’operazione di taglio si renderebbe necessaria per contrastare, in particolare, la proliferazione dei cinghiali, ritenuti un flagello per l’agricoltura.
Sull’altro fronte troviamo il mondo ambientalista e le opposizioni, principalmente il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, che puntano il dito contro la lobby della caccia e contro i possibili danni ambientali derivanti da una cementificazione selvaggia.
Dopo la partecipatissima marcia per dire no al taglio del Parco della Lessinia, lo stesso WWF ha ricordato che il parco:
- protegge ambienti di grande valore naturalistico
- ha al suo interno siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale della Rete Natura 2000
- conserva la biodiversità del nostro continente
Quest’anno, oltretutto, si celebrano i 30 anni dalla sua istituzione ed è paradossale, a detta della nota associazione ambientalista, decidere di tagliarlo piuttosto che festeggiare quest’importante traguardo.
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L’oggetto del contendere
L’oggetto del contendere è il progetto di legge 451, presentato al presidente del Consiglio il 17 luglio 2019 dai consiglieri regionali veronesi Montagnoli, Valdegamberi e Corsi.
Parliamo di un progetto di legge al quale la Commissione regionale per le politiche ambientali ha dato parere favorevole il 16 gennaio.
Nel caso in cui questa proposta superasse tutto l’iter previsto, il Parco verrebbe ridotto da circa 10.000 a 8211 ettari, con gli ettari mancanti in cui sarebbe possibile praticare la caccia, in particolare quella al cinghiale.

L’importanza storico-naturalistica del Parco della Lessinia
Il Parco della Lessinia, come noto, è stato istituito nel 1990 e racchiude una sorprendente varietà di testimonianze naturalistiche, storiche e archeologiche dal valore inestimabile. Parliamo di :
- fenomeni carsici
- vari monumenti naturali (Abisso della Spluga della Preta, Covolo di Camposilvano, visitato da Dante Alighieri quando era ospite degli Scaligeri a Verona)
- le città di roccia (Valle delle Sfingi)
- Ponte di Veja, tra i più grandi e bei ponti naturali d’Europa
- Pesciara di Bolca, una cava da cui si estraggono fossili risalenti all’Eocene
- grotta di Fumane, un archivio storico che documenta le frequentazioni dell’uomo di Neanderthal e dei primi Homo sapiens.
La parte più settentrionale dell’Altopiano, inoltre, raccoglie le testimonianze della Grande Guerra, ossia trincee, gallerie e mulattiere.
Numerosi sono i sentieri del Parco da percorrere a piedi, in mountain-bike o a cavallo.
La flora varia in base alle altitudini: nelle zone collinari troviamo:
- carpini
- querce
- castagni
Nella media montagna boschi di faggio e abeti, a quote più elevate alti pascoli e nelle aree sommitali il pino mugo, il rododendro e l’ontano verde.
Anche la fauna è ricca. Nel Parco troviamo:
- cervi
- caprioli
- camosci alpini
- marmotte
- volpi
- donnole
- faine
- lepri
- scoiattoli
- ghiri
Non mancano aquile reali, il falco pellegrino, il gallo cedrone, fagiani di monte, civetta capogrosso, picchi e merli.