Sigarette elettroniche vietate nei luoghi pubblici chiusi e stop alla vendita del prodotto ai minorenni. È questa la posizione, esplicitata nelle ultime ore, dell’Organizzazione mondiale della sanità in merito ai dispositivi elettronici utilizzati in sostituzione delle comuni sigarette.
Secondo l’Oms, il prodotto sarebbe “un grave pericolo per l’adolescente e per il feto”, avendo l’esposizione alla nicotina conseguenze a lungo termine sullo sviluppo del cervello. Questo, in sintesi, quanto contenuto in un documento redatto in vista della Conferenza delle Parti (COP) alla Convenzione quadro dell’Oms sul tabacco che si terrà dal 13 al 18 ottobre a Mosca.
La sigaretta elettronica è una tematica che da tempo accende gli animi di chi, da un lato, sostiene il prodotto affermandone i vantaggi in rapporto all’utilizzo delle sigarette tradizionali e chi, invece, presenta studi sulla nocività delle sostanze in esso contenute. In mezzo una regolamentazione spesso incerta e carente sotto diversi punti di vista.
Già in un precedente articolo, ad esempio, abbiamo pubblicato i risultati di uno studio condotto in California, attraverso il quale alcuni ricercatori hanno evidenziato la presenta di metalli tossici, sia nel liquido della sigaretta che nel vapore. In un’altra occasione ancora, invece, abbiamo riportato i dati di uno studio, effettuato dall’Università Federico II di Napoli, che avrebbe evidenziato la presenza di piombo, arsenico, cromo e altri metalli pesanti nei liquidi delle sigarette elettroniche commercializzate nel nostro Paese.
In entrambi i casi, le aziende produttrici hanno risposto alle accuse, affermando il rispetto delle normative vigenti e assicurando elevati standard di qualità e sicurezza dei dispositivi.
Adesso, l’Oms ribatte con un altro documento in cui presenta “elementi di prova sufficienti per mettere in guardia bambini e adolescenti, donne in gravidanza e in età fertile contro l’uso di inalatori di nicotina elettronici (sigarette elettroniche in primo luogo)”.
Secondo quanto si apprende dagli organi di stampa internazionali, i dati presentati dall’Organizzazione dimostrerebbero che l’aerosol prodotto dagli inalatori aumenta il rischio di esposizione dei non fumatori alla nicotina e a un certo numero di sostanze tossiche. Le restrizioni all’utilizzo dei dispositivi dovrebbero permanere, almeno fino a quando non sarà provato che i vapori emessi non sono pericolosi per le persone che vi stanno intorno.
Nonostante questo, fa sapere l’Oms, l’uso della sigaretta elettronica “adeguatamente regolamentata e da adulti fumatori regolari in completa sostituzione delle sigarette convenzionali” è probabilmente meno tossica per il fumatore rispetto alla normale sigaretta.
La necessità di imporre un divieto all’utilizzo della sigaretta elettronica in luoghi pubblici chiusi non riguarda solo le conseguenze dirette del fumo passivo sulle persone che ne inalano i vapori. I timori, infatti, trovano un altro fondamento in un recente studio effettuato dal Centers for disease control and prevention (Cdc), organismo sul controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti.
Secondo lo studio, basato su sondaggi condotti tra il 2011 e il 2013, i giovani non fumatori sono attratti dalle sigarette elettroniche, più di quanto non lo siano da quelle tradizionali, cosa che li incoraggerebbe a sperimentarle. Una volta provate, però, la loro scelta verterebbe poi sulle sigarette convenzionali.
Nel 2013, più di 263.000 ragazzi statunitensi che non avevano mai fumato hanno sperimentato il dispositivo elettronico. Tre volte tanto i dati del 2011, fissati a 79.000. Il 43,9% di quelli che l’hanno provato si dice tentato dal fumare le tradizionali sigarette entro l’anno successivo, numero doppio rispetto a quanti non hanno mai fumato.
L’Italia, ricordiamo, lo scorso novembre ha permesso l’utilizzo delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici, fatta eccezione per scuole ed ospedali.
Nel frattempo, i sostenitori dei dispositivi elettronici affermano che le e-cigarette continuano a essere una scelta molto meno nociva rispetto al tabacco, portando a sostegno della loro tesi ricerche che dimostrerebbero che il dispositivo ha già aiutato molti fumatori a smettere.
(Foto: Chris F)