La Commissione europea afferma che 210 miliardi di euro in più saranno necessari nei prossimi cinque anni per pagare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili russi.
L’UE prevede un aumento “massiccio” dell’energia solare ed eolica e un aumento a breve termine del carbone, per porre fine alla sua dipendenza dal petrolio e dal gas russi il più rapidamente possibile. Alti funzionari hanno ammesso che, a breve termine, la corsa all’abbandono del gas russo significherebbe bruciare più carbone ed energia nucleare. Si riavvicina quindi al carbone e al nucleare. Decisamente una sconfitta in termini climatici, di impatto ambientale e inquinamento.
Ma l’eliminazione graduale del gas russo significa che le centrali elettriche a carbone “potrebbero anche essere utilizzate più a lungo del previsto”, afferma la strategia dell’UE. La decisione di abbandonare il gas russo ha anche portato a una corsa per aumentare le importazioni europee di gas naturale liquefatto (GNL) da paesi come gli Stati Uniti e il Qatar, nonché di gasdotti dall’Azerbaigian.
La commissione ha affermato che sarebbe necessario spendere fino a 12 miliardi di euro – circa il 6% dei 210 miliardi di euro extra necessari – per costruire terminali GNL e aggiornare gli impianti petroliferi per consentire agli Stati membri dell’UE di passare a combustibili fossili non russi.
“Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza energetica dalla Russia il più rapidamente possibile. Lo possiamo fare. Oggi presentiamo il RePowerEu per questo. Possiamo sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli: dal lato della domanda, con il risparmio energetico. Dal lato dell’offerta, diversificando le nostre importazioni di energia dai combustibili fossili e accelerando la transizione verso l’energia pulita”, ha annunciato la presidente della Commissione Ue. “Mobilitiamo quasi 300 miliardi di euro. Circa 72 euro miliardi di sovvenzioni e 225 miliardi di euro di prestiti”, spiega. E, per ridurre la dipendenza dalle importazioni dalla Russia, l’Ue apre le porte ad atomo e carbone.
La Commissione ha proposto che il 45% del mix energetico dell’UE dovrebbe provenire da fonti rinnovabili entro il 2030, un anticipo rispetto all’attuale obiettivo del 40% suggerito meno di un anno fa. I funzionari vogliono anche ridurre il consumo di energia del 13% entro il 2030 (rispetto al 2020), rispetto all’attuale proposta di un risparmio del 9%.
“Proponiamo di rendere obbligatori i pannelli solari per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Questo è un piano ambizioso ma realistico”. Lo annuncia la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presentando il RePowerEu. Attualmente il solare copre circa il 6,5% della generazione di elettricità italiana con una potenza installata di 25 Gigawatt/ora, meno della metà rispetto alla Germania. L’obiettivo fissato dal Piano per la transizione ecologica è di raddoppiare la capacità da solare ed eolico per un installato totale di rinnovabili tra i 125 e i 130 Gw. Gli impianti per le rinnovabili diventano “prevalente interesse pubblico” per legge per accelerare i permessi e obiettivi più ambiziosi per le energie pulite al 2030. Sono questo gli elementi principali del piano della Commissione europea per aumentare la produzione di rinnovabili.