Facciamo un esempio? ci alziamo la mattina, facciamo colazione con i cheerios, magari accompagnati da una tazza di caffè (naturalmenteNescafè) o del buon latte Latière e un bel bicchiere di San Pellegrino. A pranzo una bella pasta Buitoni, un bel gelatino Motta, per digerire facciamo sport, giusto per rimanere in forma, allora perche non usare un PowerBan? E la sera? Massi, dedichiamoci a bimbi, diamogli un bel Fruttolo, cosi non fanno i capricci, e ai nostri amici animali un bel Friskies e poi a nanna. E domani non abbiate paura, a voi ci penserà ancora la Nestlè, con prodotti diversi ovviamente, mica hanno solo questi. Infatti al momento la multinazionale Svizzera puo’ vantare un ventaglio di 189 grandi marchi, mica poco. Ma sotto questa egemonia, come ogni storia che si rispetti, c’è sempre qualcosa da analizzare e scoprire, e come San Tommaso noi siamo pronti ad analizzare la ricetta di tale successo.
Nel 1905, la Nestlé si fuse con la Anglo-Swiss Condensed Milk Company, dando il via ad una vertiginosa crescita che coinvolse in seguito nazioni del calibro di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Spagna. Durante la Prima guerra mondiale crebbe la richiesta di prodotti caseari, e la produzione della Nestlé raddoppiò prima della fine del conflitto.
Dopo la fine del conflitto il mercato caseario tornò a normalizzarsi e gran parte dei consumatori tornarono al latte fresco. La Nestlé rispose a questo mutamento di contesto modificando la propria linea aziendale, riducendo il proprio debito e iniziando a espandersi nel settore della produzione del famosissimo cioccolato, a tutt’oggi la seconda attività più importante dell’azienda.
La fine della seconda Guerra Mondiale fu l’inizio di una fase molto dinamica. La crescita dell’azienda fu accelerata e furono portate a termine numerose acquisizioni. Nel 1947 la Nestlé si fuse con la Maggi, seguirono Crosse&Blackwell (1950), Findus (1963), Libby’s (1971) e Stouffer’s (1973). Fu inoltre realizzata nel 1974 una shareholding con L’Oreal, che rese ufficiale l’allargamento degli interessi commerciali, ormai usciti dal guscio alimentare. Nel 1977 l’espansione continuo’ con l’aquisizione di Alcon Laboratories e nel 1984 si aggiunse anche la compagnia americana Carnation.
Con la nascita del mercato globale, datata nella meta’ degli anni ’90 la Nestlé si affaccio’ su importanti mercati nei quali emergenti. Negli anni successivi avvennero nuove importanti acquisizioni: Sanpellegrino nel ’97, Spiller Petfoods nel ’98, Chef America, Ralston Purina e Dreyer’s nel 2002 e per finire la Gerber nel 2007.
Fin dagli ultimi anni del settanta, la Nestlé è stata oggetto di numerose critiche per la sua politica commerciale, che hanno fatto nascere numerosi movimenti di opposizione a questa azienda, iniziati su vari fronti e in diversi paesi, tutti riuniti in un comitato chiamato International Nestlè Boycott Committee, che ha in Jean Ziegler uno degli esponenti di spicco in materia di critiche.
La stessa UNICEF dichiara che la sostituzione dell’allattamento materno con il latte in polvere, porterebbe nei paesi del Terzo mondo alla morte di circa un milione e mezzo di bambini ogni anno, a causa di problematiche legate alla difficoltà di sterilizzazione dell’acqua e dei biberon utilizzati, fatto che comporta un aumento dei rischi di mortalità post-neonatale rispetto all’allattamento naturale.
Per queste ragioni l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS) adottò il 22 maggio del 1981, l’International Code of Marketing of Breast-milk Substitutes, un regolamento internazionale sulla promozione di surrogati del latte materno, linea guida non legalmente vincolante al quale la Nestlé aderì nel 1982
I controlli eseguiti nel 1988 dalla International Baby Food Action Network riscontrarono delle infrazioni da parte dell’azienda e di altre compagnie produttrici di latte per neonati e provocarono la ripresa del boicottaggio dell’azienda nato nel 1977 e successivamente interrotto con la sua adesione al Codice dell’OMS
Diverse indagini hanno mostrano come la Nestlé ed altre compagnie produttrici di latte in polvere per neonati negli ultimi anni abbiano ripetutamente infranto il Codice internazionale dell’OMS al quale hanno ufficialmente aderito, in particolar modo nelle regioni meno sviluppate del pianeta.
Per completare questa interessante lista, ricordiamo che la L’Oreal, marca di cosmetici francese facente parte del gruppo Nestlé, é stata recentemente fatta oggetto di un boicottaggio denunciante gli allucinanti esperimenti perpetrati a danno di animali per testare la cancerogenicità dei propri prodotti. Ancor più recentemente la multinazionale Nestlé é stata accusata di utilizzare nei suoi prodotti alimentari cereali e derivati manipolati geneticamente (un esempio é la pasta per torte della Leisi).
tutto ciò che va contro un’etica morale… è immorale (Y)