Indice dei contenuti
Una pianta che produce più energia del petrolio? Esiste! Si chiama Miscanthus Giganteus e ha caratteristiche uniche.
Viene già impiegata in Cina, negli Stati Uniti, in India con ottimi riultati. La Miscanthus Gigante o Giganteus ha una resa energetica elevatissima. Alcune ricerche stimano che, se coltivata anche in Europa, potrebbe coprire il fabbisogno energetico del continente per almeno il 9%. In Italia sono nati solo dei piccoli progetti a riguardo, ma si può fare molto di più…
Miscanthus gigante: caratteristiche
Il Miscanthus è una graminacea perenne, che può arrivare fino a 4 metri d’altezza. Da qui il nome di Giganteus, gigante, nella denominazione ufficiale. Scientificamente è definita come ibrido tripoide, è una pianta rustica che resiste sia alle basse che alle alte temperature.
La sua origine è stata individuata ad Oriente, nella Cina settentrionale e nella Siberia sud-orientale.
È molto versatile e si adatta a una grande varietà di suoli con caratteristiche diverse. Ma la coltivazione migliore avviene su terreni ben drenati, con un pH tra 5.5 e 7.5.
Miscanthus: resa energetica
Questa enorme graminacea viene generalmente utilizzata come ‘combustibile’ per impianti a biomasse.
Sono almeno 3 le ragioni per cui dovrebbe essere preferita ad altri combustibili bio.
Innanzitutto la resa del raccolto.
Per ogni acro coltivato con Miscanthus gigante, viene prodotto un residuo secco tra le 10 e le 15 tonnellate. Molto di più rispetto a mais e switchgrass (Panicum virgatum).
In secondo luogo, la pianta riduce la presenza di anidride carbonica nell’aria. È stato stimato che a fronte di una produzione di 1134 kg (2,500 libre) di CO2 per la coltivazione, le radici e il rizoma della Miscanthus riescono a ‘intrappolare’ nel terreno 3629 kg (8,000 libre) di anidride carbonica.
A stupire di più è però la resa energetica della pianta. Ogni ettaro della graminacea coltivato può avere la stessa resa di 70-80 quintali di petrolio, oppure 12/15mila litri di gasolio.
Biomassa dal Miscanthus: problemi potenziali
Come in tutte le cose, anche questa pianta può presentare alcune difficoltà. Sono stati registrati difficoltà nella riproduzione, alti costi di avvio delle coltivazioni e difficoltà di trasporto del materiale essiccato.
Si tratta però di problemi minori a fronte degli enormi vantaggi in termini ambientali ed economici che potrebbe produrre.
Foto in evidenza: Tauʻolunga
FONTI:
Studio della Università dello Stato dell’IOWA