Dopo il Fipronil che ha contaminato le uova di mezza Europa nelle scorse settimane, questa volta è la melammina ad attirare l’attenzione delle autorità preposte a richiami e ritiri. A destare preoccupazione, un lotto di posate da tavola per bambini. Ma non è l’unico caso di allerta di questa settimana.
Ecco gli altri.
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Melammina in posate per bambini
I prodotti oggetto di allerta questa settimana sono vari.
Partiamo dai prodotti di mare. La prima allerta riguarda la presenza di sesamo e soia non dichiarati in etichetta in salmone refrigerato proveniente dalla Germania. Ancora, è stata segnalata la presenza di mercurio in due lotti di lombi di pesce spada proveniente dalla Spagna e confezionato sottovuoto. Un conteggio troppo alto di Escherichia Coli, invece, è stato trovato in mitili vivi della Grecia.
La presenza di ingredienti non dichiarati in etichetta riguarda anche un budino proteico a marca Clarou (confezione da 400 g; gusti vaniglia, cioccolato, cookies; lotti richiamati: 16015625, 16018392, 1700008057, 1700008059, 1700013143, 1700017660, 1700017663, 1700017782, 1700022405, 1700022496 y 1700023707) proveniente dalla Spagna, in cui è contenuto siero di latte, non indicato sulla confezione.
Infine, questa allerta non riguarda prodotti alimentari, sono state trovate tracce di melammina in posate in fibra di bambù appartenenti a un set da tavola per bambini, a marca Bloomingville, (numero articolo: 47408797-63206; codice a barre: 711173176922) provenienti dalla Cina.
I danni della melammina e delle altre plastiche
Piatti e posate in melammina hanno caratteristiche che li rendono molto appetibili sul mercato. Sono colorati, divertenti, molto duri e quindi difficilmente si rompono. Costano poco. Per tutte queste ragioni sono spesso impiegati per l’alimentazione dei più piccoli.
Il problema con la melammina è che, quando il cibo che vi mettiamo è molto caldo (in particolare quando mettiamo un piatto nel microonde), viene trasferita negli alimenti e quindi nell’organismo dei bambini.
Una ricerca dell’università di Kaohsiung a Taiwan, ha dimostrato che c’è una correlazione tra l’assunzione di melammina e il rischio di sviluppare calcoli renali. Anche a basse dosi.
Un caso eclatante è avvenuto nel 2008 in Cina. Qui la sostanza veniva aggiunta al latte in polvere per neonati, per aumentarne il contenuto proteico. Bambini anche molto piccoli morirono a causa dell’insufficienza renale provocata dalla melammina.
Il problema è anche che i rischi della melammina non sono stati sufficientemente indagati. Come ha spiegato anche l’EFSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, sono necessarie ulteriori indagini di laboratorio per capire i rischi legati al consumo della sostanza.
In generale, le plastiche a contatto con gli alimenti sono raramente una buona idea. In questo video di Report, Milena Gabanelli ci spiega tutti i danni della plastica a contatto con gli alimenti:
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Non solo melammina: tutti gli altri casi di allerta di questa settimana
Nella lista dei casi di allerta diffusi in Italia questa settimana, sono presenti anche prodotti che non richiedono un intervento urgente. Tra questi, ci sono degli sgombri refrigerati provenienti dalla Norvegia, in cui è stata trovata un’infestazione parassitaria. Ancora, all’interno di roastbeef proveniente dall’Argentina, è stata evidenziata la presenza di tossina di Shiga, prodotta dal gruppo Escherichia Coli.
Chi consuma pesce spada, deve prestare attenzione a prodotti scongelati e sottovuoto spagnoli, in cui sono state rinvenute tracce di mercurio. Segnalata anche la migrazione di cobalto da lastre ceramiche dalla Cina, via Hong Kong e via Paesi Bassi.
I prodotti respinti alla frontiera
Tra i lotti respinti alle frontiere, sono presenti funghi secchi italiani che hanno superato il termine minimo di conservazione e dotati di scarsa documentazione per la tracciabilità. La tossina di Shiga è stata trovata anche in manzo congelato dal Brasile.
H4. Pesticidi nei pomodori italiani
I ritiri riguardano anche prodotti italiani. In Francia, è stato ritirato dal mercato un lotto di mortadella con pistacchi, contenente Listeria. In Croazia, invece, pomodori contenenti residui di pesticidi (clorpirifos).