Due italiani a Mosca: potevano chiamarlo così questo video-corto girato con un cellulare dove i due si riprendono mentre comprano un farmaco che esiste in Russia da decenni e che la maggior parte dei russi neppure conosce. Improvvisamente diventa la panacea per sconfiggere il COVID-19. Ma davvero la cura contro il coronavirus i russi ce l’hanno già e si chiama Arbidol?
La Russia è l’unica grande nazione dell’emisfero nord che denota dati molto bassi di contagiati, malgrado molte migliaia di km di confine con la Cina, tanto che si è ipotizzato anche a un grande filtraggio di notizie e una poca correlazione con la realtà, visti i numeri con il resto d’Europa.
Ecco, in questi casi basta dare delle risposte, risposte qualsiasi, – la gente se ne sceglierà una e ci crederà. Una di queste risposte se la sono data da soli due italiani qui a Mosca il fine settimana scorso all’aeroporto Sheremetyevo. Perché i russi non si ammalano? Ma certo, hanno l’Arbidol!
In Italia il Codacons, ha appena inviato una richiesta ad Aifa e Ministero della salute chiedendo ai due organi sanitari di avviare una indagine sul farmaco Arbidol, al centro negli ultimi giorni dell’attenzione dei mass media in quanto possibile rimedio nella cura del coronavirus. Questo sarebbe disponibile in Russia, ma non in altri paesi europei.
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500 rubli, al cambio attuale dopo la svalutazione dovuta al petrolio, sono poco più di 6 euro. Lo trovi in tutte le farmacie, è da banco, non serve la ricetta. Considerato una via di mezzo tra medicina omeopatica e tradizionale non è altro che uno dei tanti preparati che si trovano qui per aumentare le risposte immunitarie durante i lunghi inverni russi.
Se senti i farmacisti ti diranno – “ma sì Arbidol… Lopinavir, Ritonavir, Ribavirina inalatoria, Clorochina fosfato, ma forse anche meglio Interferon Alfa o al limite Amiksin. Compra quello che ti pare ma non ti credere, è tutta roba che serve solo a migliorare le risposte immunitarie (al limite) e contenere i sintomi, non ci sperare che se arriva il coronavirus in città non ce lo prendiamo tutti comunque”.
Eppure è bastato un video postato sui social e già il giorno dopo arrivavano nei socials post con richieste informazioni su questa fantomatica panacea e nella messaggeria privata richieste addirittura di acquisto. E molte pagine hanno subito chiamato “bufala” questa operazione e giù sono partite le solite sequele di insulti.
Sembra incredibile ma alla casa farmaceutica è bastata una buona pubblicità e una confezione con su disegnato un bel coronavirus stilizzato per far breccia in Italia prima ancora che sugli stessi russi. E tutto grazie ad un solo video postato sui social, per altro di fattura piuttosto modesta, se dirla tutta.
Guarda il video dei due italiani a Mosca con l’Arbidol
Ora, la zingarata ci può stare, però qui siamo in una fase delicata, qui se sbagliamo le analisi adesso rischiamo di farci male sul serio. Tutti quanti. Non è tempo di falsi miti, bufale, scherzi o, voglio escludere, tentativi di affari facili.
Sì perché una cosa sono gli scherzi, una cosa se si venisse a sapere che c’è gente che compra farmaci da banco in Russia a 6 euro e poi li rivende in Italia ad anziani spaventati a centinaia di euro. Allora lì dalla zingarata si passerebbe alla bastardata nonché al codice penale, sia russo che italiano.
Sono convinto che non sia questo il caso dei signori del video, anche perché uno dei due ha mostrato la carta di imbarco con tanto di nome e cognome e non si può che desumerne quindi la buona fede.
Insomma, non per deludere le vostre speranze, ma non posso affatto confermarvi che i russi abbiano già la medicina giusta contro il coronavirus e sia per questo che non si ammalino.
Se volete comprare l’Arbidol o qualsiasi altro preparato che si trova nelle farmacie di questo Paese abituato a combattere 6 mesi all’anno con infestanti delle vie respiratorie di tutti i tipi, bene, aiuterà magari le difese immunitarie e quelle psicologiche, ma non sperate che la sfida al virus la vinceremo così.
La sfida si vincerà approntando prima di tutto più posti letto, rafforzando la sanità, sia in Russia che in Italia che nel resto del mondo. Bisognerà imparare a dare il giusto valore alle cose – prima vengono la salute e gli interessi veri dei cittadini, poi vengono tutte le altre cazzate.
Bisognerà imparare la disciplina ma anche la moderazione e la capacità di mantenere la calma. In Italia siamo passati dall’invitare ad andare a cena al ristornate cinese e al “NO al rinunciare alla movida”, al “mettiamo in galera tutti quelli che vogliono farsi una passeggiata”. Il bello, magari non ci avrete fatto caso, è che quelli che prima invitavano a uscire e continuare come niente fosse (soffiando sul focolaio iniziale) sono gli stessi che adesso danno dell’irresponsabile a coloro che portano a fare la pipì il cane.
Bisognerà anche che piano piano troveremo il modo di immunizzarci, senza congestionare gli ospedali. Perché prima o poi dalla tana dovremo pur uscire fuori, una quarantena a vita non la potremo certo fare. Questo argomento in qualche modo andrà affrontato.
Riflettiamoci un attimo – a Wuhan non ci sono quasi più casi perché? Perché si sono isolati o perché intanto che si isolavano tiravano su due ospedali e davano modo al virus di sfogare e alla cittadinanza di immunizzarsi? Adesso non si infettano più perché da quelle parti il virus è miracolosamente scappato dalle strade o perché oramai funziona la cosiddetta immunità di gregge? Due ospedali in 10 giorni, altro che Arbidol.
Farsi tante illusioni sui farmaci portentosi non serve – il motivo per cui in Russia il COVID non ha ancora attecchito come in tanti altri Paesi c’entra davvero poco con le medicine miracolose. Controlli più rigidi alle frontiere da subito, maggiore disciplina, clima diverso (sabato sera ha fatto una tempesta di neve e siamo scesi a -6° C), magari anche un po’ di fortuna, chi lo sa. Ma sono in pochi ad essere veramente convinti che la fortezza resisterà ancora a lungo.
Si respira una strana aria da ‘Linea Maginot’ oramai a Mosca, con sempre più controlli per la febbre, sempre più scuole chiuse, permessi, telelavoro, sapone, disinfettanti, distanze, prudenza ma, soprattutto, notizie di grandi lavori in periferia per un nuovo ospedale, aziende che si dice si siano messe a produrre attrezzature a pieno regime, ventilatori in arrivo.
Con calma il russi preparano la trincea e affilano le baionette. Sarà lunga e sarà dura, ma non si potrà fermare la città. Pensare che passerà tutto con una compressa miracolosa significa non voler affrontare la realtà.
Da un articolo di Alessio Trovato – sputniknews.com
Chiaro, semplice, logico.