L’ ivermectina, farmaco per combattere la scabbia e i vermi, rende il sangue degli uomini velenoso per le zanzare, aiutando a debellare la malaria. Ecco la scoperta fatta da un gruppo di ricercatori del Kenya
L’ ivermectina, uno dei più famosi farmaci adoperato contro i parassiti intestinali, rende il sangue dell’uomo tossico per le zanzare. La sorprendente scoperta è frutto di un lavoro di ricerca condotto da un gruppo di ricercatori in Kenya. I risultati dello studio potrebbero dare nuova speranza nella lotta contro la malaria e altre malattie veicolate dagli insetti.
Ivermectina: cos’è e perché può uccidere le zanzare
L’Ivermectina è un farmaco antielmintico, utile a favorire l’espulsione o la distruzione dei parassiti intestinali.
In genere, è adoperata per trattare la strongiloidosi e per tenere sotto controllo l’oncocercosi causata dal nematode Onchocerca volvulus. Non solo. È utilizzato per curare le malattie provocate dai parassiti, come cecità fluviale ed elefantiasi.
Ora, grazie al lavoro di un team di ricercatori kenioti, sembra che possa fungere da importante alleato contro la malaria e le zanzare che veicolano la malattia.
L’efficacia contro malaria e zanzare
Questa sua capacità è stata scoperta la prima volta grazie a uno studio condotto in Burkina Faso dalla Colorado State University e l’Istituto di ricerca scientifica burkinabè.
Secondo il lavoro dei ricercatori, il medicinale ha un effetto tossico sulle zanzare che veicolano la malaria. Chi assume Ivermectina, infatti, diventa inconsapevolmente un’arma contro gli insetti che dopo aver punto finiscono per indebolirsi o morire.
La prima sperimentazione, che risale al 2015, ha rilevato un calo del 16% di casi di malaria nei bambini, in otto villaggi, in metà dei quali il farmaco è stato somministrato ogni 3 settimane.
Secondo i ricercatori, il merito dell’ivermectina sarebbe quello di attaccare il sistema nervoso delle zanzare, che non riesce più a controllare i muscoli.
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I risultati della nuova ricerca
La capacità dell’ivermectina di rendere il sangue umano tossico per le zanzare è stata confermata anche da una più ampia ricerca condotta dal team del Kenya Medical Research Institute (KEMRI), in collaborazione con Il Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e altri ricercatori provenienti da tutto il mondo.
I risultati dello studio, pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, mostrano infatti che l’aggiunta di dosi elevate di ivermectina ha un effetto maggiore e prolungato sulla mortalità delle zanzare.
Secondo il dottor Menno Smit, uno degli autori della ricerca, si tratta di un tipo di intervento che potrebbe supportare le campagne condotte con farmaci antimalarici. Una soluzione per uccidere sia le zanzare che i parassiti.
Il team ha valutato l’effetto di dosi da 2 a 4 volte superiori rispetto agli standard. I ricercatori hanno dimostrato così, innanzitutto la sicurezza per le persone a cui veniva somministrato il farmaco. Ma anche che quest’ultimo uccideva regolarmente le zanzare che si erano nutrite del sangue dei soggetti trattati per almeno 28 giorni. Questi risultati suggeriscono che l’ivermectina ha il potenziale per diventare un nuovo strumento per controllare e debellare la malaria:
«L’impatto del medicinale sulla mortalità delle zanzare, la lunga durata dell’effetto e la tollerabilità ne fanno un nuovo promettente strumento per il controllo della malaria. Ha inoltre una diversa modalità di azione rispetto ad altri insetticidi: potrebbe quindi essere efficace anche contro le zanzare che riposano e si nutrono all’aperto, così come gli esemplari resistenti agli insetticidi standard adoperati», ha spiegato il professor Feiko ter Kuile, tra gli autori principali della ricerca.