Se per le multinazionali il petrolio è una ricchezza, per gli indigeni è una maledizione ma per fortuna, in tutto ciò, c’è il caso, a lieto fine, degli indigeni dell’Amazzonia peruviana.
Per loro, la Corte di Giustizia dell’Institute of Legal Defense (IDL) ha preso un’importante decisione: ha stabilito che il Governo deve escludere le regioni abitate dalle popolazioni indigene dell’Amazzonia, vicino al confine con il Brasile, da qualsiasi esplorazione e sfruttamento petrolifero.
Parliamo di una sentenza storica. A riguardo l’avvocato Maritza Quispe, dell’IDL, dice: “è la prima a favore degli indigeni peruviani in isolamento volontario contro le compagnie petrolifere. Quasi il 98% del territorio degli indigeni in isolamento volontario si trova sopra 3 lotti di petrolio”.
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Come si è arrivati alla sentenza storica a favore degli indigeni peruviani
L’Organizzazione Regionale dei Popoli Indigeni dell’Est, nel 2017, aveva portato in causa il Governo e l’agenzia statale per l’energia Perupetro per richiedere la sospensione delle autorizzazioni, già concesse al Governo, per consentire lo sviluppo di 3 fonti di estrazioni petrolifere nella regione di Loreto, situata nell’Amazzonia settentrionale del Perù.
Il Ministero per l’energia e le miniere del Perù e la compagnia Perupetro avevano pianificato di sviluppare zone petrolifere nel parco nazionale della Sierra del Divisor, sede di gruppi indigeni che vivevano in isolamento volontario, che sono stati riconosciuti dal Governo nel 2018 e 2019, secondo fonti governative.
L’estrazione petrolifera avrebbe minato fortemente la sopravvivenza indigena
Il progetto avrebbe minacciato fortemente la sopravvivenza delle comunità indigene, inquinando i fiumi, disboscando parti di foreste ecc.
Già nel 2014, una fuoriuscita di petrolio dagli impianti estratti della compagnia Perupetro aveva contaminato diversi corsi d’acqua e all’inquinamento si erano aggiunte le storie di molti indigeni costretti a spostarsi continuamente per ricevere assistenza medica per contrastare problemi digestivi, anemia ecc. legati all’ingestione di acqua contaminata.
L’Institute of Legal Defense ha dato finalmente ragione ai gruppi indigeni, sentenziando che lo Stato del Perù deve stabilire una zona di protezione nell’area amazzonica in questione, escludendola da esplorazioni volte all’estrazione petrolifera o di altri minerali.
Inoltre ha esortato il governo peruviano a prevedere maggiori tutele per la regione, dichiarata area protetta dal 2015.