Nelle produzioni agricole ormai è molto diffuso l’uso di sostanze chimiche, dai fertilizzanti ai pesticidi, pensate e progettate per distruggere parassiti e funghi che infestano le piante.
Solo dopo molto tempo ci si è resi conto che alcune di queste sostanze possono mettere in pericolo il nostro ecosistema, distruggendo gli insetti impollinatori come le api.
Alcune di queste sostanze sono state bandite dall’unione Europea ma sembra che le azioni intraprese non bastino a tutelare la salute delle api. Purtroppo, infatti, si conosce ancora poco sui residui che possono essere presenti nelle piante ornamentali vendute nel nostro continente.
Considerata la rilevanza del settore floro-vivaistico, è possibile che piante trattate con pesticidi dannosi per le api vengano anche commercializzate a privati ignari che riempiono balconi, giardini e aiuole, costituendo una pericolosa fonte di esposizione per le api.
A tal proposito, Greenpeace ha avviato uno studio per verificare a che punto gli acquirenti di piante ornamentali possano diventare complici inconsapevoli della distruzione degli insetti.
Nel rapporto, recentemente pubblicato dall’Organizzazione e intitolato “Eden tossico. I loro veleni nel tuo giardino”, sono state analizzate delle comuni piante acquistate in negozi di giardinaggio, supermercati e centri del fai da te, presenti in 10 Paesi Europei. Oltre 35 varietà di piante molto diffuse, come viole campanule e lavanda, note per essere particolarmente attraenti per le api.
In particolare, su un totale di 86 campioni analizzati, in 84 piante sono stati ritrovati residui di pesticidi. Nel 79% dei casi erano pesticidi dannosi per le api. Molti campioni sono risultati poi contaminati da un “cocktail” di pesticidi diversi.
In quasi la metà dei campioni, si legge nel rapporto, sono stati ritrovati residui di tre insetticidi neonicotinoidi, il cui uso è stato limitato nell’Unione Europea, proprio a tutela degli insetti impollinatori.
Nello specifico: il 43% conteneva imidacloprid, l’8% il thiamethoxam, il 7% il clothianidin.
Ecco il dettaglio dei campioni analizzati in Italia:
Greenpeace spiega che, anche se da questo studio non è possibile trarre conclusioni definitive inerenti l’impatto che queste sostanze hanno sulle api, sembra possibile che gli insetti impollinatori possano essere ampiamente esposti a concentrazioni tossiche quando si posano sulle piante contaminate.
I neonicotinoidi, ad esempio, sono insetticidi sistemici che dopo il trattamento si distribuiscono in tutti i tessuti della pianta: foglie, fiori, radici e steli per poi arrivare a contaminare polline e nettare.
Inoltre, non dimentichiamo che in parte delle piante ornamentali analizzate sono stati rilevati pesticidi non autorizzati nell’Ue, proprio perché pericolosi per i nostri preziosissimi insetti. Questo evidenzia la necessità di un maggior rigore dei sistemi di monitoraggio e gestione delle filiere nel settore floro-vivaistico.
Il rapporto completo è consultabile a questo link: http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2014/Eden-tossico.pdf
(Foto: Mark Winterbourne)