Indice dei contenuti
- 1 Le origini storiche di Halloween
- 2 I Celti : popolo di pastori legati all’allevamento
- 3 I Celti ed il Samhain
- 4 Samhain: il collegamento tra mondo dei vivi e mondo dei defunti
- 5 Halloween e il Cristianesimo
- 6 Da una forte carestia alla diffusione di Halloween nel mondo
- 7 La leggenda di Jack O’Lantern (Jack della lanterna)
- 8 Zucca intagliata o rapa?
- 9 Dolcetto o scherzetto?
- 10 La torta dell’anima
Le origini storiche di Halloween
Halloween è ormai diventata una moda, costellandosi di zucche ghignanti, trick or treat, party mascherati in cui domina il nero-violetto, scheletri e streghe, vampiri.
Moltissime persone credono ancora che si tratti di una tradizione americana, ma quali sono le vere origini di Halloween?
Per molti la parola deriva da una contrazione della frase in inglese antico “All Hallowes Eve”, ovvero “Notte di Ognissanti”, che venne abbreviata in “Halloew’Even”, poi in “Halloe-e’ en”, sino all’attuale Halloween.
La “prima edizione” della festa di Halloween potrebbe essere di origine celtica, il Samhain, famoso rito coincidente col loro Capodanno, secondo il sistema di computo lunisolare del tempo che questo popolo aveva.
I Celti : popolo di pastori legati all’allevamento
Per capire meglio il significato della festa di Halloween bisogna partire da lontano.
I Celti, prevalentemente un popolo di pastori, basavano i loro ritmi vitali in base alle stagioni e sull’allevamento del bestiame.
Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi per prepararli all’arrivo invernale.
Per loro, l’inizio del nuovo anno era il 1 novembre, data di passaggio dalla stagione calda alla stagione fredda, quella delle tenebre.
I Celti ed il Samhain
Il passaggio dall’estate all’inverno, dal vecchio al nuovo anno, era detto Samhain, da Samhuin (Summer’s end) ossia “fine dell’estate”.
Così come il Samhain, antica festa pagana festeggiata il 31 ottobre, vi erano altre festività importanti, commemorate in altri periodi dell’anno: Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno), Mabon (21 settembre).
Samhain: il collegamento tra mondo dei vivi e mondo dei defunti
I Celti, che nel periodo del Samhain avevano assicurati i frutti dei campi ed il bestiame ben nutrito, oltre alle scorte invernali stivate, credevano che il 31 ottobre, vigilia del nuovo anno, Samhain chiamasse a sè tutti gli spiriti dei morti che vivevano in una landa di giovinezza e felicità e che, dissolvendosi temporaneamente lo spazio e il tempo, gli spiriti dei defunti potessero congiungersi a quelli dei vivi, vagando indisturbatamente sulla terra.
Oltre a festeggiare la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo, questa tradizione celtica era, dunque, un’unione tra mondo dei vivi e mondo dei morti, sentita e profonda.
Halloween e il Cristianesimo
Fu Odilone di Cluny, nel 998 d.C., a dare l’avvio a quella che sarebbe stata una nuova e longeva tradizione delle società occidentali.
Allora egli diede disposizione affinché i monasteri dipendenti dall’abbazia celebrassero il rito dei defunti a partire dal vespro del 1° Novembre.
Il giorno seguente era invece disposto che fosse commemorato, con un’Eucarestia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Un’usanza che si diffuse ben presto in tutta l’Europa cristiana, per giungere a Roma più tardi.
La Festa di Ognissanti, infatti, fu celebrata da papa Bonifacio IV per la prima volta a Roma il 13 Maggio del 610 d.C., in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria.
Successivamente, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV.
Fanno eccezione i cristiani Ortodossi, che coerentemente con le prime celebrazioni, ancora oggi festeggiano Ognissanti in primavera, la Domenica successiva alla Pentecoste.
L’influenza del culto di Samhain non fu, tuttavia, sradicata e, per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, Giorno dei Morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi.
Da una forte carestia alla diffusione di Halloween nel mondo
L’Irlanda, verso la metà del XIX secolo, fu investita da una terribile carestia tanto che, per sfuggire alla povertà, molte persone abbandonarono l’isola per tentar fortuna negli Stati Uniti, mantenendo vivi culti e antiche tradizioni.
Da lì alla notorietà in tutto il mondo di Halloween come festa laica il passo fu breve, grazie appunto agli immigrati irlandesi, al cinema e alle televisioni che contagiarono letteralmente l’Europa che ancora ne era rimasta estranea.
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La leggenda di Jack O’Lantern (Jack della lanterna)
Non si può parlare della vera storia della festa di Halloween senza pensare alla “leggenda della zucca”.
Una zucca scavata, con un viso maligno intagliato e una candela al suo interno. Halloween è anche questo.
Per alcuni serve a tener lontano le anime che vagano nella notte del 31 ottobre, per altri è una semplice decorazione utile a dare quel brio in più ad una notte in cui gli spiriti tornano in vita.
Al di là di come la si pensi, la zucca-lanterna nasce da una antica leggenda irlandese: quella di Jack O’Lantern.
Si narra che l’irlandese Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, una sera, al pub, incontrò il diavolo.
A causa del suo stato d’ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente, Jack gli chiese di trasformarsi in una moneta, promettendogli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta.
Mise poi rapidamente il diavolo nel suo borsello, accanto a una croce d’argento, cosicché egli non potesse ritrasformarsi.
Per farsi liberare, il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare.
Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero, prima di prendersi la sua anima.
Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco.
Soltanto dopo un lungo battibecco, i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack.
Durante la propria vita commise così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e, presentatosi all’Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata.
All’osservazione che era freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all’interno di una rapa che aveva con sé.
Cominciò da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi.
Da allora Jack è rappresentato con una zucca su cui viene intagliata una faccia.
Zucca intagliata o rapa?
Quella delle lanterne di zucca è una usanza abbastanza recente: basti pensare che quest’ ortaggio è arrivato in Europa solo dopo la scoperta dell’America.
Prima delle importazioni spagnole, nella tradizione irlandese si parlava di rape, come nel caso di Stingy Jack, anch’esse scavate internamente per fare posto ad una candela.
Lo scopo era quello di metterle di fronte alle case e tenere così lontani gli spiriti dei morti o lo stesso Jack O’ Lantern.
Dolcetto o scherzetto?
Trick or treat, smell my feat, give me something good to eat” recita una filastrocca insegnata ai bimbi delle elementari in occasione di Halloween.
Parliamo di una tradizione tipica dei popoli antichi del Medioevo quando, alla vigilia della Festa di Ognissanti, i poveri e i mendicanti bussavano alle porte delle case, chiedendo cibo, in cambio di preghiere per i cari defunti.
Chi non offriva niente, avrebbe avuto in cambio l’augurio di una cattiva sorte.
La torta dell’anima
Durante il Medioevo, una delle tradizioni popolari per Ognissanti era la preparazione della “soul cake” (torta dell’anima): si trattava di un semplice dolce fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
Nella tradizione chiamata “souling”, i bambini andavano di porta in porta, chiedendo un pezzo di torta, proprio come nel trick or treat moderno.
Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva dire una preghiera per l’anima di un parente defunto o per un parente di chi aveva dato loro la torta in questione.
Le preghiere dei bambini dovevano servire alle anime dei defunti per trovare l’uscita dal Purgatorio e arrivare così al Paradiso.
I bambini cantavano anche la canzone della “soul cake”, una cui versione dice: “A soul cake! A soul cake! Have mercy on all Christian souls, for a soul cake!”che, tradotto, suona ” Abbi pietà per tutte le anime Cristiane per una torta dell’anima”.