La chiamano Frankenstein perché, come il mostro ideato da Mary Shelley, è ricavata da parti di elementi diversi.
La sua funzione? Iniettandola nel corpo umano, un team di ingegneri biomedici ha dimostrato che facilita la ricrescita delle cellule in presenza di lesioni e ferite.
La speranza è quella di creare un biomateriale capace di aiutare i tessuti a guarire. Una scoperta simile era stata effettuata anche lo scorso anno da un team di ricercatori australiani e americani, che avevano creato una “super-colla” cicatrizzante da matrice biologica.
Puoi approfondire qui: Questa “super-colla” cicatrizzante cura le ferite in 60 secondi
Oggi scopriamo invece di più sulla proteina Frankestein.
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La proteina Frankestein creata in laboratorio
La ricerca, condotta dagli scienziati di Duke e Washington University di Saint Louis, è stata pubblicata su Nature Materials. E svela la creazione di una proteina artificiale denominata Frankestein.
Il team che l’ha sintetizzata è convinto che permetterà di controllare con precisione i biomateriali che stanno emergendo dalla ricerca scientifica. Le applicazioni finali sono l’ingegneria dei tessuti e la medicina rigenerativa. In parole povere, come rigenerare pelle, muscoli e altri parti del corpo danneggiate da ferite e lesioni.
Tutto è partito dallo studio delle proteine Idp, che sono definite intrinsecamente disordinate. Perché? Generalmente, le proteine sono ben piegate, hanno cioè forma stabile. Quelle disordinate, invece, sono come una sorta di origami: adottano una varietà di strutture diverse. La loro “mutazione” però non è mai casuale: i progressi della scienza ci hanno rivelato che esse cambiano in maniera ben definita.
Gli scienziati americani hanno quindi provato a combinare le proteine ben piegate con le Idp. Da qui l’idea di dare loro nome Frankenstein. L’obiettivo era di imitare l’elastina, proteina elastica presente nell’organismo, che permette a vasi sanguigni e organi di ritornare alla loro forma originaria, anche dopo stiramenti o compressioni. Pensiamo all’utero o ai polmoni: organi che devono dilatarsi e restringersi anche molto, per funzionare al meglio.
La proteina Frankenstein potrebbe quindi avere la stessa funzione, dando maggiore elasticità alla pelle, quando danneggiata.
È possibili “riparare” il corpo umano?
Stefan Roberts, autore principale dello studio, ha commentato i risultati:
«Eravamo curiosi di vedere quali materiali potevamo ottenere aggiungendo un po’ d’ordine a una proteina disordinata».
Le proteine Frankenstein ottenute dal processo, sono definite in gergo scientifico Pop, proteine parzialmente ordinate. Da questo mix particolare, gli scienziati hanno tratto dei nuovi biomateriali, liquidi a temperatura ambiente, ma che solidificano grazie alla temperatura del corpo. In pratica con il calore del nostro organismo, si “cristallizzano” in una struttura stabile e porosa, che si integra nel tessuto circostante, favorendo la riformazione dei vasi sanguigni danneggiati.
«Questo materiale – sottolinea Roberts – non si degrada rapidamente e mantiene il suo volume molto bene, il che è insolito per un materiale a base di proteine. Di conseguenza, le cellule prosperano, ripopolando il tessuto nell’area in cui viene iniettato. Queste caratteristiche potrebbero rendere il materiale un’opzione percorribile per l’ingegneria tissutale e la guarigione delle ferite».
Si tratta, per ora, di un modello in laboratorio. Ora il biomateriale dovrà essere testato su tessuti reali, per verificare effettivamente il potenziale utilizzo in medicina. Roberts di dichiara in ogni caso ottimista.
I rimedi naturali per guarire più in fretta le ferite
In attesa della proteina Frankenstein, abbiamo ciò di cui abbiamo bisogno per guarire più velocemente dal cibo sano e dai rimedi naturali. Sappiamo per esempio che l’apporto di proteine è essenziale per la corretta guarigione, come è noto che vitamina A e C siano essenziali per stimolare la ricrescita della pelle e la formazione del collagene.
Tra gli alimenti più indicati in fase di recupero, l’ananas: contenente l’enzima vegetale bromelina, riduce i fastidi e i tempi di guarigione delle ferite.
Approfondisci l’argomento con il nostro articolo su come far guarire meglio le ferite attraverso l’alimentazione.
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Tra le cose da non fare, invece, esporre le ferite al sole. Ecco perché in questo video: