Non ci sono tante informazioni sul Food Forest applicato al clima italiano e così ho pensato di fare un “diario di bordo”.
ReVivo si trova nelle campagne di Roccastrada, è un pezzo di terra collinare di circa 1,8 ettari di cui in una metà ci sono a dimora 100 piante di olivo con più di 70anni mentre il resto invece non è coltivato da anni ed è proprio qui che sta partendo il mio progetto Food Forest mettendo a dimora nei prossimi mesi alberi da frutto e non, arbusti e molte altre piante perenni.
Indice dei contenuti
- 1 Che cos’è il Food Forest?
- 1.1 Nella tradizionale tecnica di coltivazione ci hanno insegnato solamente a complicarci la vita…pensate:
- 1.2 Robert A. de J. Hart per esempio è stato uno dei pionieri del food forest a partire daglia nni 70 e grazie ad Hart possiamo schematizzare la food forest in 7 livelli proponendo una simulazione della natura lavorando a strati:
Che cos’è il Food Forest?
Il Food Forest, sotto il mio punto di vista, è semplicemente un metodo di coltivazione che non fa altro che simulare quello che la natura è riuscita in millenni a creare, e cioè un equilibrio perfetto tra esseri viventi di tutti i generi e tipi.
Osservando la natura incontaminata, come per esempio un bosco, possiamo vedere come tutti gli esseri viventi e i microrganismi godono di un ottimo stato di salute, gli alberi crescono rigogliosi e la terra è ricca di humus.
Immagina di essere in un bosco e osserva da terra fino alla chioma dell’albero più alto, come quante specie viventi possono coesistere, guardando dal basso possiamo trovare tartufi, funghi e muschi poi piante erbacee a taglia bassa, più su invece vediamo le rampicanti e gli arbusti grandi e piccoli ed infine gli alberi più alti.
Ecco prova ora ad immaginare che invece di piante e alberi spontanei ci siano invece delle specie commestibili, quanta abbondanza ci sarebbe? Quanto dispendio di energia in meno? Questa tecnica di coltivazione si chiama Food Forest o Forest Garden (bosco commestibile).
Nella tradizionale tecnica di coltivazione ci hanno insegnato solamente a complicarci la vita…pensate:
aratura e lavorazione della terra, semine e concimazioni, trattamenti vari contro parassiti ecc… Oltre al dannoverso Madre Natura, con concimi e combustibili fossili, anche la beffa perchè tutta l’energia spesa non avrà mai un ritorno positivo e duraturo, visto che la terra viene lavorata più volte in un anno.
Il principio base della permacultura e del food forest è la creazione di veri e propri ecosistemi.
Secondo il mio parere non ci sono alla fine degli schemi veri e propri da seguire per creare un Food Forest perché ogni terreno ha il suo clima, la sua esposizione al sole e ai venti, l’altitudine, la piovosità ecc… quindi il più grande consiglio che potrei darvi è quello di osservare tanto la natura che circonda la terra da coltivare e cercare di imitarla nel miglior modo possibile.
Grazie però a tante persone che hanno creato e sperimentato questa tecnica di coltivazione possiamo condividere delle soluzioni che ci possono aiutare a creare un nostro ecosistema in pochi anni.
Robert A. de J. Hart per esempio è stato uno dei pionieri del food forest a partire daglia nni 70 e grazie ad Hart possiamo schematizzare la food forest in 7 livelli proponendo una simulazione della natura lavorando a strati:
1) alberi di alto fusto (Chioma primaria)
2) alberi di media altezza (Chioma secondaria)
3) arbusti
4) erbacee
5) rizomatose
6) tappezzanti
7) rampicanti
Il minimo di strati richiesti per una food forest è tre, incluso almeno un tipo di albero, il minimo spazio richiesto è idealmente quello della dimensione della chioma dell’albero a crescita completa e senza potature.I funghi sono un ulteriore strato molto interessante da aggiungere a questa lista.
E così nei giorni passati ho cominciato a pulire bene il terreno da piante indesiderate lasciando solo quelle che spontaneamente trovavo man mano che pulivo. Ovviamente essendo circondato dal bosco ho trovato molte piante spontanee in fase di crescita come la Quercia, il Leccio, il Corbezzolo ecc… Questi piccoli esemplari poi verrano a inizio primavera spostati e reinterrati in altri punti del terreno , e in quel periodo comincerò anche la piantumazione per il food forest e l’inizio della semina di piante azoto fissatrici come il trifoglio, cercando così di evitare possibili periodi di gelo che possono compromettere l’atticchimento delle piante e la nascita dei semi.
Nel prossimo articolo pubblicherò una lista di piante perenni di perfetto utilizzo nella permacultura e sopratutto nel nostro clima mediterraneo.
Leggi anche: https://www.ambientebio.it/permacultura/casa-bio-edilizia/stefano-boeri-citta-foresta/
Un abbraccio da ReVivo