“Regione che vai, tradizioni culinarie che trovi!” Questo proverbio, rivisitato, vuol farci soffermare sul fatto che, per ogni festività religiosa che si rispetti, anche il 2 novembre, Festa dei Morti, ha le sue ricette tipiche.
Scopriamone tre, diffuse, rispettivamente, in Nord, Centro e Sud Italia.
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Pan dei Morti
Il Pan dei Morti è un dolce tradizionale lombardo, della zona di Milano e della Brianza, preparato in occasione della Festa dei Morti, il 2 novembre, quando si ritiene che le anime dei defunti si ripresentino nelle proprie case.
Per dar loro il benvenuto, è tradizione preparare questi dolci da portare in tavola o da regalare ai bambini.
Parliamo di una prelibatezza nutriente, dalla forma ovale leggermente schiacciata, di dimensioni variabili in base alle proprie preferenze. Come spesso avviene per molti piatti della tradizione povera, agli ingredienti di base, tutti facilmente reperibili in casa, se ne sono aggiunti, col tempo, altri, dando vita ad un risultato estremamente gustoso.
Ingredienti del Pan dei Morti
- 200 gr di amaretti
- 100 gr di zucchero semolato
- 70 gr di fichi secchi
- 40 gr di uvetta
- 40 gr di mandorle
- 2 albumi
- 4 cucchiai di canditi all’arancia
- la punta di un cucchiaino di cannella
- 1 cucchiaino di lievito per dolci
- ostie (facoltativo)
Procedimento del Pan dei Morti
Sbriciolate gli amaretti in un mixer o direttamente con le mani. Nel frattempo mettete l’uvetta ad ammollare in acqua tiepida. Frullate le mandorle.
Tritate fichi e canditi e uniteli agli amaretti sbriciolati, insieme allo zucchero, il lievito, le mandorle, la farina e la cannella.
Strizzate bene l’uvetta e unitela al composto.
Aggiungete gli albumi non montati.
Formate dei piccoli rombi con le mani e metteteli su una placca ricoperta da carta forno. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti.
Al termine della cottura, sfornate il pane dei morti e lasciatelo raffreddare sulla placca.
Spolverizzate i biscotti con lo zucchero a velo prima di servirli.
Se volete rispettare la tradizione cuocete il pane dei morti sopra delle ostie.
Fave dei Morti
Le fave dei morti sono dei dolcetti a base di mandorle che la tradizione vuole si preparino in tutta l’Umbria in occasione della commemorazione dei defunti, il 2 novembre. Delicati e morbidi questi dolcetti hanno la forma di grosse fave e il loro sapore è veramente unico.
Ma perché proprio le fave? Va ricordato che nell’Umbria contadina non si conoscevano quelle dolci, ma per la ricorrenza si consumavano le fave “vere”, ossia quelle raccolte nell’orto, messe ad essiccare e conservate in recipienti di coccio, di vetro o di zucca.
In genere, si preferiva consumarle fresche, magari accompagnate dal pecorino e da un bicchiere di rosso. Ma mangiare quelle essiccate era, in metafora, quasi riportarle in vita. Messe a bagno, lessate in minestra, le si vedeva recuperare volume e, da rinsecchite, tornare dolci e tenere. Insomma: una “resurrezione”. E c’è un detto che ne magnifica la bontà: “Di tutti i legumi la fava è regina / cotta la sera, scaldata la mattina”.
La fava è considerata mezzo di comunicazione tra morti e viventi. Ma perché? Di certo ,incide il colore dei fiori bianco-neri: il bianco per la vita; il nero per la morte. Addirittura, nell’antichità si credeva che le fave contenessero le anime dei defunti.
Proprio per questo motivo, il filosofo e matematico Pitagora, inseguito dai nemici, rinunciò a inoltrarsi e nascondersi in un campo di fave e preferì essere raggiunto e ucciso, pur di non calpestare le anime dei defunti.
Mangiare le “fave dei morti” è un modo di celebrare un re-incontro, una specie di “comunione golosa” coi trapassati. Addirittura, si lasciavano delle fave dolci su un piattino, pensando che i morti redivivi facessero una capatina durante la notte per poterle gustarne. E, a meno di incursioni notturne di qualche familiare goloso, le si ritrovava intatte al mattino. Il commento era: “Stanno bene, non hanno fame”, ipotizzando un Paradiso in cui ci fosse ogni “ben di Dio” (la fame era l’incubo ricorrente delle popolazioni povere).
Ingredienti delle fave dei Morti
- 250 grammi mandorle da sbucciare
- 175 gr farina
- 250 g Zucchero
- 30 g Burro
- 2 Uova
- 1 limone (non trattato)
Procedimento delle fave dei Morti
Spellate le mandorle, immergendole per un attimo in acqua bollente e mettetele ad asciugare su di un canovaccio o su carta.
Tritate le mandorle con il tritatutto, fino ad ottenere quasi una farina.
In una ciotola unite farina, zucchero e mandorle tritate e mescolate.
Unite le uova sbattute precedentemente e il burro fuso a bagnomaria e lasciato raffreddare,
Aggiungere la scorza grattata del limone (solo il giallo).
Impastate fino ad ottenere una consistenza omogenea (se il composto risultasse troppo morbido aggiungete un cucchiaio di farina).
Disponete il tutto su un’ampia teglia, un foglio di carta forno, prelevando una noce di impasto e dandogli una forma ovale appena schiacciata (se si preferisce si possono fare dei filoncini dello spessore poco più grande di un dito e tagliarli a pezzi di 4 centimetri).
Infornate le fave dei Morti a 180° per 15 minuti fino a che non risultano dorate in superficie.
Spolverizzate con zucchero semolato.
Si possono conservare in una scatola di latta o sotto una campana di vetro per 4 giorni.
Grano dei Morti
Un dolce tipico della tradizione pugliese è il grano dei Morti.
Parliamo di una specialità diffusa specialmente nella provincia di Foggia, dove il “cicc cuott”, così è detto in dialetto, viene preparato tra l’1 e il 2 novembre, lasciandone una porzione per i defunti. L’usanza sembra affondare le proprie radici in epoca romana, quando si usava consumare grano bollito benedetto durante la funzione religiosa. Secondo molti non mancano, comunque, negli ingredienti, i riferimenti alla mitologia greca e, in particolare, al mito di Kore o Persefone, nota in epoca latina come Proserpina, figlia di Zeus e della dea delle messi Demetra (Cerere nella mitologia latina), che venne rapita da Ade e trattenuta nel regno dell’Oltretomba. dal quale non poteva tornare per aver mangiato dei chicchi di melograno.
Demetra, che fino ad allora aveva garantito lunghi anni di copiosi raccolti, disperata per aver perso sua figlia, smise di far crescere le messi, costringendo la terra ad un lungo inverno improduttivo. Solo un compromesso tra Zeus ed Ade consentì a Kore di poter fare ritorno tra i vivi soltanto per alcuni mesi dell’anno, durante i quali, con la madre felice di avere la figlia accanto, faceva rifiorire la natura e germogliare la terra.
Ingredienti del Grano dei Morti
- 500 gr di grano (varietà bianchetta)
- 1 melograno
- cannella (1 bastoncino)
- chiodi di garofano
- frutta candita (cedro)
- mandorle (facoltative)
- 4 cucchiai di zucchero
- vincotto q.b.
- 150 gr. di noci sgusciate
- 100 gr. di cioccolato fondente
Procedimento del Grano dei Morti
Tenete a bagno i chicchi di grano per almeno 12 ore. Risciacquate e scolate il grano, prima di cuocerlo in abbondante acqua, fino a coprirlo. Portate a ebollizione e lasciate cuocere per circa un’ora.
Lasciatelo raffreddare.
Nel frattempo, tostate le mandorle, tritandole insieme alla cannella e ai chiodi di garofano.
Sbucciate il melograno ed estraetene i chicchi. Tagliate a pezzetti il cioccolato fondente.
Condite il grano con tutti gli ingredienti e con i coloratissimi chicchi di melograno, aggiungendo, in ogni porzione, il vincotto (mai dentro il composto in quanto la sua densità potrebbe poi indurire il dolce).
Si può conservare in frigo per non più di due giorni.
Fonti Immagini: http://www.ciboe.it/ – giallozafferano.it; italianoegenuino.it