L‘estate di San Martino 2023 arriverà in anticipo, grazie ad un robusto anticiclone afro-mediterraneo che garantirà giornate soleggiate, con clima mite, nonostante la nebbia.
Indice dei contenuti
Perchè si chiama l’estate di San Martino?
L’estate di San Martino è un termine usato in Italia per riferirsi a un periodo di clima mite e stabile che si verifica tradizionalmente intorno all’11 novembre, festa di San Martino. Questa festa è celebrata in onore di San Martino di Tours, patrono dei viticoltori, dei cavalli e dei poveri, ed è spesso associata a tradizioni e leggende che riguardano le condizioni meteorologiche.
L’estate di San Martino rappresenta un’interessante transizione tra l’autunno e l’inverno. Durante questo periodo, i giorni si allungano e le temperature sono generalmente più miti rispetto a quelle dell’inverno. È comune che durante l’estate di San Martino ci siano giornate soleggiate e asciutte, ideali per le attività all’aperto.
Un aspetto caratteristico di questa stagione è l’abbondanza di frutti come le castagne, le olive e il vino novello, che sono tradizionalmente raccolti in questo periodo. Le sagre, i mercati e le feste paesane dedicano a questi prodotti sono comuni in molte regioni italiane.
Leggi anche:
NOVEMBRE: UN MESE RICCO DI FASCINO, PROVERBI, CITAZIONI, POESIE E MUSICA
HALLOWEEN: UN’ANTICHISSIMA FESTA CELTICA RICCA DI STORIA, LEGGENDE E MISTERO
Il proverbio più noto su estate di San Martino
Il proverbio più noto sull’estate di San Martino ci fa sapere che “dura 3 gorni e un pochinino”. Parliamo di un proverbio popolare a sfondo religioso ma anche laico, diffuso in molte zone del nostro Paese.
Sappiamo che le mezze stagioni sono caratterizzate dalla variabilità climatica e che, mentre in primavera esistono i nodi del freddo, intesi come brevi periodi in cui il freddo ritorna alla ribalta; nei 3 giorni di San Martino ci sarebbero i cosiddetti nodi del caldo, ossia, secondo la tradizione, un ritorno del caldo.
Il proverbio è collegato ad una leggenda famosissima: l’11 novembre, mentre San Martino si trovava ad Amiens, in Gallia, incontrò, sul suo cammino di ritorno verso casa, nel bel mezzo di una bufera, un mendicante duramente provato dal freddo tanto che il futuro Santo, generosamente, gli offrì metà del suo mantello (la leggenda del mantello).
Dopo pochi attimi, la pioggia smise di cadere, il vento si placò e tornò a risplendere il sole, che riscaldò le temperature. Proprio quella stessa notte, Martino ebbe in sogno Gesù che ebbe parole di stima verso di lui e gli disse che, dietro il travestimento del mendicante, vi era proprio Lui.
Le tradizioni italiane nell’estate di San Martino
Ogni regione iraliana ha le sue usanze, tradizioni e rievocazioni storiche per l’estate di San Martino.
Ogni città o borgo festeggia l’estate di San Martino con sagre, eventi, feste, all’insegna di vino, castagne, funghi, frittelle, biscotti e altre specialità.
Ricordiamo che il culto di San Martino è molto sentito nel nostro Paese e che, un tempo, l’11 novembre rappresentava, per i contadini, il momento in cui scadevano contratti agrari, tanto che, se il padrone decideva di non tenerli l’anno successivo, dovevano traslocare, alla ricerca di un nuovo padrone.
Ad ogni modo, prima di partire, i contadini arrostivano l’oca, consumando piatti tipici a base di maiale. Il clima mite di quei giorni consentiva un’ottima macellazione delle carni, con cui gli agricoltori pagavano l’affitto della terra al loro padrone.
FONTI IMMAGINI: www.optimagazine.com, www.abitarearoma.it