In questa sede abbiamo più volte parlato di come le bevande zuccherate possano generare danni alla salute di adulti e bambini. Abbiamo esaminato gli effetti che la Coca Cola può avere sul nostro organismo, minuto per minuto, esaminando anche i diversi ingredienti che la compongono.
Ma cosa dire delle bevande “Light”?
Nei giorni scorsi, ha fatto molto discutere un’infografica sugli effetti della Coca Cola, pubblicata dal blog The Renegade Pharmacist. In questi giorni, il farmacista Niraj Naik ne ha realizzata un’altra che analizza, invece, cosa succede nel nostro corpo nell’ora subito successiva l’aver bevuto la variante light di questa bevanda.
Come possiamo vedere, di benefici ce ne sono ben pochi:
- nei primi 10 minuti: l’acido fosforico attacca lo smalto dei denti, mentre gli zuccheri artificiali come l’aspartame attivano i recettori del gusto, inducendo il corpo a pensare che abbia iniziato già a processare lo zucchero;
- dopo 20 minuti: gli zuccheri vengono trasformati in grasso. Anche la Coca Cola Light, infatti, aumenta la produzione di insulina e predispone il corpo ad immagazzinare grassi;
- dopo 40 minuti: la combinazione di caffeina e aspartame crea una sorta di dipendenza;
- dopo 60 minuti (e oltre): la bevanda viene svuotata di nutrienti e può aumenta il senso di arsura e fame.
La Coca Cola light, infatti, a differenza della sua variante classica non fornisce una sensazione di “appagamento”. Dopo il suo consumo, il corpo avverte la necessità di consumarne un’altra lattina o addirittura di orientarsi su del cibo spazzatura. Ma non è tutto.
Qualche tempo fa, un largo studio condotto su 66mila donne francesi, e pubblicato sul Journal of Clinical Nutrition, aveva ipotizzato che, contrariamente al pensiero convenzionale, il rischio diabete fosse maggiore bevendo le bevande light che non quelle normali.
Le partecipanti allo studio sono state seguite per 14 anni, mettendo a confronto i dati raccolti tra coloro che avevano bevuto entrambi i tipi di bevanda (zuccherata e dolcificata artificialmente), e coloro che avevano bevuto solo succo di frutta non zuccherato.
Dai risultati è emerso che le donne che bevevano l’uno o l’altro tipo di bibita subivano una maggiore incidenza di diabete. Tra queste, però, il rischio aumentava del 15% in più tra le bevitrici di bevande “light”, rispetto a quelle che bevevano bibite zuccherate.
Non solo. Secondo uno studio condotto dalla Texas Christian University, bere queste bevande light, favorirebbe processi psicologici che nel tempo possono portare a un aumento dell’apporto calorico.
Come del resto spiegava il farmacista, le bevande light attivano un desiderio di dolce che non viene soddisfatto. Questo ci rende vulnerabili al desiderio di lasciarci andare a pasti eccessivamente calorici. Secondo gli studiosi: “Sembra che bere una bevanda definita non calorica possa innescare la scelta di prodotti poco sani. Tali alimenti sono nella vostra mente“.
Dal canto suo, la Coca Cola ha risposto alle accuse del farmacista Niraj Naik, con un messaggio a difesa del prodotto: “La gente beve Coca Cola da più di 129 anni. Come tutti i soft drink, è perfettamente sicura e può essere integrata in una dieta e uno stile di vita equilibrato. Abbiamo provveduto a soddisfare anche diversi tipi di consumatori, dandogli l’opportunità di scegliere la bevanda senza zuccheri e senza caffeina“.
I dubbi del farmacista, però, sembrano rimanere. Secondo Naik, l’aspartame contenuto all’interno dei soft drink causerebbe più danni che vantaggi.
Vale realmente la pena, dunque, scegliere delle bevande light?
Come suggerisce Niraj Naik, e come potrebbe suggerirci il buonsenso, meglio ricercare drink che contengono dolcificanti naturali, come la stevia, bere acqua aromatizzata per darle maggiore gusto, o altre bevande senza tutti questi effetti collaterali.
(Foto in evidenza: Vox Efx; foto interna: therenegadepharmacist.com)