L’azienda farmaceutica tedesca ha pagato 1,6 miliardi di dollari per chiudere le cause civili di migliaia di donne negli Usa. L’accordo legale copre il 90% del risarcimento di ben 39 mila vertenze di pazienti americane per gli effetti dannosi della spirale nel loro corpo.
Gli apparecchi risultati difettosi hanno provocato negli ultimi dieci anni oltre 82 mila morti e 3,7 milioni di feriti solo negli Stati Uniti.
Donne vittime di Essure: l’inchiesta
Lo scandalo Bayer è stato oggetto di un’inchiesta mondiale, i cui esponenti italiani sono l’Espresso e il comitato Icji. Lo scandalo riguarda la vendita di una spirale di nome Essure che fino a qualche anno fa veniva commercializzata anche in Italia.
Successivamente è stata ritirata dal mercato nel 2018-2019. Si tratta di “Due fili metallici, avvolti a spirale l’uno sull’altro, che dovrebbero favorire la chiusura, per cicatrizzazione, delle tube di Falloppio”.
Ma che invece provocavano, come dichiara la signora M.B. abitante nel trevigiano:
- emicranie molto frequenti
- aumento di peso
- bacino sempre gonfio
- continue bronchiti e infezioni
- difese immunitarie basse
- stanchezza cronica
- depressione costante
Soprattutto per stanchezza cronica e depressione costante, la signora M.B. era sull’orlo di commettere il suo suicidio.
C’è di più: i micro-inserti Essure in poliestere, nichel-titanio, acciaio e lega per saldature si possono muovere, spostarsi qua e là in tutto il corpo causando indicibili sofferenze alle pazienti. Per fortuna adesso numerose campagne sono nate, anche in Italia, con lo slogan: Bayer non siamo cavie.
La Bayer dal canto suo, pur avendo pagato il maxi-risarcimento, non fa ammissione di colpa nè di cattiva condotta.
Basti pensare che in Italia il prodotto è stato ritirato per caso: in quanto non aveva più il marchio CE e quindi non poteva essere commercializzato in Europa. Bayer Italia si è limitata a dire che il prodotto era stato ritirato dal mercato perché non più di moda, ma che era comunque buono e funzionale.
In conclusione…
Un caso che non deve ripetersi: un’azienda farmaceutica non può arricchirsi sulla pelle delle donne. Molte di esse ce l’hanno fatta…ma non tutte.
Per aver utilizzato questo dispositivo sanitario adesso si ritrovano a fare i conti con le ferite fisiche e psicologiche che rimarranno a vita cicatrizzate nel proprio corpo.