Nell’ immaginario collettivo il termine “Bio” associato ad un altro termine ne indica il fatto che sia di origine naturale, e che sia creato rispettando la sostenibilità del prodotto stesso nel suo processo di lavorazione. Associandolo al termine “carburante” quindi si ha subito l’idea che sia un carburante pulito, un qualcosa di nuovo, di ecologico, in contrapposizione con i carburanti tradizionali di derivazione petrolifera, ritenuti una delle cause principali dei disastri ambientali del pianeta, a vari livelli. Di per se infatti, il creare del combustibile da trazione con della materia che è meno inquinante del petrolio, è sicuramente una cosa buona. Occorre però considerare la quantità di Co2 prodotta per la creazione di tale carburante ed è li che andremo a “fare i conti” nel vero senso della parola; possiamo quindi accettare e promuovere il biocarburante quando è prodotto attraverso scarti di lavorazione o inutilizzabile ( vedi nostro articolo su questo) oppure da biomasse con alta disponibilità e a basso consumo ambientale ( vedi https://www.ambientebio.it/l-eucalipto-utilizzato-come-carburante/). Dove invece la produzione di biocombustibile diventa una questione di coltivazione intensiva e assume le dimensioni di un business, possiamo rigettare questo principio allo stesso modo del petrolio. E’ quello che sta accadendo in Africa, dove la ricchezza di materie prime e di territorio sta facendo si che sempre più territori vengano sottratti all’agricoltura comune per la produzione di biocarburanti. Purtroppo sia l’Ue che il Governo Italiano paiono supportare acriticamente queste politiche ritenute “ sostenibili” rispetto all’utilizzo del petrolio, anche se in realtà studi scientifici dimostrano che invece di abbattere la Co2, tali scelte faranno aumentare il numero di affamati nel mondo perché toglieranno alle povere popolazioni la possibilità di coltivare la terra ( vedi fenomeno del land grabbing: ).
Possiamo intervenire concretamente firmando una petizione di ActionAid, organizzazione che è già riuscita a sventare un’operazione contro la popolazione povera del Kenia ( a Dakatcha ), e che si sta adoperando per difendere il diritto di esistenza degli esseri umani a discapito del business di pochi. Clicchiamo qui e facciamo in modo che i potenti non possano utilizzare la parola “bio”per “biocarburante”e nello stesso tempo affamare la popolazione indifesa!
Gino Favola