Di fronte ai limiti di una popolazione destinata a toccare prima della metà del secolo i 9miliardi di individui riflettiamo su un uso sostenibile delle risorse agricole. Ci chiediamo infatti, ci sarà carne per tutti? Sembra una domanda banale ma se ci riflettiamo vediamo anche come, per esempio, la Cina, paese emergente, a con il miglioramento del reddito veda aumentare il consumo della carne. Perché ci sia carne per tutti i paesi industrializzati , senza avere effetti devastanti sull’ecosistema , si dovrebbe quindi ridurre il consumo; ma qui ci viene spontaneo chiederci, è così necessario mangiare carne? Se consideriamo che nelle varie fasi, nelle varie ere, con l’aumento dei redditi aumentava anche l’incremento della carne, ci rendiamo conto che l’uomo è carnivoro, è una componente antropologica dell’uomo. Ciò non toglie che possiamo anche optare per alimentazioni vegetariane, vegane, ma quelle sono delle scelte che rientrano nella sfera di un particolare atteggiamento etico dell’individuo.
Nella maggior produzione di carne oltre a un problema etico e morale, relativo ad allevamenti intensivi, ci ritroviamo anche ad dover affrontare problemi con l’impatto ambientale e l’aumento dei gas serra. Se tutti vogliono mangiare carne, dovremmo anche pensare all’uso di carni non convenzionali, presenti nelle cucine asiatiche. La produzione di carne è responsabile dell’80% delle emissioni agricole di gas serra, e la situazione non è destinata a migliorare. Ma la possibilità che in molti rinuncino alla carne appare ben poco realistica, anche perché nei paesi in via di sviluppo l’incremento di proteine nella dieta potrebbe risolvere molti problemi di malnutrizione. Perché allora non proviamo semplicemente, per chi non sente il bisogno di rinunciare totalmente all’uso della carne, a ridurre il consumo di questo alimento?
Agnese Tondelli