Indice dei contenuti
Nota come bevanda allucinogena nell’Ottocento, l’assenzio è una pianta spontanea che può avere proprietà benefiche (ma anche tanti effetti collaterali)
Il liquore di assenzio è una bevanda intorno a cui nel corso dei secoli sono state costruite diverse leggende nere. Oggi è perfettamente legale consumarlo, ma la sua gradazione alcolica è elevatissima. Come per tutti gli altri superalcolici, dunque, il suo consumo è sconsigliato o da ridurre al minimo possibile.
Esistono però altri impieghi dell’assenzio, che può essere bevuto in infusione. Scopriamo insieme come e quali sono le principali proprietà che gli vengono riconosciute.
Assenzio, pianta spontanea
L’assenzio è innanzitutto una pianta, del genere Artemisia. Il suo nome scientifico è infatti Artemisi absinthiu. In Italia la pianta è spontanea, anche se spesso viene coltivata per utilizzi in farmacia, erboristeria o liquoreria.
La pianta è alta circa un metro. Il colore è sericeo (lucente) e argenteo, in tutte le sue parti. Le foglie sono pennatosette (hanno una profonda incisione fino alla nervatura centrale). La pianta ha capolini tra i due e i quattro millimetri disposti in cima ramificata.
L’assenzio ha un odore molto intenso e sapore amaro. L’olio essenziale delle piante si ottiene da foglie e fiori e ha un colore dal verde al bruno. Con aggiunta d’acqua diventa lattiginoso.
I suoi principi essenziali sono:
- Tuione
- Alcol tuilico
- Pinene
- Absintina
Il liquore “allucinogeno”
Il liquore di Assenzio, anche conosciuto come “Fata Verde”, per via del suo colore smeraldino, è stato molto popolare alla fine del XIX secolo, ma poi proibito a causa della tossicità del principio di tuione. È stato reso di nuovo legale negli anni ’50.
Il liquore si ottiene macerando foglie e fiori di assenzio in acquavite. Il contenuto alcolico è estremamente elevato e va dal 45 al 75%.
La bevanda ha vissuto una fama particolare nel corso dei secoli. È stato infatti considerato come un liquore dalle proprietà allucinogene. Si tratta però di una leggenda.
Studi scientifici hanno infatti dimostrato che in realtà la bevanda non ha alcuna caratteristica di questo tipo. La voce girava ampiamente nel 19esimo secolo ed è stata ripresa più di recente negli anni ’70: in quel periodo si suggerì la somiglianza strutturale di un chetone dell’assenzio con il tetraidrocannabinolo (THC) della cannabis. La teoria è stata però smontata definitivamente alle soglie del nuovo millennio.
Ma da dove è nata questa leggenda?
Probabilmente dal fatto che nell’Ottocento al liquore venivano aggiunte alcune sostanze venefiche per abbassarne il costo: olio di assenzio, alcol impuro e coloranti tossici (per esempio i Sali di rame), sono i principali “indiziati”.
Le proprietà dell’assenzio
Oltre al liquore, è possibile preparare infusi e tisane con le foglie di assenzio. Sarebbero infatti diverse le proprietà della pianta, che in passato era utilizzata diffusamente per uso medico, soprattutto diluita in acqua.
Principalmente, è stato impiegato come antidolorifico, antisettico e come vermifugo/antiparassitario. Diffuso anche l’uso per il benessere gastrointestinale. Bevuto per le sue proprietà digestive e toniche, l’assenzio contiene infatti l’absintina, principio attivo amaro, che aiuterebbe lo stomaco a digerire e avrebbe effetti positivi su milza, cistifellea e fegato.
Utilizzato anche per stimolare l’organismo, contrastando i cali di energia e aumentando l’appetito.
Tra le altre proprietà che si riconoscono all’assenzio:
- Antinfiammatoria
- Antispasmodica
- Stimola il sistema nervoso
- Febbrifuga
- Aiuta la produzione di colesterolo buono
- Favorisce la circolazione del sangue
A quanto pare, alcune donne lo impiegano anche per favorire e regolarizzare il ciclo mestruale. Infusi della pianta sarebbero utili per ridurne il dolore.
La pianta è impiegata anche per scacciare le mosche e altri insetti. Scopri di più: Rimedi contro le mosche: 6 metodi naturali per scacciarle
Come consumare l’assenzio senza alcol (ma occhio agli effetti collaterali)
Passiamo ora a vedere come possiamo bere l’assenzio senza alcol.
La tisana si prepara facendo macerare per dieci minuti in acqua bollente alcune parti della pianta: sommità fiorite, fiori e foglie o parti aeree essiccate.
È possibile trovare tali prodotti in erboristeria e in alcune delle farmacie più fornite. Disponibili sul mercato anche tinture, capsule ed estratti idroalcolici di Artemisia Absinthium.
Consumata circa trenta minuti prima dei pasti, la bevanda ha come accennato capacità di favorire l’appetito e di aiutare successivamente la digestione.
Occhio però a effetti collaterali e controindicazioni. Come abbiamo accennato infatti, alcuni principi attivi della pianta (come l’olio di assenzio) possono risultare tossici. Ecco i principali effetti indesiderati:
- Convulsioni
- Difficoltà respiratorie
- Ulcere
- Irritazioni all’apparato gastro-intestinale
Non sono stati ancora indagati gli effetti a lungo termine del consumo moderato di assenzio, per cui è sempre meglio limitarne il consumo a periodi molto brevi. Assolutamente da sconsigliare in gravidanza e durante l’allattamento.
Prima di cominciare il consumo è sempre meglio consultare un esperto o un erborista di fiducia.