In un’epoca in cui il sistema sanitario nazionale è sotto la pressione dell’approccio neoliberista e dei continui tagli finanziari, la recente notizia proveniente da Brescia fa emergere ulteriori preoccupazioni. Si è aperto il primo Pronto Soccorso a Pagamento d’Italia, chiamato “BresciaMed“. Questo nuovo servizio, specializzato in ecografie, visite d’urgenza ed esami ematici urgenti, solleva interrogativi sul futuro della sanità pubblica italiana e sulla sua deriva verso un modello privatistico.
Un sistema sanitario nazionale compromesso
Un tempo, il Servizio Sanitario Nazionale italiano era un vanto, ma negli ultimi anni, il processo di “aziendalizzazione” ha minato l’efficacia del comparto, già gravato da continui tagli finanziari. Da sempre ci battiamo contro l’idea di Istituti ospedalieri SPA che sono una contraddizione in termini. L’apertura di un Pronto Soccorso a Pagamento a Brescia rappresenta un segnale emblematico di questa deriva. Nonostante l’amministrazione di centrosinistra, che ha recentemente vinto le elezioni nella città, si prometta risposte rapide e si definisca il progetto come “pioneristico”, bisogna considerare l’articolo 32 della Costituzione, che garantisce cure gratuite agli indigenti. Questo nuovo modello privatistico rischia di accentuare il divario tra coloro che possono permettersi cure tempestive a pagamento e coloro che non possono.
Un caso drammatico nel Sud Italia
Scendendo più a Sud, precisamente a Oppido Mamertina in provincia di Reggio Calabria, emerge una tragica vicenda. Un uomo di 59 anni, colto da un infarto, è deceduto durante una corsa disperata verso l’ospedale di Polistena. Tuttavia, a causa della mancanza di ambulanze disponibili nel paese, è stato costretto a utilizzare l’auto del fratello. Questo episodio sconvolgente solleva interrogativi sulla mancanza di un Pronto Soccorso adeguato e sulla necessità di garantire un’adeguata assistenza sanitaria in una società civile. È inaccettabile che i familiari siano istruiti telefonicamente ad intervenire con il massaggio cardiaco in assenza di un’ambulanza adeguatamente equipaggiata.
Priorità sbagliate e risorse mal impiegate
Le due notizie tragiche sono collegate tra loro. È importante ricordare che nell’area di Polistena, nella regione calabrese, sono stati chiamati a prestare servizio cinquecento medici provenienti da Cuba. Sebbene si sia voluto sottolineare il loro contributo, questa decisione ha mortificato la professionalità dei professionisti locali e ha comportato costi considerevoli per corsi di lingua, formazione e alloggio. Queste risorse avrebbero potuto essere impiegate per l’acquisto di ambulanze o la creazione di un Pronto Soccorso di base nelle zone più remote della regione.
Conclusioni
L’apertura del Pronto Soccorso a Pagamento a Brescia solleva preoccupazioni sulla direzione presa dal sistema sanitario nazionale italiano. L’accentuarsi del modello privatistico minaccia l’accesso alle cure per coloro che non possono permettersele, contravvenendo ai principi costituzionali di equità e uguaglianza. Allo stesso tempo, la mancanza di un adeguato Pronto Soccorso e l’insufficiente disponibilità di ambulanze rappresentano una grave carenza nell’assistenza sanitaria, che dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini indipendentemente dalla loro posizione geografica. È urgente che si adottino misure concrete per preservare e rafforzare il sistema sanitario pubblico, ponendo al centro la salute e il benessere dei cittadini.
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