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La fava cottòra

by Gino Favola
4 Novembre 2017
in Alimentazione Biologica, Alimentazione e Salute
0
fava cottòra

La storia della fava cottòra ha origini antiche, il seme originario è stato conservato da pochi produttori di Collicello e Frattuccia, frazioni di Terni in Umbria, che sono i due luoghi di produzione.

La fava ha preso il nome aggiuntivo di cottòra per il suo sapore e per la velocità della sua cottura, infatti mantiene intatte tutte le sue proprietà senza necessità di essere decorticata.

La particolarità di questa fava consiste proprio nel terreno povero di calcare in cui cresce. Recentemente  è stata classificata come presidio slow food, dopo attenti esami e severi controlli proprio dall’organizzazione per la tutela dei cibi genuini e biologici.

Il Presidente Slow Food Italia Roberto Burdese l’ha presentato nella “Zuppa Umbra dell’Alleanza” che unisce Fagiolina del Trasimeno, Fava Cottòra dell’Amerino, Roveja di Civita da Cascia. Questa pianta è coltivata senza l’utilizzo di pesticidi e viene raccolta secca nel mese di luglio, battuta e poi selezionata a mano per ottenere il prodotto più integro possibile.

La fava cottòra è un legume molto digeribile perché è ricca di fibre e cellulosa, rimineralizzante e nutriente, contiene un alta percentuale di potassio, ma mangiata cruda fornisce zolfo, magnesio, rame, fosforo, zinco e selenio.

Degustata dopo la cottura è utile per lenire l’infiammazione della zona genitale e aiuta nei trattamenti dei calcoli alla colecisti. Alta percentuale anche di vitamine B1, B2, B3, B5, B6 e vitamina C.

La vitamina C è importantissima in quanto aiuta l’assorbimento del ferro presente nella fava stessa e quindi utile in casi di carenza dello stesso o di anemie.

Questo legume aiuta ad alleviare la fatica, ha un effetto benefico sul tratto intestinale, sul fegato e sui reni inoltre è ben tollerato dai diabetici in quanto contiene amidi, scarsamente assimilati e non aumentano il picco glicemico.

La fava è ricca di un aminoacido chiamato L-dopa, che si ritiene alzi la concentrazione della dopamina nel cervello, una sostanza che risulta essere presente in molti farmaci utilizzati per la cura del morbo di Parkinson.

Per maggiori informazioni sulla fava cottòra, le sue preparazioni, la coltivazione e la raccolta approfondiamo con il PeR Parco dell’Energia Rinnovabile dell’ Umbria.

Tags: dopaminafava cottoralegumipresidio slow foodproprietà della favavit B1
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