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Come possiamo assicurarci che frutta e verdura che mangiamo siano davvero biologiche e non contaminate da agrofarmaci? Ci pensa la tecnologia, che si allea con ambiente e salute.
Volete assicurarvi che la frutta e la verdura che mangiate non siano contaminate da agrofarmaci e pesticidi? La tecnologia si schiera dalla parte dei consumatori. Diverse aziende e istituti di ricerca si stanno adoperando per mettere a punto apparecchi e dispositivi portatili che rilevino tracce di fitofarmaci sui prodotti.
Dopo il recente report di Legambiente, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, emerge l’esigenza di fare sempre più attenzione a ciò che portiamo in tavola. Se un terzo della frutta e verdura che mangiamo risulta contaminata da agrofarmaci, ci può essere davvero utile un dispositivo che ne riconosce la presenza quando si fa la spesa dal fruttivendolo.
Scan eat: lo scanner da portare sempre con voi
Un giovane studente francese, Simon Bernard, è la mente dietro a questo apparecchio, che si rivela semplice e intuitivo da utilizzare. Lo Scan eat è piccolo quanto una chiavetta usb e consiste in una sorta di scanner portatile. Si tratta più precisamente di uno spettrometro a infrarossi, un dispositivo che scansiona la superficie del cibo alla ricerca di residui di agrofarmaci.
In parole povere, funziona come se fosse un lettore prezzi. Basta dirigerlo verso il prodotto agricolo che vogliamo verificare, il dispositivo colpisce la frutta o la verdura con un fascio luminoso, per analizzarlo, e poi comunica il risultato, inviando i dati ad un’app sullo smartphone.
Il giovane Simon ha ricevuto un finanziamento di 150mila euro dal governo francese e la possibilità di sviluppare il suo progetto all’interno di un incubatore del Ministero dell’Ambiente.
Agrofarmaci: quando la tecnologia fa la differenza
Se tecnologie e dispositivi come lo Scan eat diventassero di uso comune e alla portata di tutti, ci sarebbe davvero una rivoluzione per l’ambiente e per la salute. Sarebbe più facile per i consumatori individuare i prodotti contaminati da agrofarmaci e fare le dovute segnalazioni alle autorità competenti. Maggiori controlli e minore vendita costringerebbero produttori e venditori a scegliere tecniche di coltivazioni sostenibili e a ridurre l’uso di fitofarmaci, attualmente in crescita.
In un momento storico in cui si sta diffondendo una maggiore consapevolezza alimentare e si pone maggiore attenzione a ciò che si porta in tavola, questo tipo di tecnologia potrebbe essere una garanzia in più per chi acquista frutta e verdura biologica. E portare al miglioramento degli standard di sicurezza attualmente in vigore.