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Aconito, perché è così velenoso?
L’Aconito napello è una pianta tossica appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, spesso coltivata come pianta ornamentale grazie ai suoi attraenti fiori blu e viola scuro. Tutte le parti della pianta, in particolare le radici, contengono tossine.
L’aconitina è la più pericolosa di queste tossine. Nota come veleno per il cuore, ha effetti anche sul sistema nervoso.
Per diversi anni l’aconito è stato sfruttato dalla medicina tradizionale per il trattamento di dolori di origine nevralgica. Attualmente, l’aconito napello è considerato tra le piante più tossiche al mondo perciò il suo uso nel campo della medicina tradizionale è stato ormai abbandonato.
Aconito : un po’ di storia..
L’aconitum napellum è probabilmente la pianta più tossica della flora italiana e il suo utilizzo da parte dell’uomo è molto antico.
I Greci lo utilizzavano come veleno al pari della cicuta, per eliminare con “grazia” i personaggi scomodi di quell’epoca: pochi milligrammi disciolti in una bevanda infatti potevano portare alla morte. Ai Greci si deve l’origine del nome: in greco antico “akovìto” significa erba velenosa. I Galli lo applicavano su lance e frecce, per affrontare battaglie o uccidere gli animali durante la caccia.
Nel Medioevo invece veniva usato dalle “streghe” insieme ad altre erbe per preparare pozioni e unguenti: con essi cospargevano il corpo e la scopa, ottenendo effetti allucinogeni derivanti dalle potenti tossine contenute in questa pianta.
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Avvelenamento da Aconito
L’avvelenamento da Aconito è raro in Nord America e Europa; quando si verifica generalmente è dovuto alla confusione con una pianta commestibile.
Esso è invece più comune in Asia a causa dell’uso diffuso di farmaci a base di erbe. I presunti usi terapeutici di Aconito includono il trattamento del dolore articolare e muscolare. Altri usi indicati includono la riduzione della febbre, dei sintomi del raffreddore e nevralgia.
Purtroppo è una pianta altamente tossica, tanto da essere considerata tra le piante più letali al mondo. Sbagliare anche di poche dosi le concentrazioni può essere fatale.
Sintomi e incidenti
L’insorgenza dei sintomi da avvelenamento si verifica nell’arco di pochi minuti e può essere dovuta sia alla deglutizione che al contatto fisico con la pianta.
La gravità insorge maggiormente sull’alterazione del ritmo cardiaco. Ma l’Aconito può anche portare a:
- intorpidimento
- formicolio
- dolori addominali
- nausea
- vomito
- diarrea
- paralisi muscolare
- paralisi respiratoria
Esiste un margine di sicurezza molto basso tra le dosi terapeutiche e tossiche di aconitina.
Un esempio di assunzione sbagliata viene mostrato da una donna di 66 anni senza malattie cardiache conosciute che comprò Aconito da un erborista. Le fu detto di prepararsi un tè per combattere l’artrosi. Circa 90 minuti dopo aver bevuto la bevanda sviluppò intorbidimento del viso, delle braccia, delle gambe, nausea,debolezza e pressione toracica.
Al pronto soccorso i dottori riscontrarono un’anomalia del battito cardiaco; dopo 4 ore di trattamento riuscirono con farmaci e scosse elettriche a ripristinare il suo ritmo cardiaco normale.
In caso di avvelenamento recarsi in ospedale
In caso di avvelenamento da Aconito è opportuno recarsi in ospedale. Un importante elemento diagnostico per i dottori è il caratteristico formicolio che può essere esteso a tutta la superficie corporea.
Per prevenire gli effetti sul cuore è utile l’uso parenterale di solfato di magnesio. Se subentra tachicardia e aritmia ventricolare, il paziente viene trattato con carbone per via parenterale.
La temperatura del corpo deve essere mantenuta mediante riscaldamento. E’ indicato l’uso degli analettici cardiaci e respiratori ed è stato dimostrato sperimentalmente il valore terapeutico di un trattamento con atropina.
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