Siamo stati ieri alla Cascata delle Marmore, posto meraviglioso, fresco, magico con tutti questi arcobaleni che si creano sulle cascate stesse…e così girovagando, fotografando, beandoci di tutta questa natura…abbiamo visto questa curiosissima e buffa orchidea….Un orchidea talmente buffa che non potevamo non fotografarla e non condividerla con tutti….Si raccontano molte cose sulla Valnerina e sulla Cascata delle Marmore, alcune romantiche storie fra mito e leggenda…è una delle più alte d’Europa, potendo contare su un dislivello complessivo di 165 m, suddiviso in tre salti (il primo, più alto, di 83 m). Si trova a circa 7,5 km di distanza da Terni, in Umbria, quasi alla fine della Valnerina, la lunga valle scavata dal fiume Nera. Il nome deriva dai sali di calcio presenti sulle rocce che sembrano simili a marmo. E un’opera artificiale di sistemazione idraulica dovuta ai Romani: il fiume Velino, infatti, si allargava negli anni precedenti il 290 a.C. in una vasta zona di acque stagnanti, paludose e malsane. Allo scopo di far defluire queste acque, il console Curio Dentato fece scavare un canale che le convogliasse verso la rupe di Marmore, e da lì le facesse precipitare, con un balzo complessivo di 165 metri, nel sottostante alveo del fiume Nera. Sulle origini della cascata c’è una leggenda: una ninfa di nome Nera si innamorò di un bel pastore: Velino. Ma Giunone, gelosa di questo amore, trasformò Nera in un fiume, che prese appunto il nome di Nera. Allora Velino, per non perdere la sua amata, si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore. Questo salto, destinato a ripetersi per l’eternità, si replica ora nella Cascata delle Marmore. Subito sotto il primo salto della cascata, si trova il Balcone degli Innamorati. È chiamato così perché solo un pazzo o un innamorato può affacciarsi da quel balcone con la Cascata aperta. Da lì c’è una vista magnifica, ma ci si bagna per la nebulizzazione. Ci si arriva attraverso un sentiero. Lo spettacolare salto della Cascata delle Marmore ha ispirato poeti ed artisti di ogni periodo storico: Virgilio nell’ “Eneide”, Cicerone e G. Byron nel “Childe Harolds Pilgrimage”. Ecco cosa scrisse proprio Byron a proposito della cascate: “Rimbombo di acque! Dalla scoscesa altura il Velino fende il baratro consunto dai flutti. Caduta di acque! Veloce come la luce, la lampeggiante massa spumeggia, scuotendo l’abisso. Inferno di acque! là dove queste urlano e sibilano e ribollono nell’eterna tor¬tura; mentre il sudore della loro immane agonia, spremuto da questo loro Flegetonte, abbraccia le nere rocce che circondano l’abisso, disposte con dispietato orrore,e sale in spuma verso il cielo, per ricaderne in un incessante scroscio, che, con la sua inesausta nube di mite pioggia, reca un eterno aprile al terreno attorno, rendendolo tutto uno smeraldo: – quanto profondo è l’abisso! E come di roccia in roccia il gigantesco Elemento balza con delirante salto, abbat¬tendo le rupi che, consunte e squarciate
dai suoi feroci passi, concedono in abissi uno spaventoso sfogo alla poderosa colonna d’acqua che continua a fluire e sembra piuttosto la sorgente di un giovane mare, divelto dal grembo di montagne dalle doglie di un nuovo mondo, che non soltanto la fonte di fiumi che scorrono fluenti in numerosi meandri attraverso la valle! Volgiti indietro! Vedi, dove esso si avanza simile ad una Eternità, quasi che dovesse spazzar via tutto ciò che trova sul suo cammino, affascinando l’occhio col Terrore – impareggiabile cateratta,orribilmente bella! ma sul margine, da una parte all’altra, sotto lo scintillante mattino, posa un’iride tra gli infernali gorghi, simile alla Speranza presso un letto di morte, e, inconsunta nelle sue fisse tinte, mentre tutto là attorno è dilaniato dalle acque infuriate, innalza serenamente i suoi fulgidi colori con tutti i loro raggi intatti, e sembra, tra l’orrore della scena, l’Amore che sorveglia la Follia con immutabile aspetto.”
Agnese Tondelli
E’ troppo carina la foto dell’orchidea…è vero che sembra un pupazzo che ride!
Bellissime le cascate delle Marmore, ci vado sempre molto volentieri!