Da sempre ci battiamo per la difesa della Natura e da tutto ciò che potrebbe inquinarla. Nel precedente articolo Liquami neri escono dal suolo in Val d’Agri: lo sfruttamento ambientale che non si ferma in Basilicata abbiamo segnalato le fuoriuscite di petrolio da questa terra. Oggi è la volta della provincia di Grosseto: sono stati trovati tra i rifiuti materiali radioattivi anche mille volte più della concentrazione presente in natura.
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Materiale radioattivo a Grosseto: i fatti
Gli agenti inquinanti sono stati trovati precisamente nella discarica delle Strillaie.
Roberto Barocci del Forum Ambientalista di Grosseto afferma:” E’ documentato che nella produzione di certe sostanze si registra un aumento della concentrazione di radioattività anche mille volte maggiore rispetto alla concentrazione presente in natura”.
Infatti la radioattività è normalmente presente in natura ma in piccole quantità. Gli elementi radioattivi naturali sono l’uranio ( presente nella crosta terrestre), il radon (un gas presente in molti ambienti domestici e il potassio, presente oltre che in formazioni geologiche, anche nell’uomo.
Quando attraverso un processo industriale di riciclaggio rifiuti la carica radioattiva di un elemento aumenta, allora può causare danni agli organismi viventi compreso l’uomo. Questa è l’ipotesi più probabile del materiale radioattivo di Grosseto.
“In particolare tale aumento di concentrazione si regista nelle incrostazioni e nei teli filtranti utilizzati per migliorare la purezza del prodotto finale-prosegue Roberto Barocci– ma è documentato che “le aree che potrebbero coinvolgere le esposizioni rilevanti dovute alle polveri in sospensione sono la zona di movimentazione delle materie prime (compresa l’area di stoccaggio), la zona di macinazione delle materie prime, l’area di essiccazione e stenditoio, quindi esiste un problema serio di tutela della salute dei lavoratori, oltre che un serio problema di smaltimento e tutela dell’ambiente“.
Ricordiamo infatti che le esposizioni pericolose ad agenti radioattivi possono portare a:
- vomito
- nausea
- diarrea
- anoressia
- ulcere intestinali
- cancro allo stomaco
- cancro al colon
- cancro all’esofago
- la tiroide perde la sua funzionalità. Quindi si corre il rischio di adenomi (tumori benigni)
- interruzione parziale o totale di spermatozoi
Cosa ha prodotto gli agenti inquinanti?
“Il sistema di filtraggio ha funzionato bene – ha aggiunto Simona Petrucci, assessore all’Ambiente del Comune di Grosseto –.
C’è da capire da quale gita proveniva il carico e quale è stato il tragitto. Quando in tutto il territorio ci saranno i bidoni di accesso controllato ci saranno ulteriori verifiche e si potrà capire, anche con indagini mirate, chi conferisce sbagliando qualsiasi tipo di rifiuto. Speriamo che la magistratura faccia i suoi passi alla svelta e individui i responsabili. Sono frequenti, infatti, gli abbandoni di ditte che buttano rifiuti ovunque“.
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“Il fatto è molto grave – ha aggiunto Leonardo Marras, capogruppo del Pd in Regione –. Serve conoscere rapidamente la provenienza di quei rifiuti perché siano assicurati alla giustizia i responsabili.
Non si può tollerare una gestione superficiale di rifiuti pericolosi. Questo ci dà la dimensione di quanto sia rischioso il momento che stiamo vivendo, chi soffre della crisi può trovare nelle scorciatoie dei cicli di produzione più costosi o nell’abbassamento della guardia nella sicurezza di lavoro il rifugio del contenimento dei costi“.
Oltre alle aziende, è da imputare anche il corretto differenziamento di rifiuti a livello domestico. Gli allarmi del Sei Toscana, che raccoglie i rifiuti da 104 comuni, sono molto sensibili: possono scattare anche per un fazzoletto usato da una persona che ha effettuato da poco un esame diagnostico.
Quindi non si può imputare ancora a nulla di specifico la radioattività di questi materiali. Solo tante ipotesi, e nessuna risposta. A questo punto non ci resta che rimanere in attesa delle mosse che faranno le magistrature in futuro.