Il polline rappresenta la cellula sessuale maschile delle piante che viene liberato dagli stami del fiore.
La sua funzione è quella di fecondare il fiore femminile; il seme che ne risulta darà vita a sua volta ad una nuova pianta. Il polline si presenta sotto forma di polvere giallo-arancio. In particolare il polline delle piante anemofile viene liberato nell’atmosfera e dunque la sua potenziale fecondazione è legata al suo trasporto attraverso il vento. La dispersione del polline è legata anche all’azione degli insetti e degli uccelli, ma quella ad opera del vento rappresenta una fonte di problemi per la popolazione. Questo tipo di dispersione permette lo spostamento di grandissime quantità di pollini che dunque si ritrovano nell’atmosfera pronte ad essere inalate dalle persone insieme a tutte le particelle che si ritrovano nell’aria. In alcuni soggetti i pollini causano le Pollinosi, che si manifestano con riniti, starnuti e a volte anche con stati asmatici.
Non tutti i pollini sono però allergizzanti e non provocano lo stesso effetto nelle persone. E’ stato visto da studi effettuati da Enti e Associazioni preposti a tali indagini che le persone affette da pollinosi probabilmente hanno una base ereditaria e che forse in momenti precedenti hanno subito lesioni alle mucose nasali che le hanno rese più sensibili ai pollini. La presenza di particolari proteine situate sulla parete dei pollini danno vita a strutture ben definite che sono la causa delle pollinosi. Dunque non tutti i pollini generano allergie, ma solo alcuni e cioè quelli che presentano tali strutture.
Le allergie da pollini più conosciute sono quelle causate dalle Graminaceae (logliarella, erba canina, gramigna, avena, segale, mais); ma accanto a queste i pollini di betulla, quercia, pino, carpino, olivo, mimosa, cipresso e parietaria generano stati infiammatori. I consigli utili per chi soffre di pollinosi sono diversi e importanti allo stesso modo.
– Una pratica importante ad esempio è quella di consultare i calendari dei pollini per avere informazioni circa la fioritura stagionale delle piante. Accanto a questo sarebbe utile aggiornarsi tramite i bollettini che vengono elaborati da diversi enti regionali come ARPA.
– Durante i periodi di maggiore dispersione e fioritura sarebbe opportuno evitare di passeggiare in zone dove è presente la pianta o le piante a cui si è allergici.
– Usare mascherine per effettuare lavori all’aperto.
In qualunque caso la cosa migliore è rivolgersi ad uno specialista, allergologo, per ricevere tutte le informazioni circa il proprio stato di allergia e la terapia più opportuna.
Camilla Natali