Pelle di canguro: il più brutale abbattimento di animali selvatici al mondo che vede l’Italia primo paese importatore di pelli di canguro in Europa. La stima che, ogni anno, tra 133.000 e 280.000 cuccioli “at-foot” (deambulanti) e tra 372.000 e 783.000 cuccioli “pouch” (ancora nel marsupio), siano le vittime collaterali della caccia commerciale che prende di mira in particolare sei specie:
- Canguro Grigio Occidentale
- Canguro Grigio Orientale
- Canguro Rosso
- Wallaroo Comune
- Wallaby di Bennet
- Pademelon della Tasmania
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La pelle di canguro e implicazioni con le varie case di moda
SCARICA IL PDF sulla Strage di canguri_01.10.2019
Ecco la dichiarazione fatta dalla LAV riguardo al massacro che coinvolge più di 44 milioni di canguri, uccisi dal 2000 al 2018.
La LAV nero su bianco mette anche i nomi delle aziende coinvolte nella strage: Ducati, Diadora, Prada per fare il nome solo di tre delle tante altre che vedremo poi nell’elenco stilato dall’associazione e stando alla denuncia della Lav.
L’Italia è più che complice, protagonista, in quanto primo Paese importatore di pelli di canguro in Europa, utilizzate per le produzioni di alta gamma nel settore della moda.
La LAV la scorsa settimana ha presentato il documentario “Kangaroo, a love-hate history” in cui i due registi australiani raccontano le sofferenze cui sono costretti questi animali che, da simbolo di una nazione, sono diventati vittime di una vera e propria strage, per il possesso del loro pellame.
Le dichiarazioni della LAV e i marchi coinvolti
«Si tratta di un massacro di proporzioni dieci volte maggiori della più nota caccia alle foche del Canada, ma scarsamente conosciuto – dichiara Simone Pavesi, responsabile Lav Moda Animal Free – Facciamo appello alle istituzioni italiane e dell’Unione Europea affinché introducano il divieto di importazione di pelli e carni di canguro. L’Italia, con Lav capofila, e l’Unione Europea sono state pioniere nel vietare, fin dal 2006, l’importazione di pelli di foca: un importante precedente ora utile anche per arginare la mattanza dei canguri».
La LAV individua quali sono i brand che utilizzano pelli di canguro:
Diadora, Lotto, Pantofola d’Ora, Dainese, Ducati, Gimoto, Vircos, Versace, Prada, Salvatore Ferragamo, Alpinestars, Moreschi, Fabi, Moma
“LAV ha già avviato mesi fa un confronto con le aziende coinvolte, alcune si sono dimostrate disponibili al dialogo come Ducati, Diadora e Prada, altre non hanno mai dato alcuna risposta, come Lotto, Pantofola d’Oro, Dainese, Alpinestar, Vircos, Versace, Ferragamo, Fabi, Moma, o addirittura respinto la richiesta di incontro con Lav come Gimoto e Moreschi “.
“Da nessuna, comunque, abbiamo ricevuto comunicazione di impegni concreti per la dismissione di queste produzioni” – dichiara Pavesi e aggiunge – ” nel corso degli incontri avuti abbiamo potuto appurare che, generalmente, i responsabili delle produzioni non sono al corrente del modo in cui gli animali vengono uccisi. Molti di loro sono rimasti scioccati dalle immagini di caccia che gli abbiamo mostrato, in altri casi, le aziende si trincerano dietro le certificazioni, o le garanzie date dal Paese di provenienza”.
“Ma sappiamo bene che la realtà è un’altra: generalmente le aziende si limitano a verificare che l’approvvigionamento sia legittimo e rispettoso delle norme vigenti. Ma non indagano (o non vogliono indagare) se le norme che regolamentano le uccisioni sono applicate e se sono sufficienti ad assicurare adeguati livelli di tutela per gli animali, quali conseguenze possono avere le uccisioni di questi animali sull’intera specie, e così via. Abbiamo ampiamente dimostrato che la legge australiana non riesce ad assicurare un reale controllo sulle modalità di uccisione, e i sistemi di certificazione, come rivelato in passate inchieste, spesso presentano grosse mancanze e incongruenze”.
La carne di canguro viene servita nei ristoranti etnici
Come spiega appunto “Il Salvagente“, questa carne non è sicura per la salute. Nel documentario si spiega come sia questa carne altamente contaminata da batteri e salmonella perché i cacciatori ammazzano i canguri nei deserti australiani dove poi li eviscerano senza alcuna supervisione e le carcasse viaggiano per 8-10 ore su camion aperti sotto temperature altissime. Tutto regolare in Australia dove chi ha cercato di sollevare il problema hanno dovuto subire gravi ritorsioni. Un destino che è toccato anche ai registi del documentario che, tuttavia, non si sono persi d’animo e hanno portato il loro lavoro di denuncia in giro per il mondo.
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