Microfiltrazione, ultrafiltrazione, osmosi inversa: come orientarsi nei diversi metodi di depurazione dell’acqua? Vediamo insieme come scegliere il sistema più adatto alle esigenze del nostro organismo.
Alzi la mano chi non si è mai posto il dubbio: come possiamo fidarci dei normali metodi di depurazione dell’acqua dei dispositivi oggi in commercio? L’acqua è un elemento essenziale per la nostra vita e sappiamo quanto sia fondamentale che sia pulita e depurata più possibile.
A fronte di tale esigenza, spesso, le condutture italiane non offrono la sicurezza che ci si aspetterebbe. L’abbiamo visto tante volte: uno degli ultimi casi, l’acqua inquinata da PFAS, in Veneto, distribuita come ‘potabile’. Ma come orientarsi tra i diversi metodi di depurazione (microfiltrazione, ultrafiltrazione e osmosi inversa)?
Vediamo innanzitutto le principali differenze tra le metodologie più comuni, per poi provare a capire quali tra esse garantiscono risultati migliori.
Indice dei contenuti
Microfiltrazione, ultrafiltrazione, osmosi inversa: differenze
Come abbiamo accennato, l’acqua destinata al consumo umano è generalmente trattata secondo uno di questi 3 metodi:
Microfiltrazione
Ultrafiltrazione
Osmosi inversa
Con il metodo della microfiltrazione, l’acqua viene fatta passare attraverso una membrana microporosa, con pori di diametro compreso in genere tra 0,1 e 10 µm. A questo, si antepone un processo di prefiltrazione articolata, che si basa su principi attivi naturali (come i carboni vegetali), che raccolgono sedimenti, cloro e altre impurità. A volte, si aggiungono scaglie di rame o argento microforate, considerati metalli antibatterici naturali.
Con l’ultrafiltrazione, invece, l’acqua viene sottoposta a una differenza di pressione (detta pressione transmembrana), che spinge il liquido verso una membrana semipermeabile. Anche in questo caso, la membrana ha dei piccoli pori che non lasciano passare una parte delle impurità. Il diametro è in questo caso pari a circa 1-100 nm. Le membrane sono in genere realizzate in CA (acetato di cellulosa), PVDF (polivinildenfluoruro), PAN (poliacrilonitrile), PES (polieteresulfone) o ceramica.
Passiamo infine all’osmosi inversa. A differenza dei metodi visti in precedenza, la separazione e rimozione delle particelle dall’acqua non avvengono con un sistema esclusivamente meccanico. Con l’osmosi inversa, infatti, intervengono meccanismi di diffusione e dissoluzione che permettono di agire anche a livello ionico.
Perché è definita inversa? Nell’osmosi ‘classica’ c’è una migrazione di sostanze tra due soluzioni acquose, separate da una membrana semipermeabile, che hanno diverse concentrazioni di ioni. L’acqua in questo caso passa spontaneamente attraverso la membrana (appunto per osmosi) dalla soluzione più diluita a quella più concentrata.
Durante il processo, si genera una certa pressione, la cosiddetta ‘pressione osmotica’. Con l’osmosi inversa viene esercitata una contropressione, che inverte il processo. Sul lato delle elevate concentrazioni di ioni (per esempio l’acqua di rubinetto) viene in sostanza generata una pressione che spinge il liquido nella direzione opposta a quella che si verifica con l’osmosi, ovvero dove la concentrazione è ridotta.
In questo modo tutte le sostanze solute indesiderate (metalli pesanti, residui di farmaci o pesticidi, calcare, nitrati e così via) non riescono a penetrare la membrana ultrasottile, garantendo un’elevata purificazione del liquido.
Quanto è pura l’acqua che beviamo?
In questa interessante infografica, scopriamo quanto i vari sistemi di filtraggio riescono a impedire alle particelle di penetrare nell’acqua che beviamo e, quindi, nel nostro organismo:
Com’è facile intuire dall’immagine, esistono diverse particelle che possono attraversare i nostri filtri. I più grossolani sono quelli ad antiparticolato e i macrofiltri, che lasciano passare elementi grandi tra i 10 e i 5 microgrammi (a questo livello possono quindi finire nell’acqua anche numerosi tipi di batteri).
I microfiltri e gli ultrafiltri che abbiamo analizzato nel capitoletto precedente sono un po’ più efficaci. Le particelle che riescono a passare sono in questo caso tra lo 0,1 e lo 0,01 μg. Ma possiamo davvero stare tranquilli? Come si intuisce dall’immagine, in questo caso possono riuscire a passare particelle come quelle dei virus o di pesticidi e residui farmacologici.
Per farla breve, l’unico metodo conosciuto, ad oggi, che ci permette di depurare l’acqua in maniera realmente efficace è l’osmosi inversa. In questo caso, vengono bloccate tutte le particelle con un peso maggiore a 0,0001 μg. In pratica, con questo sistema riusciamo a ottenere acqua davvero pura!
Osmosi inversa in 4 step per avere acqua sicura
Ma quali sono i prodotti in commercio che garantiscono professionalità e sicurezza nei sistemi che utilizzano l’osmosi inversa? Le proposte commerciali sono tante e spesso è complicato orientarsi. Ricordiamo che ci sono apparecchi molto diversi tra loro e che il grado di filtraggio delle varie osmosi inverse presenti sul mercato può differire e anche di molto. Una osmosi buona dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: filtraggio almeno del 98%; pressione di lavoro sulle membrane di almeno 9,5 bar; ottima qualità delle membrane; pompa a raffreddamento ad acqua (incide sulla durata di vita della pompa)
Noi abbiamo provato il metodo dell’Acqua PI® e ci siamo trovati davvero bene. Anche perché il loro processo di filtraggio non si limita alla sola osmosi, ma prevede una serie di 4 passaggi.
Scopriamoli insieme.
Depurazione per osmosi inversa
La tecnologia PI® opera l’osmosi inversa attraverso la tecnologia cosiddetta “Direct Flow”, la più moderna e sicura attualmente sul mercato.
Con questo metodo, l’acqua viene depurata mediante un flusso continuo. Non è quindi necessario un serbatoio di stoccaggio supplementare, nel quale si nasconderebbe comunque il rischio di una possibile contaminazione.
Nella prima fase del Direct Flow, l’acqua che scorre dal rubinetto passa attraverso un filtro a sedimenti e carbonio. In questo modo si eliminano le impurità più grandi.
Dopo questo processo preliminare, il liquido scorre tra le membrane dell’osmosi inversa: qui ha luogo la filtrazione più fine, grazie a dei pori sottilissimi che lasciano passare esclusivamente la molecola dell’acqua, trattenendo invece metalli pesanti, pesticidi, nitrati, calcare e così via.
Ultimo passaggio della prima fase: l’acqua scorre in corrispondenza di una lampada UV (a raggi ultravioletti), secondo le normative locali.
Vorticazione, Mineralizzazione, Energizzazione
Dopo la depurazione, il liquido subisce poi altri 3 trattamenti, grazie al PI®-Cell Vitalizer, che è il cuore vero e proprio della tecnologia proposta da PI®.
Vediamole nel dettaglio:
Vorticazione. Questa fase si compie nella parte inferiore del PI®-Cell VItalizer, dove sono presenti delle sfere in ceramica a elevata energia BCS® (Bio COntrol System). Queste sfere, sottoposte a movimento rotatorio, ‘preattivano’ l’acqua, che fluisce in questo modo verso l’alto. Il processo di vorticazione così eseguito serve a neutralizzare le informazioni delle sostanze nocive ancora presenti in acqua.
Mineralizzazione. Siamo ora alla fase 3. L’acqua scende di nuovo verso il basso e incontra i coralli sango e il calcio organico. In questo modo, viene lievemente mineralizzata, per garantire un pH quasi neutro.
Energizzazione. Ultima fase: l’acqua del nostro rubinetto è infine rinvigorita con ceramiche e cristalli altamente energetici. Qui un cilindro magnetico regola il grado di energizzazione della nostra acqua, portandolo a un livello ottimale per le cellule umane.
Benefici dell’acqua trattata con la Tecnologia PI
Come ben sappiamo, l’essere umano è composto per buona parte di acqua. A seconda dell’età, la percentuale d’ H2O presente nel nostro corpo varia da un massimo dell’80% (e più) fino a un minimo di circa il 50%. I due terzi dell’acqua presente in tutti noi è contenuta nelle cellule, la restante parte all’esterno di esse. Come potete immaginare, quindi, assumere acqua è essenziale per il nostro benessere!
L’acqua depurata con tecnologia PI®, può aiutarci a:
Prevenire il cancro
Ridurre la sedimentazione del colesterolo
Ridurre il rischio di malattie cardio-circolatorie
Digerire meglio
Disintossicare e depurare l’organismo
I costi del sistema PI® con osmosi inversa
La decisione di installare un sistema di questo tipo può essere frenata dalla disponibilità economica. L’investimento iniziale può essere importante, ma ci sono due fattori che dobbiamo considerare. Innanzitutto, che la salute non ha prezzo. In secondo luogo, che il costo iniziale verrà ampliamente ripagato nel corso del tempo. Guardiamo questa infografica, che confronta i costi giornalieri dell’Acqua PI® con quelli dell’acquisto di acqua minerale in bottiglia:
Ok, ma rimane sempre acqua morta, devitalizzata e con memoria dei prodotti chimici da inquinamento e relativo disinquinamento !! quindi, quest’acqua, per renderla viva-efficiente-terapeutica va esposta a minimo 12 h di sole in contenitori aperti di argilla grezza per ottenere quasi una acqua piovana o acqua da scioglimento neve o ghiacciai di alta montagna.
In Sintesi, a Costo Zero, l’acqua di rubinetto come da commento precedente , basta esporla al SOLE, minimo 12 h e si ottiene risultato migliore con massimo risultato terapeutico ! ! !
Francesco Paolo Ruggieri
Mi sembra che non hai letto bene l’articolo o non hai capito nulla!! Io ho questo prodotto e ne sono soddisfattissimo!! Mi intendo di acqua a livello chimico/fisico, conoscenze oltre la norma, e devo dire che è il miglior sistema di trattamento dell’acqua che c’è in commercio. Non oso commentare il tuo suggerimento su come fare per avere una buona acqua, perchè denota quanta incompetenza hai in merito…..