Indice dei contenuti
- 1 Come essere sicuri che la pappa dei nostri bambini sia sana e completa, sin dai primi giorni dello svezzamento? Con la preparazione fai da te! Occhio però a scegliere ingredienti sani e il giusto omogeneizzatore.
- 2 Quanto è importante la fase dello svezzamento!
- 3 Omogeneizzati biologici, perché no?
- 4 Omogeneizzati fatti in casa: scelta di gusto
- 5 Omogeneizzatore come funziona
- 6 Quale omogeneizzatore scegliere?
Come essere sicuri che la pappa dei nostri bambini sia sana e completa, sin dai primi giorni dello svezzamento? Con la preparazione fai da te! Occhio però a scegliere ingredienti sani e il giusto omogeneizzatore.
Lo svezzamento è una fase molto importante nella vita di un bambino. Il piccolo comincia infatti a essere più indipendente e a sviluppare il gusto. Scegliere attentamente il tipo di pappa da proporgli è essenziale anche perché sin da questa prima fase imparerà ad assaporare alimenti sani e genuini. Per stare sicuri, possiamo comprare gli ingredienti (magari biologici) delle pappe dal nostro rivenditore di fiducia e utilizzare un omogeneizzatore.
Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sullo svezzamento e sull’omogeneizzazione fai da te.
Quanto è importante la fase dello svezzamento!
Comincia dai quattro ai sei mesi ed è una delle attività più importanti nella crescita e nello sviluppo sano di un bambino. Lo svezzamento fa infatti parte di tutte quelle tappe di progressivo “distacco” dalla mamma, essenziali per il cucciolo. Con lo svezzamento il distacco è ovviamente dal seno e dal latte materno.
È importante quindi che la fase di passaggio sia più serena possibile e che sia accompagnata da una sana relazione genitore/figlio. In un’interessante pubblicazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, intitolata “A scuola di Salute”, scopriamo alcuni consigli pratici per affrontare questo periodo importante in maniera naturale e rilassata. Cominciamo subito col dire che gioco e pazienza sono le due parole chiave.
«Si tende a pensare che sia importante preoccuparsi principalmente di quanto, cosa e quando si fa mangiare il bambino – spiega Teresa Capriati, pediatra, gastroenterologa nutrizionista dell’UOS di Nutrizione Artificiale e UOC di Malattie Epatometaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – Al contrario, il genitore deve essere parte attiva di questo percorso, mettendosi in ascolto delle esigenze del piccolo e allo stesso tempo rispettando spazi, tempi e modalità del bambino, rispettando la sua individualità che si sta costruendo».
È essenziale evitare l’uso di dispositivi tecnologici, soprattutto a tavola, come abbiamo visto molte volte. Il gioco però non deve mai mancare, perché è una forma di relazione importante tra genitore e figlio. Quindi via libera al classico “aeroplanino”. In ogni caso vanno bene le attività che puntano a distrarre il bambino per farlo mangiare.
È consigliabile non fare troppe pressioni, però.
«Mettere sempre al centro la relazione col bambino – spiega ancora l’esperta – cercando il contatto visivo e la comunicazione durante il pasto è un elemento importante. Inoltre bisogna rispettare l’individualità e le scelte del piccolo, che può voler giocare con i pezzettini di cibo o tenere un altro cucchiaio».
Il genitore deve saper rispettare quindi il bambino che, anche a questa età, ha una volontà propria, che va accolta con pazienza e comprensione.
Omogeneizzati biologici, perché no?
Gli esperti del Bambino Gesù entrano poi anche nel dettaglio di cosa offrire al bambino nei suoi primi mesi di svezzamento. Innanzitutto bisogna capire che l’esperienza dello svezzamento è graduale. Alcuni pediatri consigliano di iniziare già al quarto mese.
In questi casi, il piccolo effettuerà cinque o sei pasti giornalieri, compreso l’allattamento, ancora essenziale. All’inizio, uno di questi pasti può essere sostituito dalle prime pappe: in genere un po’ di frutta tritata e le classiche “creme” (di riso, mais e tapioca, semolino e così via).
Dopo uno o due mesi, sempre sotto la guida esperta del pediatra, è possibile sostituire un altro pasto. È consigliabile poi arrivare al sesto mese a un’importante alimentazione “alternativa”, che sia cioè complementare al latte (ancora essenziale), per dare la possibilità al bimbo di assumere i macro e micronutrienti di cui ha bisogno in questa fase della sua crescita.
Per aiutarci con la scelta degli alimenti per bambini, la Società Italiana di Nutrizione Umana ha realizzato i Livelli di Assunzione di Riferimento dei Nutrienti ed Energia (Larn). Le indicazioni principali sono due:
- Forte presenza di carboidrati e grassi: rispettivamente devono rappresentare il 43 e il 40 per cento della dieta giornaliera
- Quantità di proteine da tenere tra il 7 e l’8 per cento
Oltre alle quantità, per il nostro bambino scegliamo sempre il meglio anche dal punto di vista della qualità. L’idea è quindi che i primi omogeneizzati che scegliamo siano biologici.
La scelta è appoggiata dal pediatra Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica della Sapienza di Roma, che ha spiegato:
«La ragione principale per scegliere cibo biologico, al di là dei livelli di nutrienti, che possono anche essere molto simili a quelli dei prodotti tradizionali, è che la qualità è migliore, soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario».
Il biologico, prosegue l’esperto, ci aiuta anche a controllare i livelli di inquinamento ambientale che potrebbero essere presenti nel cibo:
«L’agricoltura biologica – prosegue Vania – ha il vantaggio di eliminare a monte una forma di contaminazione importante, dando una sicurezza in più a chi cerca del cibo sano».
Ancora meglio sarebbe, per il benessere del piccolo, che gli alimenti vengano preparati direttamente dai genitori, che possono così meglio controllare l’alimentazione del figlio:
«La differenza è evidente se il pasto del bambino viene preparato dai genitori a partire da frutta, verdura e altri prodotti destinati al consumo dell’adulto o se si scelgono modalità di auto svezzamento, dando ai bambini gli stessi cibi consumati da mamma e papà. In quel caso la scelta di alimenti biologici è fortemente consigliata, così come rimane consigliata una volta finita la fase del divezzamento».
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Omogeneizzati fatti in casa: scelta di gusto
Non è solo una questione di benessere, ma anche di gusto. Durante lo svezzamento il bambino infatti impara anche a sviluppare il proprio gusto.
Scegliendo sin dall’inizio un’alimentazione sana, variegata e con prodotti di stagione, il bambino sarà più abituato ai sapori nuovi e di alimenti salutari. Crescendo scoprirà quindi tutto il piacere di mangiare cibo biologico e soprattutto variegato.
La scelta di offrire pappe naturali lo aiuterà poi in futuro a evitare i prodotti industriali che, anche quando di buona qualità, non assicurano lo stesso apporto nutrizionale.
Ecco perché, per non sbagliare, possiamo scegliere verdure e altri prodotti biologici dal nostro rivenditore di fiducia e poi preparare noi stessi le pappe in casa con un omogeneizzatore.
Omogeneizzatore come funziona
Cosa fa l’omogeneizzatore? La risposta potrebbe sembrare banale: rende omogenei frutta, verdura e altri ingredienti per le pappe dei nostri bambini. Ma la situazione è più complessa di così.
A differenza di un semplice frullatore, infatti, l’omogeneizzatore è capace di ottenere dagli ingredienti iniziali una texture setosa e soffice, più semplice da ingoiare. In questo modo, il bambino potrà abituarsi pian piano a una consistenza del cibo che è solo leggermente più densa di quella del latte.
Ma c’è un’altra importante funzione dell’omogeneizzatore. Nel processo non viene infatti introdotta aria nel preparato. Questo aspetto è fondamentale per prevenire l’ossidazione precoce degli alimenti e soprattutto per evitare ai piccoli le famose (e fastidiosissime) “colichette”.
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Come usare omogeneizzatore? I passaggi per iniziare a usare un prodotto multifunzione sono piuttosto semplici e sono più o meno simili in base al tipo di prodotto acquistato.
- Riempire la caldaia con acqua (meglio se controllata e poco calcarea, per preservare lo strumento)
- Mettere gli ingredienti tagliati a piccoli pezzi nel cestello (ancora crudi)
- Azionare l’omogeneizzatore, selezionando innanzitutto la cottura al vapore
- Attendere la conclusione della bollitura degli ingredienti
- Posizionare gli alimenti ora cotti nel contenitore con le lame, simile a quello del frullatore
- Azionare il prodotto sulla modalità “omogeneizzare”
- Attendere la conclusione dell’operazione
Come abbiamo visto, l’omogeneizzatore ci permette in pochi e semplici passaggi di ottenere pappe per i nostri bebè che siano sane e facili da ingoiare.
Quale omogeneizzatore scegliere?
Sul mercato troviamo una vasta serie di omogeneizzatori (qui trovi il miglior confronto online con una guida approfondita con diversi modelli tra cui scegliere), con diverse funzioni e variabili.
Qui ci concentreremo solo su due aspetti: il tipo di funzione e i materiali. Partiamo dal primo punto.
Essenzialmente, un omogeneizzatore può essere:
- Semplice
- Multifunzione
I modelli più semplici hanno funzioni simili a quelle dei frullatori. Ciò vuol dire che non hanno una cabina per la bollitura degli ingredienti. È necessario quindi cuocere tutto a parte, precedentemente. A meno che ovviamente non si tratti di lavorare su alimenti che possono essere consumati crudi (pensiamo alla frutta).
Gli omogeneizzatori più complessi, invece, che vengono anche detti cuocipappa, sono degli elettrodomestici completi. Prevedono infatti anche una caldaia che produce vapore (come abbiamo visto), capace di cuocere gli ingredienti prima di procedere all’omogeneizzazione.
Questo tipo di modelli è ovviamente più costosa dei precedenti e anche più ingombrante rispetto all’omogeneizzatore semplice. Il vantaggio però è di utilizzare un solo elettrodomestico per fare tutto, riducendo anche il numero di piatti e pentole da lavare successivamente alla preparazione.
Chiudiamo ora questa panoramica sui materiali. Quelli più impiegati sono generalmente due:
- Plastica dura
- Acciaio inox
Generalmente, il tipo di plastica impiegata per il rivestimento e i contenitori di un omogeneizzatore non contiene i pericolosi BPA, ma è sempre importante controllare che sia effettivamente così approfondendo il discorso con il rivenditore o leggendo attentamente le caratteristiche del prodotto.
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L’acciaio inox è invece il materiale impiegato per le lame degli omogeneizzatori. In alcuni casi, i contenitori per gli ingredienti non sono in plastica dura, ma in acciaio inox, come delle vere e proprie pentole.
Il materiale è igienico, antiruggine ed è molto performante per l’omogeneizzazione di una grande gamma di alimenti.