Nanoparticelle dannose presenti negli alimenti commercializzati da 9 marchi. Associazione dei consumatori denuncia 9 produttori di alimenti e cosmetici per aver nascosto la loro presenza nei propri prodotti. Ecco l’elenco
Sono nove le aziende sotto accusa da parte dell’associazione dei consumatori francese Que Choisir, per aver nascosto la presenza di nanoparticelle nei prodotti.
Alimenti e cosmetici analizzati dall’associazione, sono infatti risultati positivi ai test. Al loro interno nanoparticelle di biossido di titanio e di silicio, ossido di ferro e di zinco, e di nerofumo.
Tutte sostanze potenzialmente tossiche per l’uomo. Ecco tutti i risultati.
Nanoparticelle in alimenti e cosmetici
La notizia è stata riportata nei giorni scorsi da Il Fatto Alimentare e getta luce su un fenomeno alquanto preoccupante. Secondo la normativa europea, la presenza di nanoparticelle nei prodotti deve essere indicata in etichetta o sulla confezione.
Le aziende sotto accusa, invece, avrebbero preferito lasciare i consumatori ignari, contravvenendo alla normativa. L’indicazione, infatti, è stata segnalata solo in 3 prodotti su 16.
Nanoparticelle: pericolose per l’uomo?
L’interesse francese sui possibili rischi causati dalla presenza di nanoparticelle nei prodotti nasce da uno studio pubblicato su “Scientific Reports” e condotto dall’Istituto nazionale francese per la ricerca agronomica (Inra).
Secondo questo studio, l’esposizione cronica al biossido di titanio tramite ingestione potrebbe provocare stadi precoci di cancerogenesi. All’epoca l’Inra non si era sbilanciata sui possibili effetti sull’uomo. Questo perché i test erano stati effettuati solo in laboratorio.
A cosa serve il biossido di titanio?
Essenzialmente a migliorare l’aspetto degli alimenti, aumentandone la brillantezza e mediando l’effetto di altri coloranti. Già dal 2006, secondo quanto scrive Le Monde, il TiO2 è stato classificato come possibile cancerogeno per l’uomo, se inalato.
L’accusa alle nove aziende
Ritornando alle più recenti analisi effettuate su campioni di alimenti e cosmetici, l’associazione dei consumatori francese ha portato sotto la lente d’ingrandimento l’attività di nove aziende, tra cui grandi nomi diffusi anche in Italia.
I prodotti esaminati sono stati: 7 tipologie di alimenti e 9 cosmetici. I test erano volti alla ricerca di tracce di nanoparticelle di biossido di titanio e di silicio, ossido di ferro e di zinco, e di nerofumo. Tracce che sono state trovate in tutti i prodotti analizzati, senza che però la loro presenza fosse rivelata in etichetta. Così come la normativa europea impone.
Que Choisir ha così denunciato tra le altre aziende Mars, Casino, McCormick e JDE.
Le analisi hanno rilevato la presenza di nanoparticelle di biossido di silicio (E551) soprattutto nella zuppa liofilizzata di Casino, nel preparato per il cappuccino istantaneo di JDE e nelle erbe aromatiche di McCormick.
Nei confetti colorati alle arachidi M&M’s di Mars, il 35% del biossido di titanio è risultato costituito da nanoparticelle.
Analisi sarebbero state condotte anche dal governo francese che avrebbe evidenziato la presenza di tali sostanze nell’87% dei 40 cosmetici analizzati e nel 39% dei 74 prodotti alimentari analizzati. Solo in un caso l’etichetta indica la presenza di tutti i nanomateriali identificati.
Cosa succederà adesso
A seguito di questi test, il governo francese ha sollecitato l’Anses al fine di completare il lavoro di raccolta di tutti i dati disponibili in merito alla presenza di nanoparticelle di biossido di titanio negli alimenti. Lo scopo è quello di redigere un dossier per la valutazione della sostanza da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa).
Ricordiamo che le nano particelle non si trovano soltanto negli alimenti. Oltre al biossido di titanio potenzialmente ingerito, l’uomo è esposto a queste sostanze anche attraverso l’aria che respira. Tra le altre, ricordiamo la magnetite. Si tratta di un elemento altamente bioreattivo che può provocare forti danni ossidativi alle cellule circostanti. Potete approfondire l’argomento a questo link.