In Sudan le mutilazioni genitali femminili (Mgf) diventeranno finalmente reato. Il passo deciso dal nuovo governo è stato salutato come l’inizio di una nuova era ed è considerato un frutto della rivoluzione che, giusto un anno fa, ha portato alla cacciata dell’ex presidente Omar al Bashir… il mantenimento di una promessa fatta alle donne anche in virtù del ruolo fondamentale assunto durante i 9 mesi di pacifica rivolta popolare; rivolta che il regime e i vertici militari hanno cercato inutilmente di soffocare nel sangue.
Le Mgf diventano reato
Il governo di Khartoum ha approvato, nei giorni scorsi, un decreto che prevede 3 anni di prigione per chi compie questi atti fuori e dentro una struttura sanitaria.
Si tratta di misure importanti, detto Faiza Mohamed, responsabile per l’Africa di Equality Now, pur sapendo che non sarà facile farla rispettare presso comunità che considerano le mutilazioni genitali femminili una tradizione irrinunciabile.
Il Sudan registra uno dei tassi più alti al mondo di Mgf e 9 donne sudanesi su 10 hanno vissuto sulla propria pelle una pratica che interessa 200 milioni di persone al mondo.
Cosa sono le mutilazioni genitali femminili
Per Mg parliamo di tutte quelle pratiche volte alla parziale o totale rimozione della parte esteriore dei genitali femminili.
L’Oms ha diviso questo genere di pratiche in 4 diversi tipi, classificandoli a livello di gravità:
- clitoridectomia (tipo1)
- asportazione (tipo 2)
- infibulazione (tipo 3)
- uso di piercing, cauterizzazione, taglio della vulva, uso di acidi (tipo 4)
Parliamo di pratiche effettuate con oggetti rudimentali (coltelli, forbici, lamette da barba), senza alcun tipo di anestetico e senza basilari norme igieniche.
Le bambine che vi sono sottoposte possono morire per shock emorragico, neurogenico (provocato dal dolore del trauma), sepsi (infezione generalizzata).
Nel lungo periodo, le conseguenze sono tantissime: ascessi, calcoli, cisti, crescita abnorme di tessuto cicatriziale, infezioni o ostruzioni del tratto urinario e della pelvi, forti dolori mestruali e nei rapporti sessuali, maggiore vulnerabilità a infezioni da HIV/AIDS, epatite e altre malattie veicolate dal sangue, infertilità, incontinenza, maggior rischio di mortalità materna, per travaglio chiuso o emorragia al momento del parto.

Il parere dell’Unicef
L’Unicef ha affermato che con la nuova norma le madri acquisteranno coraggio perché finalmente si puniscono i responsabili, con 3 anni di carcere, multe e anche il sequestro del luogo dove sono mutilate le ragazze.
“Tante madri acquisteranno coraggio e anche le ragazze potranno finalmente gridare: “opporci è un nostro diritto”…è il grido di gioia di Salma Ismail, responsabile comunicazione e advocacy Unicef in Sudan, espresso in merito alla nuova legge che renderà reato praticare le mutilazioni genitali femminili.
L’attivista, rispetto alla pratica, diffusa soprattutto in Africa e Asia, ha sottolineato che finora tanta donne e tane madri sono state spinte o costrette, volenti o nolenti, da norme sociali e tradizionali mentre finalmente ora, con la muova legge, il loro coraggio uscirà fuori ed i responsabili veranno punti.
Cosa ci si auspica
Le mutilazioni genitali femminili sono pratiche in contrasto con i diritti basilari sanciti dei vari trattati internazionali, che attentano all’integrità fisica e alla salute psicofisica delle donne, contrastando con il principio di non discriminazione ( Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna-Cedaw) e con la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (Crc).
Ma la battaglia informativa per convincere la popolazione dove spesso la pratica è considerata una sorta di rito di passaggio obbligato verso l’essere donna e un pilastro del matrimonio è ancora lunga, dato che in molti Paesi dove stata abolita, una grossa fetta di donne continuano ad essere sottomesse a queste brutali pratiche.
Il governo sudanese è intenzionato ad eliminare le mutilazioni genitali femminili in gran parte del Sudan entro il 2030.