Indice dei contenuti
Mononucleosi: quali sono i sintomi che la caratterizzano, come si trasmette e cosa fare per cercare di alleviare il decorso della malattia.
Conosciuta anche come “malattia del bacio”, la mononucleosi è una malattia infettiva provocata dal virus di Epstein Barr (EBV) e appartenente alla famiglia degli herpesvirus.
La sua modalità di diffusione è tuttora poco nota. Il contagio non è molto elevato e avviene prevalentemente per via diretta oro-faringea.
Ma impariamo a conoscerla meglio.
Mononucleosi sintomi
La malattia inizia dopo un periodo di incubazione che può variare anche in base all’età dei pazienti contagiati. I sintomi che possono indurre a sospettare la presenza di mononucleosi, soprattutto se presenti contemporaneamente, sono: febbriciattola insidiosa, accompagnata da sudorazione, mal di testa, senso di stanchezza, infiammazione delle tonsille e della faringe, ingrossamento dei linfonodi superficiali e, in alcuni casi, aumento delle dimensioni della milza.
La faringite, in particolare, è quasi sempre presente e può essere di gravità variabile. In alcuni casi, meno frequenti rispetto ai sintomi appena descritti, si può verificare anche la comparsa sulla cute di un esantema simile a quello del morbillo.
Il sospetto della malattia viene confermato in genere con degli esami che dimostrano l’aumento della VES (velocità di eritrosedimentazione) e dei globuli bianchi. I neutrofili diminuiscono e si registra un aumento dei linfociti e dei monociti.
Mononucleosi: come si trasmette
Come abbiamo spiegato, la mononucleosi è una malattia a contagiosità modesta, che colpisce preferenzialmente soggetti di età compresa fra i 15 ed i 25 anni. Proprio grazie a questa sua caratteristica, può causare piccole epidemie solo in condizioni molto particolari.
Si tratta di una malattia diffusa un po’ in tutto il mondo. Nei Paesi industrializzati, si manifesta entro l’adolescenza nel 50% degli individui. Nei Paesi in via di sviluppo, invece, compare più precocemente.
Secondo alcune stime recenti, sembra che nel corso della propria vita circa il 90% della popolazione adulta, senza particolare predilezione di sesso, sia entrata in contatto con l’Epstein-Barr virus. La maggior parte di queste persone avrebbe però sviluppato anticorpi specifici senza aver manifestato alcun segno di infezione.
“Il motivo – spiega Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica di Roma – è che quando contratta nei primi anni di vita la malattia ha spesso un decorso senza sintomi, mentre nelle altre fasce età non di rado viene scambiata per influenza”.
Il contagio può avvenire in maniera diretta, attraverso la saliva (via oro-faringea), rapporto sessuale o trasfusioni di sangue ed emoderivati, oppure indiretto, utilizzando, ad esempio, oggetti contaminati.
La contagiosità può durare per molto tempo e gli stessi portatori sani possono diventare fonte di contagio. Comunque, una volta contratta la malattia, ci si immunizza per ogni successivo contatto.
Al momento, non si conoscono rischi certi collegati alla malattia, nemmeno per le gestanti, non essendo stata trovata alcuna relazione certa tra la mononucleosi e aborti o malformazioni fetali.
Mononucleosi: decorso della malattia
Negli adolescenti la malattia si manifesta dopo 3-6 settimane l’avvenuto contagio; nei bambini il periodo di incubazione è invece di 2-3 settimane. L’infezione può essere spesso asintomatica, soprattutto se si manifesta in tenera età. Negli adolescenti e negli adulti, i sintomi possono scomparire per alcune settimane. Ciò che persiste in ogni caso è una sensazione di stanchezza generalizzata.
La complicanza più grave che può avere la mononucleosi è la rottura della milza, che abbiamo visto può ingrossarsi durante la malattia, avvenuta a seguito di un trauma o uno sforzo.
Mononucleosi: cura e alimentazione
Fin qui abbiamo visto i sintomi della mononucleosi, il decorso della malattia e come avviene il contagio. Ma come ci dobbiamo comportare se abbiamo contratto la “malattia del bacio”?
Il primo importante consiglio è: portare pazienza. L’organismo, infatti, deve essere lasciato libero di combattere l’infezione in corso con i suoi ritmi.
Naturalmente, si consiglia riposo e la sospensione delle attività sportive per almeno 1-2 mesi, soprattutto in caso di complicanze.
Il processo di guarigione può essere favorito consumando cibi integrali e ricchi si sostanze nutritive, come cereali, frutta e verdura. No ai cibi molto grassi, che potrebbero sovraccaricare il fegato.
Assolutamente sì, invece, a liquidi, acqua e succhi di frutta (meglio se naturali) che aiutano ad alleviare la febbre e a prevenire la disidratazione.
Per combattere il mal di gola, potrebbe essere utile effettuare dei gargarismi con acqua salata, più volte al giorno. Farli è molto semplice: basta mescolare mezzo cucchiaino di sale in un bicchiere pieno di acqua tiepida.
Alche l’assunzione di alimenti e rimedi naturali capaci di ridurre l’infiammazione e quindi la febbre può rivelarsi un toccasana.
Sciogliere un cucchiaino di miele sotto la lingua può essere di grande aiuto per combattere la spossatezza tipica di questa malattia.
Infine, il succo di aloe vera, ottimo per stimolare la risposta del sistema immunitario, può supportare l’organismo nella sua battaglia contro la malattia.