L’8 marzo, il capo di McDonald’s, Chris Kempchinski, ha annunciato l’intenzione di sospendere il lavoro di tutti gli stabilimenti russi e le operazioni di mercato a causa di eventi in Ucraina. La soluzione riguarda 850 punti. All’inizio, la data esatta non è stata definitaa. Fino alla fine della settimana, i ristoranti McDonald’s di Chelyabinsk hanno continuato a funzionare normalmente.
È successo: McDonald’s è finalmente chiuso. La società americana ha annunciato la vendita dell’attività russa. McDonald’s sta togliendo il logo, i nomi dei ristoranti e i menu.
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Dopo 30 anni il celebre marchio ha annunciato che venderà tute le attività nel Paese a crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina e l’ambiente imprevedibile che ne è derivato”.
“Se non puoi andare in America, vieni al McDonald’s a Mosca”, questo era lo slogan andato in onda oltre trent’anni fa sulla tv di Stato in Unione Sovietica. Reclamizzava l’apertura, in piazza Pushkin a Mosca, del primo punto vendita del colosso americano, che avvenne il 31 gennaio 1990.
Un evento che fece grande scalpore, per il suo contenuto simbolico, rappresentando l’emblema dell’apertura alla cultura capitalista da parte del blocco sovietico.
In seguito a questo primo punto vendita si contavano ad ora ben 847 punti vendita dei quali l’84% di proprietà, il restante in franchising. A marzo, in seguito all’invasione ucraina, si era deciso di chiudere temporaneamente e ora invece l’annuncio della cessione dei punti vendita e la chiusura in Russia.
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