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DNA alieno ritrovato nelle cellule dei pazienti afflitti da leucemia mieloide. La scoperta da un team di ricercatori milanesi.
La leucemia mieloide cronica sarebbe frutto di un’anomalia delle cellule leucemiche. Una parte del DNA dei pazienti sarebbe ‘alieno’, ‘non umano’ secondo gli studiosi. Una scoperta che ha lasciato di stucco gli stessi ricercatori. I risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports, rivista scientifica del gruppo Nature.
Leucemia mieloide: sequenze aliene nelle cellule
La ricerca è stata realizzata da un team di studiosi dell’Università Statale di Milano e dell’Ospedale Nicaragua, che hanno cominciato a studiare il comportamento delle cellule leucemiche quando hanno rilevato un comportamento anomalo nelle stesse.
In particolare, veniva registrata la produzione eccessiva di una specifica proteina la WNT1oB a cui veniva associata la proliferazione cellulare incontrollata. Una caratteristica tipica delle cellule cancerose. “Un loop auto-proliferativo senza interruzione“, lo definiscono i ricercatori milanesi.
Per capire cosa stava accadendo, i ricercatori hanno cominciato ad andare a ritroso nel processo che ha generato l’anomalia.
“Ci siamo chiesti: chi impartisce l’ordine di attivare questa proliferazione senza interruzione“, spiegano Alessandro Beghini e Roberto Cairoli, ricercatori coinvolti nella scoperta. “Grazie a una serie di tecniche di biologia molecolare, siamo riusciti a identificare una variante dell’oncogene WNT1oB“, proseguono.
Analizzando attentamente il processo, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che c’è una correlazione tra la leucemia mieloide e una porzione di DNA “non umano” all’interno delle cellule leucemiche. Si tratta di un corpo estraneo, presente nella sequenza genetica dei pazienti, che “impartisce degli ordini” alle cellule sane, alterandone il comportamento e innescando l’anomalia.
Non è ancora chiaro da cosa derivi o cosa sia questo DNA “alieno”. Secondo gli studiosi, “è ancora presto per avere un identikit preciso”. È evidente però una correlazione con la malattia, dal momento che l’intruso è stato individuato nel DNA del 56% dei pazienti sottoposti ad analisi.
“È una scoperta importantissima che nei prossimi anni richiederà una serie di approfondimenti. Dobbiamo infatti cercare di risalire alla specie a cui il Dna appartiene e chiarire i meccanismi che hanno portato alla sua incorporazione nell’uomo”, concludono gli scienziati.
Leucemia mieloide: che cos’è
La Leucemia mieloide cronica, o LMC, origina in quelle cellule del midollo osseo che fungono da precursori delle cellule del sangue. E quindi delle piastrine, dei globuli rossi e bianchi, ma non dei linfociti.
Quando queste cellule sono ancora immature dovrebbero completare un processo che le porti allo stadio finale. La malattia però impedisce il completamento di tale processo. Le cellule ‘incomplete’ si accumulano quindi sotto forma di blasti nell’organismo.
L’aggettivo ‘cronica’ sta a indicare la lenta progressione della malattia nel corso del tempo. Per diversi anni, la Leucemia mieloide può avere anche un andamento asintomatico.
La malattia è piuttosto rara. In Italia colpisce 2 persone ogni 100mila. Incidenza maggiore per gli uomini (2,4) che per le donne (1,8). La LMC colpisce soprattutto in età avanzata: meno del 30% dei casi viene diagnosticato tra le persone under 60.
Foto: Nogas1974
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