Greenwashing è un termine che indica quelle aziende che, provando a calcare il trend dell’eco friendly, nascondono il proprio comportamento economico poco etico, indossando una maschera green.
Greenwashing è un termine inglese coniato qualche anno fa, grazie all’unione di “green” (verde inteso in senso ecologico) e di “whitewashing” (che vuol dire dissimulare, nascondere, riabilitare).
Vuole indicare infatti la tendenza da parte di aziende e qualsiasi tipo di società o organizzazione a pubblicizzare i propri presunti comportamenti eco friendly, al fine di apparire più attraenti agli occhi dei consumatori perché attenti allo sviluppo sostenibile.
Il greenwashing si riferisce alla pratica di fare affermazioni esagerate o false sui benefici ambientali di un prodotto, servizio o azienda, al fine di fuorviare i consumatori e creare un’immagine positiva dell’azienda come responsabile nei confronti dell’ambiente. Ciò può comportare l’uso di un linguaggio vago o fuorviante, la formulazione di affermazioni prive di fondamento o l’uso di marchi o immagini ecocompatibili senza apportare modifiche significative alle pratiche o ai prodotti dell’azienda.
Il greenwashing è considerato non etico e ingannevole perché sfrutta il desiderio dei consumatori di fare scelte rispettose dell’ambiente e mina gli sforzi delle aziende veramente ecologiche. È importante che i consumatori siano consapevoli delle tattiche di greenwashing e ricerchino attentamente prodotti e aziende prima di prendere decisioni di acquisto. In alcuni casi, le certificazioni indipendenti e la verifica di terze parti possono aiutare i consumatori a identificare i prodotti veramente rispettosi dell’ambiente.
Una maschera verde che puzza di marcio
Molto spesso, in realtà, le aziende che attuano politiche di Greenwashing lo fanno proprio per nascondere, dissimulare per l’appunto, scelte fortemente incompatibili con la sostenibilità ambientale o addirittura comportamenti che mettono a repentaglio la salute del pianeta.
Il Greenwashing è quindi a tutti gli effetti una pubblicità ingannevole che l’azienda in questione propone ai propri consumatori, e per tanto la pratica è vigilata In Italia dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Alcuni casi eclatanti di Greenwashing
Una delle prime pronunce di condanna relative al Greenwashing fu contro la Snam per la campagna pubblicitaria realizzata nel 1996 in chiave eco friendly. La Società Nazionale Metanodotti, infatti, aveva diffuso alcuni messaggi pubblicitari su giornali e Tv che promuovevano il metano come parte del sistema naturale, senza impatti in termini di emissioni nocive e benefico per la salute e il pianeta.
Alcuni di questi slogan infatti dicevano: “Il metano è natura” ma anche “Il metano è una fonte di energia che rispetta noi stessi e l’ambiente che ci circonda, restituendo all’uomo la sua aria, all’Italia il suo patrimonio ambientale ed artistico”.
A questa, seguirono altre sentenze come quelle contro l’acqua minerale San Benedetto, o contro la Coca Cola.
Il Greenwashing getta il sospetto su ogni scelta eco friendly
Ciò che è necessario sottolineare, però, è che il problema del Greenwashing è grave non solo per il fatto in sé, ma anche perché provoca negli utenti una sfiducia verso qualsiasi comportamento sostenibile, che viene ritenuto sospettoso.
Un comportamento di cui indignarsi ed assolutamente da denunciare quindi, ma come? Sui casi di Greenwashing ci viene in aiuto l’esperienza di Fred Pearce sul Guardian, che da anni si occupa proprio di denunciare questo ambientalismo di facciata. E inoltre possiamo avvalerci del sito web Greenwashing Index, una sorta di wikipedia del “lavaggio verde”, in cui chiunque può segnalare casi di Greenwashing, ma anche votare aziende realmente rispettose dell’aziende, per districarsi tra eco-furbi e veri green lovers. Indubbiamente in un momento di transizione così importante, come previsto dall’Agenda 2030, le aziende devono cambiare cambino radicalmente sotto l’aspetto dell’impatto ambientale. Ma non per tutte il cambiamento è così veritiero come dovrebbe essere.
Quali gli obiettivi dell’Agenda 2030
Gli obiettivi globali per l’ambiente e il clima entro il 2030 sono stabilità principalmente dagli accordi internazionali come l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Di seguito sono riportati alcuni degli obiettivi principali:
- Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra: l’obiettivo principale dell’Accordo di Parigi è di limitare l’aumento della temperatura media globale a meno di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, cercando di limitarlo a 1,5°C. Per raggiungere questo obiettivo, tutti i paesi devono lavorare insieme per ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
- Energia pulita: l’obiettivo dell’Agenda 2030 è garantire l’accesso universale all’energia sostenibile e pulita entro il 2030, aumentando l’uso di fonti di energia rinnovabile come l’energia solare, eolica e idroelettrica e migliorando l’efficienza energetica.
- Conservazione della biodiversità: l’obiettivo dell’Agenda 2030 è di proteggere la biodiversità, garantendo la conservazione e l’uso sostenibile delle foreste, degli oceani e della fauna selvatica. Questo include l’eliminazione della deforestazione entro il 2030.
- Rifiuti e inquinamento: l’obiettivo dell’Agenda 2030 è di ridurre in modo significativo la quantità di rifiuti prodotti e di prevenire l’inquinamento delle acque e dell’aria, attraverso l’adozione di pratiche sostenibili e l’implementazione di politiche di gestione dei rifiuti.
- Adattamento ai cambiamenti climatici: l’obiettivo dell’Accordo di Parigi è di aumentare la capacità degli individui e delle comunità di ai cambiamenti climatici e di ridurre la vulnerabilità a eventi climatici estremi come siccità, inondazioni e tempeste.
Questi sono solo alcuni degli obiettivi principali, ma ci sono molte altre iniziative e politiche in corso per affrontare la crisi climatica e proteggere l’ambiente.
Quali gli obiettivi delle aziende entro il 2030?
Ci sono molte possibili risposte a questa domanda a seconda del settore e della regione, ma di seguito elenco alcuni degli obiettivi più comuni per le aziende e le industrie entro il 2030:
- Ridurre l’impatto ambientale: Molte aziende stanno cercando di ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra, l’utilizzo di energia e l’impatto sui cambiamenti climatici in generale. Ciò potrebbe comportare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, l’adozione di pratiche sostenibili nell’intera catena di approvvigionamento, la riduzione dei rifiuti e l’adozione di strategie di economia circolare.
- Innovare e digitalizzare: Le aziende stanno diventando sempre più dipendenti dalla tecnologia per rimanere competitive. L’adozione di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Internet delle cose e la blockchain sta diventando sempre più comune.
- Investire in formazione e sviluppo: Per far fronte alle sfide future, le aziende devono investire nella formazione e nello sviluppo dei propri dipendenti, in modo che siano in grado di adattarsi alle nuove tecnologie e alle nuove metodologie di lavoro.
- Essere socialmente responsabili: Le aziende stanno diventando sempre più consapevoli dell’impatto sociale delle loro attività e stanno cercando di agire in modo etico e responsabile. Ciò potrebbe comportare l’adozione di politiche di inclusione e diversità, la promozione dei diritti dei lavoratori e la responsabilità sociale.
- Espandersi globalmente: Le aziende stanno cercando sempre più di espandersi globalmente per raggiungere nuovi mercati e aumentare la loro base di clienti. Ciò richiede un’attenzione particolare alla comprensione delle culture locali e alle normative internazionali.
Questi sono solo alcuni degli obiettivi che le aziende stanno perseguendo per rimanere competitivi e prepararsi per il futuro. Tuttavia, le sfide e le opportunità cambiano a seconda del settore e della regione, quindi ogni azienda deve individuare gli obiettivi che meglio si adattano alle sue specifiche esigenze e obiettivi di business.