Derivante dal greco, il termine eugenetica indica quell’ insieme di teorie e pratiche miranti a migliorare la qualità genetica di un determinato gruppo di individui.
Nell’etimologia della parola è presente l’eu greco che significa ‘bene, buono’. Ed è proprio il progressivo miglioramento della specie umana, ottenuto tra individui portatori di caratteri favorevoli, il concetto di partenza di questo ramo della genetica.
Ripercorriamo la storia di questa pratica, che ha origine nell’Ottocento ed è stata ripresa – per scopi poco nobili – dai nazisti tedeschi.
La nascita del concetto di eugenetica e delle teorie a esso collegate
Il termine ‘eugenismo’ nasce nel 1883 a opera di Francis Galton, cugino di Darwin, che anticipò di una ventina d’anni l’invenzione del termine ‘genetica’.
Nel corso degli anni, le teorie collegate all’eugenetica e nate in Inghilterra e Francia iniziarono a diffondersi con successo anche in Svizzera, Scandinavia, Germania e Usa. Sulla scia di queste teorie, gli Stati Uniti iniziarono a sterilizzare i pazienti dei manicomi e criminali. Si parla di 30 mila casi avvenuti tra il 1907 e il 1939.
Il capitolo più celebre (e famigerato) della storia dell’eugenetica, però, si ha nella Germania nazista. Con il progetto nazista Aktion T4, il regime si poneva l’obiettivo di eliminare le persone affette da malformazioni genetiche. Si pensa che il provvedimento abbia portato all’eliminazione di circa 70mila persone. Il progetto nazista fu poi ufficialmente sospeso da Hitler per le pressioni dell’opinione pubblica, anche se, alla fine, l’eliminazione di persone disabili continuò a essere perpetrata.
Eugenetica oggi
L’interesse sull’eugenetica sembra si sia riacceso alla fine del XX secolo. Con lo sviluppo delle tecnologie di ingegneria genetica. In particolare, alcuni scienziati come Troy Duster, esperto di sociologia dell’Università di Berkeley, in California, sostengono che la genetica contemporanea sia correlata all’eugenetica. La possibilità di sequenziare in maniera completa il genoma umano e l’avanzamento delle biotecnologie potrebbero portare secondo l’esperto a una selezione dei caratteri genetici dei nascituri.
C’è chi parla addirittura di una nuova era dell’eugenetica, in cui i bambini vengono considerati dei semplici prodotti di consumo, guidati dal mercato e creati su ordinazione.
Il dibattito risulta ancora più acceso in tema di screening di diagnosi prenatale, che può portare a prevenire la nascita di un bambino affetto da malattie come la sindrome di Down.
Tuttavia, l’eugenetica oggi è completamente diversa dal concetto diffuso nel ‘900. Attualmente, infatti, l’attenzione si è spostata dall’individuo al singolo gene. Un cambio di prospettiva importante che consente di interrogarsi non più sulla possibilità di sterilizzare una persona problematica per evitare che i suoi geni si diffondano, ma sulla possibilità di intervenire con strumenti avanzati su geni problematici per evitare la loro diffusione nelle generazioni future.
Tuttavia, il rischio che le biotecnologie vengano utilizzate a scopi eugenetici continua a esistere.
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