Linfomi: La combinazione mirata di farmaci antitumorali esistenti e vitamina C ad alte dosi potrebbe rappresentare una nuova strategia efficace nel trattamento dei linfomi aggressivi e resistenti alle terapie attuali. Questo è il risultato di uno studio condotto dall’Istituto europeo di oncologia, sotto la guida di Bruno Amati e Giulio Donati, e recentemente pubblicato sulla rivista “Embo Molecular Medicine“.
L’uso della vitamina C ad alte dosi come coadiuvante nella terapia antitumorale è stato oggetto di interesse e studio da diversi anni. La vitamina C, in particolare a dosi elevate, è stata suggerita come possibile agente antitumorale in grado di agire sinergicamente con altri farmaci chemioterapici per potenziarne l’efficacia e superare la resistenza tumorale.
Lo studio condotto dall’Istituto europeo di oncologia ha esaminato l’effetto della combinazione di farmaci antitumorali esistenti e vitamina C ad alte dosi su linfomi aggressivi e resistenti alle terapie attuali. I risultati hanno dimostrato che questa combinazione è stata in grado di indurre una significativa regressione tumorale e di prolungare la sopravvivenza nei modelli animali di linfoma.
Le ragioni alla base di questa sinergia tra farmaci antitumorali e vitamina C non sono ancora completamente comprese. Tuttavia, si ipotizza che la vitamina C, attraverso il suo potere antiossidante, possa aiutare a neutralizzare i radicali liberi prodotti durante la terapia antitumorale, riducendo così il danno alle cellule normali e migliorando l’efficacia della terapia contro le cellule tumorali.
È importante sottolineare che questo studio è stato condotto su modelli animali e sono necessarie ulteriori ricerche per confermare l’efficacia di questa combinazione terapeutica nei pazienti affetti da linfomi. Tuttavia, i risultati preliminari sono promettenti e potrebbero aprire la strada a nuove opzioni di trattamento per i linfomi più aggressivi e resistenti alle terapie attuali.
“Questa ricerca segna una tappa fondamentale verso la cura di quelle forme di linfoma a linfociti B per cui le terapie attuali risultano poco efficaci – spiega Bruno Amati, direttore di Divisione al Dipartimento di oncologia sperimentale dello Ieo – Abbiamo dimostrato nei modelli preclinici che l’aggiunta di vitamina C in dosi farmacologiche a Iacs-010759, un farmaco ad azione pro-ossidante, rallenta in maniera significativa la crescita tumorale. Quest’ultimo lavoro, che segue quello pubblicato nel 2022, estende la nostra comprensione dei meccanismi d’azione di Iacs, permettendoci di sfruttarli per proporre una nuova combinazione mirata con l’ascorbato, o vitamina C, in grado di eliminare selettivamente – sottolinea – le cellule di linfoma”.
Il filone di ricerca sulla combinazione di farmaci antitumorali, vitamina C e l’importanza della proteina Myc è basato su studi precedenti condotti dal gruppo di ricerca guidato da Bruno Amati. La proteina Myc è stata identificata come un fattore chiave nella proliferazione cellulare e nel processo di sviluppo e progressione del cancro.
La sovraespressione di Myc, ovvero la presenza eccessiva di questa proteina, è stata associata a un aumento dell’attività dei mitocondri nelle cellule tumorali. I mitocondri sono organelli cellulari essenziali per la produzione di energia nelle cellule. Quando le cellule di linfoma sovraesprimono Myc, diventano dipendenti dall’attività mitocondriale per la loro sopravvivenza.
Il farmaco Iacs-010759 è menzionato come un trattamento in grado di bloccare l’attività mitocondriale. Pertanto, le cellule di linfoma che sovraesprimono Myc diventano vulnerabili a questo tipo di trattamento, poiché l’inibizione dell’attività mitocondriale interferisce con la loro capacità di sopravvivenza.
L’obiettivo della combinazione di farmaci antitumorali, vitamina C ad alte dosi e l’uso di trattamenti che agiscono sull’attività mitocondriale come Iacs-010759 è quello di colpire le cellule di linfoma in modo più specifico e efficace, sfruttando le vulnerabilità legate alla sovraespressione di Myc.
È importante sottolineare che, nonostante i risultati promettenti ottenuti finora, la ricerca in questo campo è ancora in corso e sono necessari ulteriori studi per confermare l’efficacia di queste combinazioni terapeutiche nei pazienti affetti da linfoma. La comprensione delle basi molecolari e cellulari di queste interazioni è fondamentale per lo sviluppo di nuovi trattamenti mirati e personalizzati contro i linfomi più aggressivi e resistenti alle terapie attuali.